Quell'altro ramo del Lago di Como

No, non abbiamo visitato "quel" ramo del Lago di Como. Perché il signor Alessandro Manzoni, iniziando i suoi Promessi Sposi, stava pensando al ramo di Lecco. Questo diario di viaggio, invece, è ambientato sul ramo di Como, ed ecco spiegato il titolo. Sintonizzati? Partiamo!

  • Il viaggio è durato 2 Giorni
  • Budget speso Da 1€ a 250€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Italia
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da Chiara & Marco il 01/08/2016
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  1. Giorno 1

    La pioggia. Piove sui nostri volti silvani, piove su le nostre mani e sulla nostra colazione. Vien giù a secchiate, per le strade di Lenno è una fiumana che mi arriva alle caviglie, inzuppando i sandali di cuoio.
    Siamo partiti da casa alle 7.30 e abbiamo raggiunto Lenno verso le 9. Vogliamo visitare la Villa del Balbianello, ma con questa pioggia "non s'ha da fare". Risaliamo in auto, costeggiando il lago grigio e pesante.
    Arriviamo a Menaggio. Dovrebbe essere uno dei borghi più belli. Con questa pioggia pure lui è inzuppato. Nel parcheggiare, un signore anziano ci viene contro con l'auto. Invece di fermarsi per accertarsi del danno, accelera e sparisce. Marco lo insegue e lo raggiunge. Il signore lo manda a quel paese. Il Bel Paese.
    Scendiamo dall'auto sotto una pioggerellina leggera per scattare qualche foto a Menaggio. Vicoli, piccoli negozi carini. Ma il clima resta deprimente. Passiamo in auto l'ora successiva, osservando la pioggia che tamburella sul parabrezza. Siamo tristi e arrabbiati. Facciamo Snap.
    Ridiscendendo il lago ci fermiamo davanti a Villa Sola Cabiati, una costruzione imponente, magnifica. Purtroppo è privata e la nostra visita è sbarrata da un bel cancello.
    Sono ormai le 12 e ci dirigiamo in hotel per lasciare le nostre cose. Per fortuna la stanza è pronta, così ci consoliamo dalla pioggia con un cuscino morbido. La camera è grande e bella, con 2 balconi, ma freddissima. Finalmente alle 13.30 smette di piovere: il cielo si apre e il sole si affaccia timidamente. Dobbiamo cogliere questa occasione.
    Rimontiamo in auto alla volta di Villa Carlotta, a Tremezzo. La Carlotta che dà il nome alla villa fu principessa di Prussia: ricevette in dono il palazzo, costruito alla fine del '600, per il suo matrimonio con un principe di Sassonia. Apparentemente, si trattò di un matrimonio d'amore, interrotto dalla prematura morte di lei, a 23 anni. Nel mentre, la principessa ebbe il tempo di partorire 3 figli. Ah però.
    Villa Carlotta è sfarzosa, lussureggiante. Se gli interni sono notevoli, il giardino botanico è meraviglioso. Si estende per ettari ed è una giungla di fiori e piante esotiche. Dalle terrazze della villa si vede il lago, ci si sente i re del mondo. Le principesse, almeno.
    Sono le 16.30 e la giornata è ancora lunga, ora che il sole fa scintillare il lago e sudare nei vestiti. Un pensiero ci attraversa. La piscina! La piscina dell'hotel, accarezzata in sogno nei giorni precedenti. Un bagnetto non ce lo toglie nessuno.
    Ore 19. Usciamo per la cena. Abbiamo prenotato in un localino a Tremezzo, Cantina Follie. Festeggiamo il nostro anniversario. Vino, maxi tagliere di formaggi e salumi, cesto di pane. Ne usciamo storti, stortissimi. Sul cuscino, la testa si perde in piccole onde. Si dorme.

  2. Giorno 2

    Sveglia presto e colazione. Stamattina ci aspetta la Villa del Balbianello. Quella con la balconata di Star Wars, per intenderci.
    La villa si trova a Lenno, che abbiamo attraversato il giorno precedente, e si raggiunge con un tratto di strada a piedi. O in barca, se hai soldini da spendere. Oggi, Villa del Balbianello è di proprietà del FAI: fu fatta edificare da un cardinale in cerca della seconda casa vacanze. Ma il proprietario più famoso fu Guido Monzino, ricco esploratore.
    All'interno della villa è allestito il museo delle sue spedizioni e collezioni: libri, manufatti antichissimi, cineserie, slitte, dipinti sul vetro, medaglie. L'ambiente ha un'aria virile, piacevole.
    I giardini della villa sono una gioia per gli occhi. Sulla loggia si consumano le foto. Il lago è immortalato da tutte le angolazioni. Chissà come dev'essere svegliarsi qui tutte le mattine. Non credo avremo mai la fortuna di scoprirlo.
    Dopo un pranzo veloce, prendiamo il traghetto per Bellagio, sull'altra riva del lago. Quel ramo! La cittadina è incantevole, un intrico di vicoletti in salita. Ma il caldo e la stanchezza si fanno sentire, vaghiamo alla ricerca di panchine e gelati. Inseguiamo qualche Pokemon. Ci gloriamo della nostra pigrizia.
    Sono ormai le 17 ed è tempo di riprendere il battello per la riva opposta. Da lì, ci rimettiamo in auto. Il weekend è ormai tutto consumato.
    Monti sorgenti dall'acque, addio.

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