Francia 2019

Abbiamo viaggiato partendo dalla Provenza ed attraversando i Pirenei fino a raggiungere a Lione, in tour alla scoperta dei luoghi storici e preistorici disseminati lungo la valle della Dordogna.

  • Il viaggio è durato 13 Giorni
  • Budget speso Da 1€ a 250€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Francia
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da francesco cagnato il 09/09/2025
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  1. Giorno 1 - 01/08/2019

    Vaison-la-Romaine - Giovedi 1 Agosto 2019

    Un ponte in pietra datato I secolo d.c. collega le due sponde del torrente Ouveze sulle quali si stende il comune di Vaison-la-Romaine.
    Sulla sponda destra, la strada sale tra le vie caratteristiche del borgo storico, basta lanciare uno sguardo ai muri delle case color ocra ed alle imposte delle finestre colorate con tinte pastello per rendersi conto di essere in Provenza, la regione del sud della Francia famosa per i suoi paesaggi, la sua luce ed i suoi colori.
    Le stradine si inerpicano sulla collina fino alla sommità sulla quale sorge il castello diroccato dei conti di Tolosa. E' pomeriggio inoltrato ed il tramonto avanza, il sole fiammeggia basso sull'orizzonte ed il cielo, di contrasto, aumenta l'intensità del suo blu.
    Poche persone affollano le vie per cui la nostra visita è piacevole, dalla strada periferica del borgo medievale si ammirano scorci della campagna circostante con le silhouette dei pini che dominano i campi coltivati.
    Sulla sponda sinistra si stende il paese vero e proprio nella cui area urbana, tra gli edifici moderni giacciono i resti di uno dei siti archeologici più importanti dell'epoca romana.
    Un teatro perfettamente conservato, perimetri di case plebee, resti di dimore patrizie e luoghi di pubblico ritrovo sono disposti sulla sommità di una collinetta all'ombra del fogliame di piante sempreverdi, nella parte bassa dell'abitato invece si trovano i resti dei templi e di quelle che furono le strutture di intrattenimento del popolo romano che visse in questa città all'incirca duemila anni fa.

  2. Giorno 2 - 02/08/2019

    Valle dell'Ardache - Venerdi 2 Agosto 2019

    Sauze è l'ultimo paese "in piano" che incontriamo lungo la strada dipartimentale D 290, da li in poi la stessa sale con un percorso collinare che si snoda parallelo al serpeggiare di un fiume, l'Ardache, situato un centinaio di metri più in basso.
    La regione è quella della Alvernia-Rodano-Alpi nel sud ovest della Francia, a pochi chilometri in linea d'aria dal golfo di Marsiglia, la giornata è di buon tempo, il sole splende e la sua luce è potente e, probabilmente, è la stessa che ha indusse Vincent Van Gogh a creare alcuni dei suoi capolavori durante il suo soggiorno in Provenza alla fine del XIX secolo.
    Il fiume è in secca per alcuni tratti, spiagge di sabbia bianca si alternano a tratti ricoperti di acqua verde che scorre placida e senza turbolenze seguendo la naturale pendenza del fiume.
    I trenta chilometri che ci separano da Pont d'Arc, punto finale del tragitto di oggi, ci mostrano, chilometro dopo chilometro, la bellezza naturale di questi luoghi.
    Rocce, alberi e cespugli compongono la macchia mediterranea che modella un paesaggio fatto di strapiombi al fondo dei quali scorre silenzioso l'Ardache o meglio...quasi silenzioso, se non fosse per il chiasso entusiastico dei vacanzieri che ne solcano le acque con variopinte canoe.
    Il percorso induce a qualche riflessione sullo stato di salute dell'ambiente naturale, specialmente in questo periodo estivo nel quale ci giungono notizie da ogni angolo del pianeta di come la dissennatezza umana, la nostra dissennatezza, si stia impegnando per cancellare, con le scorie del "progresso" dal quale ci serviamo quotidianamente e di cui non riusciamo farne a meno, quanto la natura ha creato nel corso di milioni di anni.
    Al tempo stesso però siamo pervasi da stupore e meraviglia per l'opera realizzata dalla natura, la suddivisione sensata dello spazio tra il cielo e la terra che induce vita e bellezza a svilupparsi e ad esistere nel tempo.
    Le piazzole di sosta a bordo strada non mancano di certo, "belvedere" recitano i cartelli che le precedono, una volta fermo in una di queste guardo, con più attenzione. ciò che ho davanti, i falchi e le altre specie di animali che popolano la zona sottolineano, con i loro echi sonori, la "giustizia" di quello che vedo ma mi chiedono anche, di rispettare tutto ciò che ho innanzi a me perché esseri umani ed animali possano continuare a vivere e prosperare pacificamente, come prescrive il diritto universale all'esistenza di tutti gli esseri viventi.

  3. Giorno 3 - 03/08/2019

    Pont d'Arc-Un salto nel tempo - Sabato 3 Agosto 2019

    ...un uomo ed una donna discendono un pendio roccioso al termine del quale si trova una piccola spiaggia di sabbia bianca, entrambi sono vestiti con pesanti pelli d'animale per ripararsi dal freddo pungente, intorno a loro il paesaggio si rivela costellato di collinette e rocce sporgenti.
    Due bambini si fanno loro incontro festanti, sono i figli della coppia che completano il piccolo nucleo familiare, insieme si spostano verso il grande arco roccioso situato a poca distanza da loro che unisce da milioni di anni due piccole alture.
    Il freddo si fa sentire ma la giornata ha visto splendere il sole in un cielo azzurro senza nuvole, poco distante un piccolo branco di antilopi bruca i pochi germogli di un cespuglio legnoso mentre una mandria di cavalli passa al galoppo poche centinaia di metri più a valle.
    Le quattro persone sono uomini e donne del cro-magnon, una specie umana che ha preceduto nella scala della nostra evoluzione l'homo sapiens, ed il periodo nel quale si svolge il racconto immaginario risale al 35.000 a.c..
    Giunti ai piedi dell'arco di pietra, i quattro osservano il disco del sole completare il suo tragitto quotidiano, lentamente esso si corica sotto la linea dell'orizzonte passando tra i due pilastri dell'arco, i quattro cro-magnon non sanno esattamente che cosa sia quella grande sfera rossa e come si muova, ma sanno che i raggi emessi dalla nostra stella sono piacevolmente caldi, specialmente nelle giornate in cui il freddo è intenso.
    Gli ultimi raggi illuminano i due adulti, la loro pelle, le loro mani ed i loro visi sono cosparsi di sostanze colorate, rosso, ocra, nero e bianco formano macchie ed aloni e sono i rimasugli della sostanze pigmentate che l'uomo e la donna hanno utilizzato per dipingere le pareti della enorme grotta che si trova a poche centinaie di metri dal grande arco di pietra, sono due dei cosiddetti artisti rupestri o artisti del paleolitico....

    La grotta in questione fu scoperta nel 1994 da tre speleologi, di cui uno di loro, il sig. Chauvet, ha dato il nome al sito, la descrizione della realtà che questi artisti hanno fornito parla di una convivenza a tu per tu con il mondo animale, popolato da grandi erbivori come i cervidi, mucche e tori, dai cavalli dal manto rossiccio, dagli antenati del moderno elefante (mammuth) e di grandi felini predatori. La decifrazione delle pitture rupestri sta impegnando storici e palaentologi da molto tempo, il loro senso è stato chiarito in parte ed attualmente esistono ancora molte lacune da colmare.
    Dopo la scoperta avvenuta nel 1994, la grotta è stata frequentata da esperti e da persone comuni che volevano ammirare questi capolavori dell'arte preistorica, purtoppo durante le visite veniva prodotta anidride carbonica in quantità tale da deteriorare i colori ed i disegni.
    Prima di chiudere definitivamente la grotta alle visite al pubblico è stato eseguito un minuzioso lavoro di rilievo geometrico e cromatico, in una località poco distante dalla grotta originale (Vallon Pont d'Arc) questo rilievo ha permesso di ricostruire, in una struttura a se stante, sia la grotta nella sua conformazione naturale sia le pitture fedeli al 100% all'originale, questa struttura è nominata Chauvet 2.
    Questo lavoro di ricostruzione è, di fatto un falso, guarda caso l'opera è stata portata a termine da pittori, scultori, fotografi e falsari appunto ma è stato questo l'unico modo a disposizione perchè tutti (noi compresi) potessero ammirare alcuni dei capolavori dell'arte paleolitica e di avere una idea, seppur vaga, di come i nostri antenati vissero il loro tempo.
    Completiamo la nostra visita a Chauvet 2 in un paio d'ore e dopo aver consumato un pasto veloce partiamo alla volta di Albi.

  4. Giorno 4 - 04/08/2019

    Albi - Domenica - 4 Agosto 2019

    Oggi domenica 4 agosto la città di Albi è semivuota, gran parte dei cittadini si sta godendo le vacanze nei luoghi di villeggiatura, il tempo è incerto, il cielo è coperto e sembra voglia versare acqua sulla terra da un momento all'altro.
    Albi è bagnata dal fiume Tam ed è il capoluogo della regione omonima, il centro cittadino è a due passi dal nostro albergo, si affaccia sulle rive del fiume ed è collegato da una serie di ponti a numerose arcate di costruzione romana.
    Albi è la città che diede il nome alla popolazione degli albigesi, sostenitori della religione basata sul concetto dualistico del bene e del male e che furono prima contrastati poi perseguitati ed infine, gli ultimi albigesi-catari rimasti (222), furono arsi vivi dalle milizie della Chiesa cattolica nel castello di Montsugur il 16 marzo del 1244.
    A due passi dal centro storico, e precisamente in rue Henry de Toulose-Lautrec, si trova ben conservata la casa che diede i natali ad Henri deToulose-Lautrec, un pittore vissuto nella seconda metà del XIX secolo e divenuto famoso nel mondo per i sui dipinti molto particolari, alcuni dei quali descrivono il periodo della "Belle Epoque", che riguardava la vita notturna parigina fatta di luci, colori e allegri schiamazzi ed i postriboli in cui essa, alla fine di ogni notte, si concludeva: il pittore con le sue opere ha dato fama e lustro alla città di Albi nel mondo.
    La cattedrale di Santa Cecilia è il monumento più importante ed in vista della città, ci appare in tutta la sua maestosità nel centro della piazza St. Cecilie, la sua costruzione incominciò nel 1282, il 15 agosto per essere precisi, una strana coincidenza se si pensa che tra 11 giorni sarà il suo compleanno e noi oggi 4 agosto la stiamo visitando.
    La sua mole è imponente, lunga 113 metri e larga 35 con navate che raggiungono la notevole altezza di 40 metri, nel punto più alto (donjon-torre principale) la cattedrale raggiunge i 78 metri di altezza, lo stile è il gotico- gotico fiammeggiante e l'interno della cattedrale è ricco di arredi sacri di pregevole fattura e di dipinti di grande valore e pathos, come l'affresco che racconta il giudizio universale, le cui dimensioni sono 100x20 mt, realizzato da pittori di Bologna tra il 1509 ed il 1512.
    Una volta usciti dalla chiesa dopo aver terminato la visita ci dirigiamo verso il museo di Toulose de Lautrec, situato alla nostra sinistra. L'ingresso è segnalato da una gigantografia del pittore che lo ritrae all'epoca della sua esistenza. Egli era una persona affetta da molti problemi di natura fisica tra cui il nanismo ma questi pesanti handicapp non gli hanno impedito di diventare uno dei principali artisti francesi di tutti i tempi.
    La raccolta custodisce opere realizzate con tecniche diverse, disegni eseguiti con gessi e dipinti ad olio, schizzi eseguiti a matita ed incisioni, l'insieme di queste opere costituisce un riassunto della vita artistica di De Lautrec. Dalle cosiddette opere giovanili in cui l'artista ha ritratto principalmente i componenti della propria famiglia all'interno o all'esterno della propria abitazione, si passa alle opere delle notti parigine, in cui i protagonisti, prostitute, ballerine e gli amici dell'artista compaiono in atteggiamenti più o meno consoni alla propria professione, del quale il pittore, e questo lo si evince guardando le opere, aveva il massimo rispetto.
    Non mancano poi le stampe dei manifesti pubblicitari che egli realizzò per l'amico Aristide Bruant, locandiere ed organizzatore di feste e serate a tema, il quale li utilizzò per fare pubblicità all'attività che si svolgeva all'interno del suo locale situato nel famoso quartiere di Pigalle a Parigi.
    Un lato del museo è situato sui gradoni che precedono la riva del fiume, è praticamente costituito da giardini ben curati, in particolare il verde delle siepi basse fa risaltare il rosso ed il bianco acceso dei fiori, visti dall'alto dei gradoni dei giardini si ammira l'impianto geometrico dei vialetti che contornano aree circolari in cui è vietato l'accesso al pubblico, il quale può camminare esternamente in opportuni sentieri quasi interamente coperti da piante rampicanti.
    Non è rimasto gran che del giorno, il tramonto arriva veloce, prendere un tavolo all'aperto di una pizzeria a due passi dalla cattedrale di Santa Cecilia ci sembra la cosa migliore da fare. Il locale è pieno, il personale di servizio è diretto dalla proprietaria che veste un abito dai colori vivaci, affabile con i clienti quanto decisa con i giovani camerieri che serpeggiano tra i tavoli con i marchingeni elettronici da cui trasmettono direttamente gli ordini alla cucina: biro e carta sono cose di altri tempi.
    I nostri vicini di tavolo sono due famiglie di provenienza diversa, francese e magrebina, entrambi con figli al seguito attendono pazientemente, come noi del resto, di essere serviti.

  5. Giorno 5 - 05/08/2019

    Carcassonne - Lunedi 5 Agosto 2019

    Oggi Carcassonne è una "normale" città della Francia situatua nella regione dell'Occitania ed è il capoluogo del dipartimento dell'Aude, ha un tessuto urbano composto da un centro cittadino e da una periferia industriale, si sviluppa alla base della collina di Carsac alta circa un centinaio di metri sulla cui sommità si erge la cittadella fortificata di impianto medievale circondata da alte mura in pietra che costituisce la sua principale attrattiva.
    La storia di Carcassonne parte da molto lontano nella scala del tempo,
    più precisamente dal 3500 a.c. al cui periodo risalgono i più antichi ritrovamenti umani del luogo.
    Tuttavia, a partire dall'anno 800 a.c. l'attuale città di Carcassonne inizia ad avere importanza negli scambi commerciali della regione ed intorno all'anno 100, sotto l'egida di Roma, la città assume valore strategico-militare grazie anche alla costruzione di alte mura in pietra che circondano il suo centro abitato, all'epoca denominato dai romani Julia Carcasu e poi Carcasum.
    Da quel momento in poi Carcassonne divenne un luogo da conquistare e diverse popolazione tentarono di averne il dominio incontrastato, prima i Visigoti nel VII secolo, che costruirono parte delle fortificazioni ancora oggi visibili, poi i Franchi, guidati da Pipino il breve, che scacciarono i Visigoti nel 759 e diedero cosi inizio al dominio francese.
    Nel 1067 la famiglia Trencavel ne divenne la proprietaria grazie a matrimoni combinati tra giovani rampolli di famiglie nobili dell'epoca e sotto la loro egida furono cotruiti il Castello Comitale e la basilica di Saint Nazare.
    Nei secoli successivi Carcassonne fu oggetto di numerosi tentativi di conquista da parte di famiglie, potentati della zona ed eserciti stranieri fino al 1659, anno in cui fu stipilata la pace dei Pirenei.
    Da quel momento Carcassonne vide ridurre la sua importanza strategica dallo spostamento dei confini della provincia nel Rossiglione, divenne cosi solo un centro di economico fondato sull'industria tessile. Il destino della città però non fu florido negli anni a venire e addirittura nel 1849 il governo francese rese ufficiale l'intenzione di demolirla definitivamente, fu grazie alla battaglia intellettuale intrapresa da Jean Pierre Cros-Mayrevielle e dallo scrittore Prospere Merimee ed il conseguente tumulto popolare che ne derivò se il governo, nello stesso anno, cambiò idea e diede ordine ufficialmente di iniziare la sua ricostruzione e restaurazione, nel 1997 la città di Carcassonne è stata inserita tra i siti mondiali patrimonio dell'Unesco.
    La complessa storia della città di Carcassonne costituisce una motivazione più che valida per una visita alla cittadella fortificata e cosi nel pomeriggio di oggi, sotto un cielo denso di nuvole saliamo la scalinata principale che conduce ad uno dei portali d'entrata al borgo medievale, subito ci colpiscono due cose, l'architettura delle mura di cinta che per altezza e spessore danno una sensazione di enorme possanza e l'elevato numero di persone che come noi si accinge ad entrare.
    Raggiunto faticosamente l'interno della cittadella, la situazione ci è chiara fin da subito, il borgo mediavale di Carcassonne è stato trasformato, in era moderna, in un centro commerciale in cui una calca impressionante di persone, in rigorosa fila indiana, sfila davanti a vetrine di negozietti ricavati nei vani delle basse costruzioni, vociando in maniera incontrollata e nascondendo, con la propria mole multiforme, l'architettura che dovrebbe vedersi in prospettiva e rivelare la caretteristica di medievalità del luogo.
    Oggi Carcassonne non attira gente per la sua storia ma per la sua potenzialità commerciale, desistiamo dalla visita alla cittadella e decidiamo di compiere un giro della città sulla strada esterna alle mura che costeggia per intero il loro sviluppo, lontano dalla calca e dal vociare fastidioso che scaturisce dai commenti per gli articoli griffati esposti nelle vetrine.
    E' un peccato ma è meglio cosi, le mura ben conservate che si ammirano dal sentiero sterrato esterno ci danno un'idea di quello che può essere stato il senso del luogo nel corso della sua lunga storia, all'interno delle mura risiedeva una popolazione di persone dedite alla vita di tutti i giorni fatta di lavoro e di commercio ed all'esterno gli assedianti, che studiavano il modo per conquistarla e, di conseguenza, ingaggiavano poi sanguinose battaglie con i soldati difensori dislocati sulla sommità delle mura.
    Tutto qui per cui, dopo aver completato il giro per l'intero percorso , scendiamo la scalinata principale fino al piano strada e... via da Carcassonne.

  6. Giorno 6 - 06/08/2019

    Rennes le Chateau - Martedi 6 agosto 2019

    Un sentiero di campagna costeggiato da un muro di contenimento a destra e da uno steccato di legno a sinistra oltre il quale, più in basso, si apre la vallata, ci conduce ad una piccola costruzione di forma quadrata che ci da l'impressione di essere sospesa nel vuoto.
    L'edificio in questione, costruito con blocchi di pietra color ocra è nominato la tour Magdala ed è al centro di un mistero sul quale hanno indagato storici e specialisti del settore, mistero che mette in contrapposizione tra loro sacro e profano.
    A detta di alcuni, nella tour Magdala e, in particolar modo, nella chiesa del villaggio di Rennes le Chateau in cui siamo questa mattina, si troverebbero prove (reliquie) in grado di minare i dogmi sui quali si fonda la cristianità.
    Questa mattina, mentre viaggiamo in direzione di alcune località situate nei Pirenei, decidiamo di fare una rapida deviazione per visitare il villaggio, la strada che sale a Rennes le Chateau compare quasi all'impovviso sulla sinistra con una svolta a novanta gradi, la percorriamo senza incontrare praticamente anima viva e giungiamo in poco tempo al parcheggio.
    Osservando le dimensioni dello spiazzo terroso in cui questa mattina oltre a noi staziona un solo camper, mi rendo conto che un villaggio in cui vivono ottantasette persone situato sulla cima della collina non ha bisogno di un simile parcheggio se non fosse per il fatto che in questo villaggio di cosi esigue dimensioni arrivano frotte di amanti del mistery e studiosi referenziati, tutti per immergersi nel "Mistero di Rennes le Chateau".
    Tra il 1887 ed il 1917 l'abate Berenger Sauniere svolge la sua funzione di parroco del villaggio i cui abitanti sono dediti all'agricoltura e l'abate vi giunge senza avere fondi consistenti e necessari per ristrutturare la chiesa che, a quel tempo, è piuttosto mlandata, in pratica Sauniere è chiamato ad operare nella più assolutà povertà.
    La difficoltà maggiore che l'abate si trova a fronnteggiare è il danno alla copertura della chiesa, non è in grado di proteggere l'interno del tempio dalle intemperie, in particolare dalla pioggia. Nel 1887 Sauniere decide comunque di provare a fare qualcosa per risolvere il problema e sposta l'altare maggiore dalla sua posizione attuale in una zona della chiesa più protetta.
    Durante questi lavori scopre nella nicchia di uno dei due pilastri dell'altare alcuni documenti, per la precisione alcune pergamene che, una volta decifrate, rivelano un contenuto sconvolgente.
    L'abate parte immeditamente per Parigi e incontra le massime autorità di una setta chiamata "Il priorato di Sion" alle quali mostra le pergamene ed illustra loro il contenuto. Dopo qualche giorno Sauniere riparte per Rennes con una ingente quantità di denaro, nei dieci anni successivi il parroco non investe questi fondi nello sviluppo dell'economia del luogo (se ne guarda bene quasi volesse mantere nell'anonimato il villaggio) ma utilizza il denaro raccolto per fare alcuni lavori all'interno dell'area ecclesiastica del villaggio.
    Inizia a ristrutturare la chiesa rendendola un luogo riparato e stabile e la riempie con simboli inconsueti se si tiene conto del luogo, fa apporre la scritta "Terribilis est locus iste" che significa "Questo è un luogo terribile" proprio sopra l'entrata principale della chiesa, fa scolpire una statua lignea riproducente le sembianze del demone Asmodeo che regge sulla testa l'acquasantiera posta all'ingresso della chiesa, appone le immagini della via Crucis in senso antiorario ed in una di queste immagini compare la Maddalena in evidente stato interessante.
    Proprio quest'ultima diventa la figura principale di tutto il comprensorio ecclesiastico del villaggio, a lei dedica la Tour Magdala, un vero e proprio monumento commemorativo alla donna, che fu salvata dalla lapidazione da Gesù Cristo e che decise di seguirlo fino ai piedi della Croce, all'interno dell'edificio sistema la sua biblioteca privata e diverrà, negli anni a venire, il luogo in cui il parroco trascorrerà molto del suo tempo.
    Completerà i suoi lavori facendo costruire nei dintorni del comprensorio una sorta di dependance denominata villa Betania, che servirà da pensione ed albergo per le personalità che egli si aspetta arrivino dopo il suo viaggio a Parigi.
    Ora, quale sarebbe la ricostruzione storica ricavabile dalla testimonianza dei simboli su elencati che comporrebbe il grande mistero di Rennes le Chateau, se mistero esiste?
    Nel sito in cui oggi sorge il villaggio all'incirca nell'anno 600 sorgeva Redhae, l'antica capitale del regno dei Merovingi, soprannominati dagli storici "i re buoni" per via del loro modo di regnare fondato non sulla spada ma sulla bontà dei rapporti con il proprio popolo.
    A poche centinaia di chilometri dal villaggio, in una località sulla costa del mediterraneo nominata St Marie de la Mer si pensa sia sbarcata Maria Maddalena in fuga dalla terra Santa dopo l'uccisione di Gesù Cristo, la quale, amata da quest'ultimo, portava in grembo il frutto del loro amore il quale, una volta venuto alla luce, fu il capostipite della dinastia dei Merovingi.
    Ora, va da se che una simile ricostruzione, se comprovata e, a questo proposito, esistono indizi più o meno evidenti, incisi su pietre tombali, raffigurati in dipinti di valore o scritti in disposizione geografiche alquanto strane e bizzarre di luoghi e località della zona, sarebbe rivoluzionaria in quanto scardinerebbe il principio basilare della cristianità, la morte e resurezzione di Gesù Cristo in quanto spirito divino, in favore di una natura buona e santa ma umana e non divina dello stesso Gesù.
    Secondo tutto questo, la promessa del paradiso sarebbe da rivedere e, con essa, il peso che la chiesa cattolica ha avuto ed ha tutt'ora sulla società verrebbe meno, inoltre, a questo proposito, essa dovrebbe poi spiegare al mondo intero il perchè abbia mentito, ed agito di conseguenza anche in maniera nefasta, per tutto il corso della storia.
    L'abate Sauniere trovando le pergamene nei pilastri dell'altare avrebbe trovato il racconto scritto della storia della dinastia merovingia, l'abate, consegnando il plico delle pergamene al priorato di Sion, creato allo scopo, ha contribuito a mantenere segreto tutto ciò, in attesa che vengano i giusti tempi perchè la verita sulla vita la morte di Gesù Cristo si rivelata al mondo intero.
    Questo spiegherebbe le ingenti somme di denaro elargite di colpo al beneficio del parroco, i lavori da lui eseguiti ed i simboli non ortodossi con i quali ha riempito il sito di Rennes le Chateau.
    L'estensione del villaggio è minima, incontriamo nessuno per strada, le case stanno aprendo i battenti e qualche persona si intravede al di là della finestre, affacendata nelle proprie mansioni e incuranti della nostra presenza.

  7. Giorno 7 - 07/08/2019

    Pirenei - Mercoledi 7 agosto 2019

    La grande catena montuosa che separa la Francia dalla Spagna, i Pirenei, è la nostra prossima meta, pensata sia per ammirarne le bellezze naturali e paesaggistiche sia per la ricerca di un po' di aria fresca dopo le grandi ondate di calore e di umidità subite in pianura.
    Dopo essere ripartiti ieri nel pomeriggio da Carcassone abbiamo pernottato in un agriturismo dalle parti di La Mongie e questa mattina ci mettiamo in viaggio in direzione Gavernie, verso mezzogiorno valichiamo il passo del Tourmalet e ci ritroviamo nel versante sud dei Pirenei che guarda verso il territorio spagnolo il cui confine dista da noi solo a pochi chilometri.
    La sosta al passo in uno dei tanti piazzali è d'obbligo, il Col de Tourmalet è una meta ambita da ciclisti e motociclisti di varie nazionalità, viene incluso periodicamente come meta finale o intermedia in una delle tappe del Tour de France.
    A testimonianza dell'importanza del luogo per i ciclisti in genere, una vera e propria pietra miliare delle corse, l'amministrazione francese ha fatto erigere una gigantesca statua scolpita nella pietra denominata "Le Geant du Tourmalet" che raffigura un ciclista nel massimo sforzo della sua azione mentre sale verso la cima, statua dedicata ad Octave Lapize, primo ciclista a valicare passo nel 1910 in testa alla corsa durante la tappa del Tour de France di quell'anno. Il passo è situato ad una altitudine di 2115 m.s.l., la vegetazione è ridotta a qualche prato qua e là, non ci sono alberi ed il luogo risulta molto suggestivo e ricco di fascino.

  8. Giorno 8 - 08/08/2019

    Dune di Pilat - Giovedi 8 agosto 2019

    Lasciati i Pirenei alle nostre spalle con la sue temperature fresche ci dirigiamo alla volta di Bordeaux, qualche centinaio di chilometri a nord-ovest dal nostro punto di partenza, la città di Gau, dove abbiamo fortunosamente trovato ricovero per la notte in un piccolo albergo del centro.
    Mano a mano che ci abbassiamo di quota la calura inizia a farsi sentire, giungiamo verso il tardo pomeriggio sulla costa Atlantica ad una sessantina di chilometri da Bordeaux, in una località denominata Pilat, con grandi spiagge, pinete e una serie di dune sabbiose alte decine di metri che sono le più alte d'Europa nel loro genere.
    Il luogo è frequentato da vacanzieri che stanno portando a termine la loro giornata di mare, il sole sta tramontando sull'oceano ma è ancora abbastanza alto nel cielo da inondare di luce accecante tutta la zona.
    La storia geologica di questo luogo, che ha portato alla formazione delle dune del Pilat è alquanto strana e viene raccontata da un filmato didattico che illustra tutto il procedimento utilizzando un televisore a circuito chiuso situato in una delle bancarelle che vendono indistintamente souvenir e oggetti da spiaggia.
    Strana perchè ci si aspetta, di logica, che le dune si siano formate per il lavoro del vento che, nel corso dei millenni, con una azione sinergica tra elementi quali aria ed acqua (correnti marine) abbia trasportato la sabbia in punti designati dalla gravità fino a far raggiungere ad esse le altezza attuali.
    In realtà, secondo questo filmato, le cose sono andate in maniera diversa.
    La crosta terrestre, probabilmente formata da materiale roccioso friabile, ricopriva l'intera zona delle dune di Pilat, nascondendo sotto di essa una enorme cavità naturale, un'enorme spazio vuoto largo quanto tutta la zona dove oggi sorgono le dune.
    L'incedere del tempo e degli agenti atmosferici, avvenuto milioni di anni fa nel corso delle varie ere geologiche, ha prodotto un disgregmento della copertura provocando grossi fori attraverso i quali il materiale roccioso, ridotto a grana fine, ha iniziato a colare nella cavità sottostante fino a riempirla.
    Cosi facendo, la crosta terrestre è scomparsa completamente ed ha lasciato al suo posto una serie di montagne di sabbia che formano il complesso delle dune di Pilat, cosi come oggi, più o meno, si mostrano ai nostri occhi.
    Le dune oggi sono provviste di scalinate in legno costruite dall'uomo con gradini posti direttamente sulla sabbia, utilizzandole si può quindi salire fino in cima ed ammirare il panorama che si vede tutt'intorno che mostra il mare perdersi fino all'orizzonte e la terra antistante le dune ricoperta da una fitta vegetazione di alberi sempreverdi, tra questi due elementi le dune si pongono come una specie di barriera separatrice dalla cui sommità la struttura e la disposizione di tutti gli elementi che compongono la natura, sono molto più comprensibili.

  9. Giorno 9 - 09/08/2019

    Bordeaux-Bergerac - Venerdi 9 agosto 2019

    Dopo aver dormito in un albergo ad una stella alla periferia ovest di Bordeaux, la mattina seguante entriamo in città e ci dirigiamo nel centro storico alla ricerca dei monumenti, dei vicoli e delle piazze che caratterizzano la capitale dellla Nuova Acquitania.
    Bordeaux è attraversata dal fiume Garonna ed è la sesta città della Francia per numero di abitanti, la cattedrale di St. Andrea si erge in tutta la sua maestosità illiminata dal sole caldo di questo mattino d'agosto, il marmo bianco che riveste la cattedrale risplende mettendo in evidenza il profilo elegante del tempio e la forma armoniosa di archi che volteggiano sui contrafforti.
    La cattedrale, cosi come la si vede oggi, è in stile gotico, inconfondibile nella forma degli archi a sesto acuto e nelle vetrate colorate che riempiono i vani degli alti finestroni, il portale nord è l'ingresso principale riccamente decorato da statue di santi e nobili del luogo ed è sormontato da un importante rosone circolare, fiancheggiato dalle due torri campanarie che svettano eleganti nel cielo azzurro.
    La cattedrale fu consacrata da papa Urbano II nel 1096 per cui, molto probabilmente visto il periodo storico in questione, la cattedrale sorge su un impianto già esistente di fattura romanica.
    Dalla cattedrale andiamo per i vicoli del centro storico senza seguire un itinerario preciso ed ammirando gli eleganti palazzi e le loro piacevoli prospettive che il chiarore crescente del mattino, con un sapiente gioco di luci ed ombre, mette in evidenza, giungiamo cosi in place de la Commedi, un'ampio spazio di forma rettangolare nel quale si può camminare liberamente, senza preoccuparsi di macchine e tram che circolano negli spazi a loro appositamente dedicati.
    Due sono le attrattive di questo luogo, visioni prospettiche a parte, il Grand hotel Continental, un edificio che ha una facciata molto elegante ed il gran teatro del 700 dalle linee neoclassiche che colpiscono particolarmente quando si guarda il colonnato della facciata principale e il peristilio che conduce diretamente all'ingresso del teatro.
    Le persone in circolazione sono poche e le comitive turistiche spiccano per l'inconfondibile modo di porsi di fronte ai monumenti, da Place de la Commedi, percorrendo la Cr. Du 30 Juliet giungiamo, dopo pochi minuti in place de Quinconces, uno spiazzo di forma semicircolare con alberi e camminamenti pedonali che ha nel suo centro geometrico in monumento ai Girondini, costituito da un alto obelisco fiancheggiato ai lati dalle fontane Du Char de Triomphe la Concorde che spruzza in aria alti getti d'acqua.
    Il quai Louis XVIII fiancheggia il decorso della Garonna e percorrendolo in direzione sud giungiamo dopo pochi minuti in piazza della Borsa, la cui forma rettangolare ha il perimetro per tre quarti composto da eleganti edifici in stile neoclassico che ospitano gli uffici ed i saloni della borsa e per un quarto dal corso della Garonna.
    A breve distanza dalla Place de la Bourse in direzione nord troviamo l'Eglise de Sain Pierre, edificio ecclesiastico in stile romanico le cui vie circostanti sono oggi occupate da bancherelle di commercianti ambulanti che danno vita al mercato settimananle.
    Proseguendo in direzione sud giungiamo alla porta della Borgogna, arco in stile classico-barocco che ci introduce alla cr. Victor Hugo che percorriamo per un breve tratto per giungere alla Grosse Cloche, una imponente torre campanaria che costituisce, al tempo stesso, la porte Cailhau, eretta nel XV secolo per festeggiare la vittoria di re Carlo VIII nella battaglia di Fornovo.
    Lasciamo la città percorrendo il ponte di pietra di epoca napoleonica e ci dirigiamo in auto verso Bergerac dove arriviamo nel tardo pomeriggio.
    Dopo esserci sistemati in un albergo situato nella periferia industriale della città partiamo per il centro storico di Bergerac, il tempo si è fatto nuvoloso e minaccia pioggia ma non scoraggia i pochi turisti in circolazione che passeggiano tra i vicoli e l'imbarcadero dove attraccano piccole imbarcazioni da crociera fluviale che risalgono per brevi tratti la Dordogna.
    I richiami al celebre personaggio teatrale di Rostand, Cirano, sono molteplici e su tutti cito la statua in bronzo montata su piedistallo e posta in place de Pelissiere che ritrae il famoso spadaccino mentre, con sguardo fiero e con l' inseparabile spada al suo fianco, guarda verso l'orizzonte in cerca della sua amata Rossana.

  10. Giorno 10 - 10/08/2019

    Valle della Dordogna - Sabato 10 agosto 2019

    Il mattino successivo il tempo si è messo al bello ed il sole si mostra tra rade nubi bianche in cielo azzurro, partiamo piuttosto presto da Bergerac percorrebdo la D660 che segue il decorso del fiume Dordogna fino a Couze et Saint Fronte, prima tappa di questa parte del viaggio che ci porterà a scoprire le bellezze di queste sponde, ricche di paesaggi naturali quasi incontaminati e di centri storico-agricoli dalla squisita fattura architettonica.
    Il punto più interessante di questo paese è il Mouline a la Papiere de la Rouzique, cartiera che sorge nel centro del paese e che, al tempo stesso, costituisce l'Econome Musee de Papier.
    Utilizzando la guida di personale specializzato, conosciamo la metodologia della fabbricazione della carta ricavata da fogli di tessuto di lino ed ammiriamo i processi creativi che fanno di questa professione una vera e propria arte.
    Proseguiamo il nostro viaggio lungo la D660 e prima di giungere a la Roque-Gagead, la nostra prossima meta, seguiamo il decorso del fiume, puntiamo a nord e raggiungiamo un'ampia zona in cui il letto della Dordogna forma due ampie anse di identica forma, che si sviluppano in un territorio largo molti chilometri quadrati.
    Lungo il tragitto attraversiamo numerosi centri abitati di carattere agricolo che ben si integrano nel territorio collinoso in cui boschi si alternano ad ampie zone suddivise in aree di coltivazione.
    Giungiamo a la Roque Gagead verso mezzogiorno, il sole in cielo è coperto da una grigia nuvolaglia ma questo non ci impedisce di ammirare la bellezza del "Village trogloditique" che si erge lungo la riva destra del fiume, di origine antica (IX-X secolo) il Village risale all'epoca delle incursioni normanne che spinsero la popolazione a rifugiarsi in questo sito per meglio difendere il territorio.
    Il borgo, composto da eleganti casette con tetto spiovente e muri di pietrame a secco, si stende per 1-2 chilometri lungo l'argine del fiume, oggi adibite a ristoranti e bistrot, queste casette un tempo erano le dimore dei cavalieri dell'epoca medievale, la vicinanaza al fiume permetteva loro di controllare tutto il tarffico fluviale che transitava in questo tratto di importanza strategica e militare. Il borgo è dominato dalla Rocca di Gaegeac e il retro del borgo è facilmente visitabile percorrendo le strette stradine che si snodano sul fianco della collina rocciosa che si erge alle spalle del borgo.
    Ripartiamo da Gageac raggiungiamo Domme in poco tempo, piccola città fortificata di pianta regolare e di epoca medievale, di questo periodo sono ben conservate le fortificazioni e le porte di accesso alla città in particolare la Portes de Tours che porta ancor oggi le incisioni dei cavalieri templari qui imprigionati all'epoca del loro arresto massiccio.
    Oggi la città ospita uno dei mercati più grandi della zona.
    Raggiungiamo Montignac nel tardo pomeriggio ed alloggiamo in un caratteristico albergo di fattura rurale a poche centinaia di metri dalle grotte preistoriche di Lascaux che visiteremo domani mattina.

  11. Giorno 11 - 11/08/2019

    Lascaux-Sarlat-la-Canade e Cahors - Domenica 11 agosto 2019

    Dopo aver lasciato l'albergo raggiungiamo la località di Lascaux dove una costruzione dalle linee moderne in cemento bianco e vetro si staglia silenziosa tra i boschi delle colline circostanti. Al suo interno sono state ricostruite con precisione millimetrica la conformazione e l'estendersi delle grotte preistoriche più famose al mondo interamente decorate dagli uomini primitivi.
    Più precisamente, questi "artisti preistorici" vissero nel periodo evolutivo della scala umana detto del Cro-Magnon e, in piena era Magdaleniana, 20.000 anni fa, essi hanno decorato queste grotte impiegando tutta la loro abilità e lasciando ai posteri una testimonianza di enorme valore sul tipo di fauna presente all'epoca.
    Cavalli, tori, renne ed altri bovidi come ad esempio gli uri, oggi scomparsi, compaiono ben disegnati e colorati sulle pareti e sulle volte delle grotte ricostruite, ritratti in posture statiche e dinamiche. In particolare quest'ultima è stata resa con un grande realismo ed efficacia, chi osserva queste grotte, se considera la totale assenza di una scuola di disegno e conoscenze in merito di anatomia animale (conoscenze acquisite molti millenni dopo), non può che rimanerne stupito e sopratutto chiedersi: ma come hanno fatto?
    Usciti emozionati dalla costruzione proseguiamo il nostro viaggio raggiunngendo la cittadina di Sarlat-la-Canade, famosa per essere una città medievale sorta a contorno di una abbazia benedettina molto importante nella regione ed ancora oggi visibile e ben conservata.
    Di questa abbazia ci colpisce, oltre che l'architettura e la possanza dell'edificio, l'entrata principale costituita da una porta composta da due enormi battenti in acciaio la cui altezza raggiunge i cinque metri, i due battenti quando sono chiusi formano un enorme portone ad arco a sesto acuto.
    Compiamo un giro abbastanza lungo tra le sue vie del centro storico su cui si affacciano le eleganti case dalle facciate in stile medievale, oggi abitazioni e negozi e lasciamo Sarlat-la-Canade per dirigerci a Cahors dove arriviamo a pomeriggio inoltrato.
    Trascorriamo la serata in questo paese che ha un elegante centro storico con viette strette ed edifici eleganti di fattura medievale, tra i quali spicca la cattedrale di Sain Etienne la cui facciata ovest è in stile gotico cosi come le pareti della navata, abside e presbiterio; particolare interessante sono le due cupole tondeggianti piuttosto tozze che sovrastano la copertura della navata centrale, quasi in stile bizantino (richiamano la cattedrale di Santa Sofia di Istanbul) che lasciano supporre una architettura gotica ma con parti romaniche.
    Il monumento più rappresentativo della città tuttavia si trova sul fiume Lot ed è il ponte Valentrè, composto da sette arcate e tre torri che le sovrastano innalzandosi nel cielo alcuni metri sopra il camminamento posto alla sommità delle arcate, che permette di passare a piedi da una riva all'altra: ad occhio nudo le tre torri danno l'impressione di dominare tutta la struttura del ponte e probabilmente in passato, epoca della realizzazione e successive, le torri funzionavano da posti di avvistamento e difesa.
    Molto piacevole è il passeggiare sulla riva del fiume, si ammira il decorso ad ansa del letto che comprende tra i due bracci tutta la città e si possono ammirare anche monumenti più recenti rispetto a quelli medievali come le Monument a l'Horologe a Billes (letteralmente Monumento all'orologio di marmo) sito in place Sainte Urcisse, una costruzione che rappresenta il misuratore del tempo in due versioni diverse, in marmo appunto e meccanico con quest'ultima protetta da una teca di vetro e visibile fin nel più piccolo ingranaggio.

  12. Giorno 12 - 12/08/2019

    Rocamadour-Lione - lunedi 12 agosto 2019

    Oggi affrontiamo l'ultima tappa del giro che ci porterà nel tardo pomeriggio a Lione, prima però visitiamo Rocamadoir, l'ultimo dei paesi della valle della Dordogna che ci appare alle prime luci del mattino eretto sulla parete del canyon de l'Alzou in una posa verticale che ci da, guardandolo attentamente, una sensazione di vertigine tanto gli edifici che lo compongono sono posti verticalmente rispetto al fianco stesso della montagna.
    E' ancora presto e non ci sono molte persone in giro, gli esercizi commerciali stanno aprendo ora i battenti per cui percorriamo la rue de Couronnerie, unica strada che attraversa longitudinalmente la parte bassa del paese di impianto medievale in maniera agevole fino a giungere alla "Scala Santa", compota da 216 gradini che ci condurrà prima alla città santa e poi alla meta finale costituita dal castello situato sulla sommità di tutto il complesso.
    La storia di Rocamadour inizia intorno al XII secolo quando tra queste rocce gli abitanti del luogo scoprirono le spoglie dell'abate Amadour, successivamente proclamato santo, che scelse questi luoghi per trascorrere la sua vita in preghiera e meditazione. Nei secoli successivi Rocamadour divenne meta di pellegrinaggi da parte di persone di ogni ceto sociale per omaggiare le spoglie del santo, questo portò alla costruzione nel tempo di ben sette edifici culto che si affacciano sulla spianata del santuario che raggiungiamo come prima meta salendo la prima parte della Scala Santa.
    La chiesa più importante è la Chapelle de Notre Dame di Rocamadour, all'interno della quale sono custodite reliquie importanti come la Madonna nera e le spoglie del santo che sono custodite nella cripta della Chiesa.
    Seguendo le stazioni della via Crucis, costruite all'interno di piccole grotte che fiancheggiano l'ultima parte della Scala Santa si continua la salita fino a raggiungere il castello, meta finale di tutta l'ascesa e miglior zona dalla quale osservare il panorama che comprende sia la parte naturale del canyon sia le viste prospettiche che inquadrano di lato e verso il basso immagini mozzafiato.
    Ci lasciamo alle spalle Rocamadour verso mezzogiorno e ci dirigiamo verso Lione dove arriviamo nel tardo pomeriggio e dopo aver preso alloggio in un hotel del centro compiamo un primo giro esplorativo sul lungofiume del Rodano.

  13. Giorno 13 - 13/08/2019

    Lione - Martedi 13 agosto 2019

    La visita alla città di Lione parte da un luogo che rappresenta per i suoi cittadini il punto d'incontro per eccellena, la piazza Bellecour, una enorme spianata in terra rossa circondata da filari di alberi tra i quali sono collocate alcune fontane a raso strada che rendono piacevole la visita a questo posto.
    Si tratta della piazza pedonale più grande d'Europa, nel cui centro è stata eretta la statua di Luigi IV a cavallo datata 1713 e quella del piccolo principe e di Antoine de Saint-Eupery, il luogo si anima durante le ore serali.
    Da qui, seguento il lungofiume giungiamo al Parc de la Tete d'or, il più grande parco pubblico di Francia che, oltre a costituire un grande polmone verde per la città, vale la pena di essere visitato per via del suo giardino botanico e il giardino zoologico. E' questa un'area dove si può passeggiare tranquillamente e fare anche pic-nic, insomma una zona che i lionnnesi utilizzano per rilassarsi dallo stress della vita cittadina.
    Raggiungiamo il quartiere dell Croise-Rousse dopo aver attraversato il Rodano utilizzando uno dei tanti ponti in cemento e ferro caratterizzati da un design moderno, il quartiere è famoso per i suoi molteplici esempi di arte urbana ad opera dei tanti collettivi artistici presenti in città, un mirabile esempio di questo lavoro è costituito da una serie molto nutrita di ritratti di gente comune appesi ai muri delle vie di questo quartire, a significare che i veri protagonisti della vita cittadina sono le persone comuni.
    Utilizzando il lungofiume che ci permette di vedere il traffico piuttosto intenso di natanti sul Rodano arriviamo alla chiesa di St Juan Baptiste, la cttedrale di Lione, costruita tra il XII e XIV secolo in stile gotico, spicca nella sua facciata ovest il rosone e la chiesa è famosa per aver visto la celebrazione del matrimonio tra Caterina de Medici ed Enrico IV.
    Prima di salire la collina della Fourviere, visitaiamo i "traboules" situati nella Vecchia Lione, sono una serie di passaggi, principalmente tunnel e scale a chiocciola che furono costruiti nel momento di maggiore espansione della città nel periodo rinascimentale quando, alla parte medievale esistente della città, si affiancavano nuove costruzione in un ordine caotico che complicavano la vita dei cittadini.
    Per evitare di compiere lunghi giri per giungere la loro meta tessitori, commercianti e semplici cittadini utilizzavano questi passaggi per giungervi più rapidamente, usufruendo della copertura dei troubles per proteggere le proprie merci e prodotti.
    Utilizzand una scalinata che parte dalla Cattedrale di Lione saliamo alla collina di Fourviere dalla cui sommità si può ammirare il panorama che inquadra per intero la città di Lione su cui svettano i grattacieli della City, l'edificio più importante della collina è la Basilica della Fourviere che fu costruita nel 1870 e riassume nella sua architettura tra stili che hanno costituito buona parte della storia dell'arte, il romanico, il gotico ed il bizantino. Pietra bianca all'esterno, gli interni sono finemente decorati con opere d'arte che riassumono la commistione tra questi stili e conferiscono al tempio una atmosfera di raccoglimento molto accentuata.
    Scendendo verso il centro della città incontriamo i resti di due teatri romani risalenti a 2000 anni orsono e fatti costruire dell'Imperatore Augusto, il gran tehatre con i suoi 10.000 posti è il più antico di Francia e veniva utilizzato per le rappresentazioni teatrali mentre l'Odeon, più piccolo (3.000 posti) veniva utilizzato per argomentare la folla con i comizi degli oratori. La nostra visita alla città di Lione si conclude con un giro nel centro storico dove ammiriamo, girando per i vicole e le strade animate da una folla piuttosto nutrita di turisti, monumenti come la fontana di Bartholdi situata nella place di Terraux di fronte all'Hotel de ville, il moderno teatro dell'Opera ed il teatro de Celestins.
    Resta il tempo di riposarci in uno dei tanti bar del lungofiume a guardare il movimento di persone che fanno jogging o passeggiano sul lungofiume del Rodano prima di iniziare il rientro a casa previsto per il giorno successivo.

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