Mongolia Motorbike Marathon

Mongolia Motorbike Marathon - Tour del Nord
"Viagiar descànta, ma se ti parti mona te torni mona"

  • Il viaggio è durato 16 Giorni
  • Budget speso Più di 2.000€
  • Ho viaggiato Con gli amici
  • Continenti visitati: Asia
  • Stati visitati: Mongolia
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da Alberto Perotti il 18/11/2019
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  1. Giorno 1

    27/07/2019 - Sabato
    La sveglia suona per tempo ma la stanchezza accumulata fino a ieri mi fa muovere a rilento, esco di casa tardi e mi tocca correre fino alla fermata della metro per riuscire ad arrivare a Porta Susa e salire sul pullman diretto a Malpensa, giusto prima che si chiudano le porte.
    In coda al check-in incontro Piergiovanni e Riccardo, padre e figlio, con la passione della fotografia e della moto e poco dopo incrociamo anche Lorenzo ed Edoardo, altri due partecipanti al tour.
    La partenza per Mosca avviene in ritardo di più di un'ora e quasi perdiamo la coincidenza per la Mongolia; in attesa di imbarcarci sull'aereo per Ulaan Bataar si uniscono al gruppo anche Sonia, Agnese e Zena.

  2. Giorno 2

    28/07/2019 - Domenica
    Alla fine, siamo riusciti a prendere il volo giusto ma i nostri bagagli no, si è rivelato quindi utile, il giorno dell'arrivo, avere i vestiti di ricambio nel bagaglio a mano.
    Giunti in aeroporto troviamo ad aspettarci Simone, il nostro accompagnatore italiano, insieme a Paolo ed Elio arrivati con un altro volo.
    La giornata la trascorriamo passeggiando per la capitale mongola, Ulaan Baatar (Eroe Rosso), cercando di riprenderci dal jet lag; la sera ci raggiungono anche Maurizio e Daniela, il gruppo è al completo (al netto dei bagagli) e pronto per questa nuova avventura.
    Vengono fatti gli abbinamenti delle camere e io dovrò condividere la stanza con Lorenzo che si rivelerà essere l'intrattenitore del gruppo e che durante il viaggio mi insegnerà una nuova applicazione del kotegaeshi (antica tecnica di leva articolare giapponese) per fare un nodo alla corda per stendere i panni e a come dividere una torta in otto fette con soli tre tagli.

  3. Giorno 3

    29/07/2019 - Lunedì
    Il clima non concede tregua e continua a piovere ininterrottamente; nella prima mattinata arrivano i bagagli ma partiamo con due ore di ritardo, e recuperare sotto la pioggia è dura.
    La carovana è composta da una Mitsubishi guidata da Simone che apre la strada, le sette moto guidate da Edoardo, Lorenzo, Maurizio, Paolo, Riccardo, Piergiovanni e dal sottoscritto, una Toyota guidata da Enkh e uno UAZ guidato dai meccanici (gli altri equamente ripartiti fra la Mitsubishi e la Toyota).
    Abbiamo un primo assaggio delle piste mongole, strade sabbiose o di terra battuta ci portano a pranzo in un campo ger.
    Iniziamo a prendere confidenza con le moto che, partite con zero chilometri nel pistone, si ritrovano con 298 km all'arrivo al campo ger di Khogno Khan; sono leggere e maneggevoli, andare ai 70 km/h è già un grande risultato, ma in ogni caso sembra di correre ai 140! Perdiamo qualche bullone (e un parafango) per strada ma la vista a sera delle ger ai piedi di un piccolo promontorio è qualcosa di emozionante.
    Stare in piedi sulla moto è faticoso perché i comandi sono bassi, frenare è un concetto relativo, ma ci dicono che la confidenza aumenterà nei prossimi giorni.

  4. Giorno 4

    30/07/2019 - Martedì
    "In sella" suggerisce Simone.
    Partenza tranquilla e dopo pochi chilometri costeggiamo sulla destra delle dune di sabbia, svoltiamo e ci fermiamo ai loro piedi per ammirare il deserto (Mongol Els).
    Di soffermarmi a contemplare il deserto non ne ho però il tempo perché Simone ci invita a provare la guida sulla sabbia. "Ottimo!", penso io. Pronti, via! E mi impantano al primo dosso sabbioso da cui mi aiuta ad uscire Enkh(bataar), la guida locale.
    Con le moto, delle fiammanti Yingang 150, proviamo un po' di curve e di scavallamento delle dune ed è subito ora di ripartire.
    "In sella!" barrisce Simone, e io non ho fatto la foto ai cammelli.
    Raggiungiamo Kharkhorin dove facciamo benzina per la prima volta dalla partenza, per cui le motorette ci hanno dimostrato di poter veramente fare 40 km con un litro.
    Visita al museo dell'antica capitale mongola e al monastero buddista di Erdene Zuu Khiid.
    "In sella!" ordina Simone, e per piste ampie e scorrevoli raggiungiamo il lago Ugii Nuur, ma bisogna sforzarsi a stare di più in piedi sulla moto se si vogliono evitare i sobbalzi delle continue buche.
    All'arrivo ci attende a sorpresa l'esibizione di un gruppo musicale locale (Kharkorin) che ci diletta con gli strumenti tipici mongoli, il throat sing (canto di gola) e il contorsionismo.
    Nota piacevole a fine serata, torta a sorpresa per il compleanno di Daniela.
    Chilometri percorsi 163.

  5. Giorno 5

    31/07/2019 - Mercoledì
    "In sella!" nitrisce Simone, ci aspettano 230 chilometri!
    Ne percorriamo un'ottantina su piste piacevoli e scorrevoli, incontrando branchi di mucche e greggi di capre, e branchi di cavalli ogni tanto incrociano il nostro cammino.
    Ampie curve, buche e qualche dosso da saltare (ma non ditelo a Dawa e Gansoot, i meccanici) ci accompagnano fino a pranzo.
    "In sella cani randagi!" ci invita gentilmente Simone per riprendere il cammino verso il vulcano di Khorgo.
    Passiamo dal canyon del fiume Chulut e strade ben bucate e con sassi appuntiti affioranti (si registra la prima caduta del viaggio, artefice Maurizio) ci portano fino allo Stupa Bianco, sulla cima di una impervia collina da cui si può ammirare anche il vulcano.
    Talmente impervia la collina che una famiglia mongola la scavalla in tre su una moto mentre noi sudiamo per raggiungere la sommità.
    Alla fine, i chilometri si rivelano essere 293 e giunti a sera si procede a fare un po' di manutenzione tirando la catena delle motociclette.
    Pernottamento con vista sul Lago Bianco (Terkhiin Tsagaan Nuur) a circa 2.000 metri sul livello del mare.
    A sera Lorenzo sfoggia a tavola il contenuto nascosto del suo bagaglio, salame e formaggio (!), e Simone gli fa trovare una torta per il suo compleanno (anche se poi scopriamo che sarebbe stato il giorno dopo).

  6. Giorno 6

    01/08/2019 - Giovedì
    Mattinata di relax per passeggiare sulle rive dello Tsagaan Nuur fin verso le 11 poi, con il suo caratteristico mantra, "In sella!", Simone ci invita a proseguire sfumacchiando l'ennesima sigaretta.
    Le piste sono un po' rovinate dalle recenti piogge e pian piano seguiamo la Mitsubishi della guida fino a pranzo dove ci fermiamo su un passo a circa 2.600 m slm.
    Durante la pausa incontriamo un gruppo di australiani che fanno il percorso inverso al nostro con le loro BMW F650GS noleggiate nella capitale.
    "Siori in sella!" ci esorta Simone dandoci la possibilità di precederlo, visto che non c'è più rischio di perdersi.
    Percorriamo una decina di chilometri e poi lo attendiamo all'imboccatura di un'ampia valle che promette essere terra di verdi pascoli e quindi di piste tutte da correre con le nostre cavalcature.
    "Andate bestie!" ci sprona Simone, e noi come una mandria di giovani yak con la lingua di fuori ci lanciamo alla ricerca del prossimo guado da attraversare, del prossimo promontorio o del prossimo pianoro da ammirare con occhi stupefatti come solo quelli dei bambini possono essere.
    Arrivati nel tardo pomeriggio a Jargalant (una delle tante cittadine con questo nome che incontreremo durante il viaggio), ci accoglie la pioggia che ci invoglia ad una pennichella ristoratrice e ad un tuffo nell'acqua calda delle terme.
    Chilometri percorsi 84.

  7. Giorno 7

    02/08/2019 - Venerdì
    "In sella Siori.", sibila Simone, e lasciamo alle spalle il colorato villaggio di Jargalant per affrontare i monti che circondano la vallata.
    Procediamo dietro la sua monovolume che si inoltra nel dedalo di piste a noi sconosciute e mordendo il freno saliamo per stradine sassose seguiti dallo UAZ, mezzo di supporto guidato da Gansoot, e dal Land Rover che porta gli altri passeggeri (la Toyota iniziale ha fuso il motore il primo giorno).
    Saliamo di quota fino ad un altipiano ondulato dove al grido di "Andate bastardi!" Simone ci toglie il guinzaglio e noi ci buttiamo in una corsa sfrenata, come levrieri dietro ad una lepre, aprendoci a raggiera e occupando tutte le corsie delle piste disponibili.
    Ci fermiamo in mezzo al nulla per pranzare e Sonia ed Agnese ne approfittano per fare un giretto in moto.
    Dopo pranzo Simone ci rimette alla corda perché siamo leggermente fuori traccia e dobbiamo ritrovare la strada giusta.

    Quando la direzione è ormai certa ci dà di nuovo la possibilità di sfogare ancora un po' la voglia di correre.
    Il sentiero dapprima sassoso e tortuoso (si registra la seconda caduta del viaggio ad opera di Paolo) diventa nuovamente pianeggiante, mi accodo allora a Edoardo, che oramai ho preso come riferimento per la guida in fuoristrada, e grazie alla confidenza raggiunta con le moto teniamo una media per alcuni tratti dei 50 km/h toccando punte di 70-75, giusto per dire quanto la pista fosse scorrevole.
    Superato il primo vero ponte moderno incontrato finora, approcciamo in serata la città di Moron.
    Chilometri percorsi 163.

  8. Giorno 8

    03/08/2019 - Sabato
    Giornata di trasferimento da Moron al lago Khovsgol Nuur, nota località turistica mongola.
    Dopo pranzo "Siori sul battello.", ci sorprende Simone, e ci ritroviamo su di un vecchio rimorchiatore russo che ci consente di vedere come si divertono gli autoctoni.
    Terminato il giro sulla "Love Boat" locale raggiungiamo il campo ger dove pernotteremo per due notti.
    Sarà il campo lussuoso con il riscaldamento a pavimento, sarà lo scarico di adrenalina, ma la stanchezza si fa sentire e il letto ci accoglie dolcemente.
    Chilometri percorsi 102.

  9. Giorno 9

    04/08/2019 - Domenica
    Giornata di "riposo", durante la quale percorriamo pochi chilometri a zonzo fra le montagne che circondano il lago; ne approfittano le tre fanciulle, Agnese, Sonia e Zena, per farsi scarrozzare in moto e provare la brezza, e l'ebbrezza, del vento sul viso e delle buche sotto il sedere. Anche Elio, fotografo ufficiale del viaggio, non si fa sfuggire l'occasione per guidare la moto per una giornata.
    Incontriamo dapprima il bivacco di una famiglia Ducha o, in forma dispregiativa, Tsaatan, termine che significa "Uomini renna" in quanto questo popolo è dedito all'allevamento di questi animali.
    Vedere da vicino questi splendidi esseri è stato molto emozionante anche se mi è dispiaciuto constatare come siano diventati un'attrazione per turisti, con un anello di bancarelle tutto intorno al tepee.
    Ripartiamo alla volta del campo ger dove consumeremo per pranzo un ottimo stinco di pecora, ma prima Simone ci accompagna a visitare un luogo di culto sciamanico.
    In silenzio approcciamo un'arena in mezzo al bosco composta da tanti tepee, ognuno dei quali costituisce una sorta di altare e tutti insieme circondano uno spiazzo con un enorme braciere dedicato ai sacrifici.
    Simone ci racconta il suo incontro con lo sciamanesimo e la storia di quest'ultimo e dalle sue parole si percepisce quanto rispetto abbia per queste persone.
    Dopo pranzo ci dirigiamo sulla sommità di un promontorio che domina il lago Khovsgol e durante il tragitto mi capita di forare la gomma posteriore.
    Fortunatamente ci siamo fermati all'altezza dell'anello di bancarelle e grazie ad Enkh salta fuori un kit di riparazione di camere d'aria e una pompetta da bicicletta con cui viene riparata la foratura e possiamo riprendere il cammino.
    Stallonando la gomma si scopre che ho pinzato la camera d'aria su una delle tante buche della strada e vinco il primato della prima foratura in assoluto dei tours della Mongolia Motorbike Marathon.
    Saliamo su per una mulattiera sassosa fino in cima al promontorio da cui si gode di una vista stupenda e qua bisogna fare i complimenti a Paolo e a Riccardo che hanno affrontato la salita portandosi dietro Agnese e Sonia; Zena invece si è fatta accompagnare da Simone.
    Torniamo quindi al nostro campo ger e conoscendo la strada abbiamo modo di dare sfogo a tutta la potenza dei 9 cv delle nostre Yingang 150! Prima di giungere a destinazione, Edoardo, Piergiovanni ed io, in una delle pause fatte per ricomporre il gruppo, diventiamo fonte di attrazione per due mongoli che ci avvicinano in moto e con i quali scambiamo poche stentate parole.
    A sera si festeggia in riva al lago e poi tutti a nanna che l'indomani ci toccherà una tappa impegnativa.
    Chilometri percorsi 91.

  10. Giorno 10

    05/08/2019 - Lunedì
    Partenza dall'eden del lago Khovsgol per la tappa più tosta del viaggio su un percorso boschivo che le piogge dei giorni scorsi hanno reso pieno di insidie.
    Incontriamo ben presto zone fangose e acquitrini che ci accompagneranno per tutta la giornata.
    Nei guadi Maurizio ed io cerchiamo di dare una lavata alle moto, riuscendo però solo a lavare noi stessi cascandoci direttamente dentro.
    Dopo una secca e giusta ramanzina fattaci da Simone per esserci separati da lui ad un bivio, iniziamo ad infilare una serie di sfortune che bastano per tutta la durata del viaggio. Non si contano le cadute (la cui più disastrosa forse è stata la mia) e le uscite di pista per via del fango, a cui seguono una foratura di Riccardo e l'impantanamento del mezzo di Simone.
    Arriviamo al campo ger di Erdenenbulgan alle 21.15 dopo circa 12 ore di moto (al netto delle pause) pronti per la cena e una sana dormita.
    Domani è un altro giorno!
    Chilometri percorsi 163.

  11. Giorno 11

    06/08/2019 - Martedì
    "In sella teste di vitello!" ci ammonisce Simone memore della divagazione del giorno precedente.
    Ci aspetta una giornata di trasferimento e, non prima di aver riparato una foratura alla jeep rimediata il giorno precedente, imbocchiamo piste ampie e scorrevoli lungo una vallata pianeggiante per cui Simone ci dà il largo come alle galline e tiriamo dritto fino ad incrociare l'asfalto.
    Dopo la pausa pranzo fatta ai margini di un boschetto, riprendiamo la strada verso una pasticceria dove la guida ci ha promesso il "dessert". Incontriamo questa "cattedrale nel deserto" ma grande è la delusione quando veniamo informati che non c'è più una fetta di torta disponibile.
    Torniamo a macinare chilometri e giunti al campo ger vicino a Unit, Simone inizia una lunga trattativa con il proprietario per poter usare il barbecue affumicatore per poter cucinare una torta di mele e mantenere la promessa fatta a pranzo; in tutto ciò l'aiuta Daniela che si rimbocca le maniche e comincia ad impastare.
    Nel mentre, una buona parte di noi dismette gli abiti da motociclista e montati sulla jeep andiamo fino al vulcano Uran Togoo, ormai spento e con un bel laghetto al centro del cratere.
    Cena con a seguire torta affumicata e poi a nanna.
    Chilometri percorsi 210.

  12. Giorno 12

    07/08/2019 - Mercoledì
    Partenza da Unit in direzione Erdenet su strada asfaltata... auricolari alle orecchie per sopperire alla noia dell'asfalto e via andare.
    Raggiungiamo la città mineraria per pranzo non prima di aver visitato un sito religioso costruito di recente sovrastato da un enorme Budda seduto, alto circa 15 metri.
    Riprendiamo i mezzi motorizzati alla volta di Amarbayasgalant, il più grande e meglio conservato complesso religioso buddista, patrimonio dell'Unesco.
    Appena imboccata la sterrata comprendiamo che non sarà semplicissimo arrivarci ma tant'è, dritti (più o meno) verso la meta.
    Ci fermiamo per una pausa in cima ad una collina ma perdiamo forse un po' troppo tempo e "Gentili Signori volete avere la cortesia di poggiare il vostro deretano su quelle selle!?!" ci sollecita garbatamente Simone. Dopo qualche saliscendi e un paio di guadi divertenti ci ritroviamo in un'ampia vallata al cui fondo si staglia il monastero.
    Il sito si presenta carico di energia ed è utilizzato anche per il culto sciamanico.
    Affascinante l'ampio salone dove si officiano le preghiere ma più pregno di magia è lo spiazzo antistante con i cerchi tracciati sul terreno e il troncone di muro costruito a delimitazione del sito.
    Doccia, cena, vodka e nanna.
    Chilometri percorsi 238.

  13. Giorno 13

    08/08/2019
    Partiamo da Amarbayasgalant per avvicinarci alla capitale.
    Superiamo i due guadi della valle che anche oggi mi costringono a rendergli omaggio concludendo da seduto la traversata; mi rimarrà l'amaro in bocca per non essere riuscito ad attraversare il lungo guado in piedi... ma mi rifarò nel prossimo viaggio!
    La mattinata trascorre tranquilla dietro la jeep affumicatrice di Enkh.
    Dopo pranzo, preso dall'ebbrezza della mancanza di ossigeno ad alta quota, Zio Lollo si prende il tempo di risalire con la moto la cima di una collina per poi ridiscenderne in stile slalom gigante.
    Torniamo sulla pista e per l'ultima volta del viaggio Simone apre le porte della stalla e ci togliamo lo sfizio di un'ultima galoppata fino a raggiungere i resti della statale AO401 dove torniamo ad accodarci alla monovolume di Simone che ci accompagna a Bornuur in un resort in collina con enormi ger di legno della Mongolian Secret History.
    Prima di abbandonare le piste del nord della Mongolia ci fermiamo a visitare una famiglia nomade dedita all'allevamento dei cavalli e assistiamo alla mungitura delle giumente oltre ad avere la possibilità di assaggiare il prelibatissimo (per chi piace) airag, il latte fermentato di cui i Mongoli vanno ghiotti.
    Dopo la consueta vodka serale ci accingiamo ad andare a dormire ma prima passiamo a salutare Enkh, Dawa e Gansoot che stanno giocando a biliardo nella sala a fianco; non l'avessimo mai fatto... scatta la sfida Mongolia-Italia con le squadre composte da Enkh e Dawa per la Mongolia mentre la compagine italiana è composta da Simone e dal sottoscritto.
    Come nella ormai classica scena della partita Italia-Marocco del film "Tre uomini e una gamba", partiamo bene con palla messa in buca da Simone, ma il risultato finale è impietoso e a favore della Mongolia.
    Chilometri percorsi 163.

  14. Giorno 14

    09/08/2019 - Venerdì
    Riprendiamo il percorso sulla statale in fase di rifacimento, ricoperta di un sottile strato di fanghiglia a causa dell'acqua scesa durante la notte. Per pranzo ci fermiamo al Gobi Resort che in questi giorni è sede degli allenamenti della nazionale mongola di judo.
    Il clima rimasto uggioso per tutta la giornata peggiora nel pomeriggio e il nostro arrivo a Ulaan Bataar è accolto da un tremendo acquazzone.
    Oramai la stanchezza si fa sentire e dopo aver dato una grossolana lavata alle moto rientriamo in albergo.
    La sera Simone ci porta a visitare l'atelier di una calligrafa che redige i nostri attestati di partecipazione in diretta e poi ci accompagna al lussuosissimo ristorante Veranda per farci reincontrare i sapori nostrani.
    Chilometri percorsi 146.

  15. Giorno 15

    10/08/2019 - Sabato
    Giornata libera dedicata alla visita della città. Con Elio, Agnese e Zena ci incamminiamo per le vie urbane fino a raggiungere il Naran Tuul, il vecchio mercato nero della città, oggi polo commerciale dove puoi trovare di tutto, dalle stufe per le ger alle canne da pesca, dalle biciclette alle stoffe pregiate.
    Torniamo sui nostri passi per raggiungere la piazza del Parlamento, dove incrociamo gli altri gruppetti in attesa del cambio della guardia che però oggi non avrà luogo e non ci è dato sapere il perché.
    Ci dirigiamo quindi all'ufficio postale per consentirmi l'anacronistica possibilità di inviare delle cartoline, e proseguiamo poi verso lo State Department Store per gli acquisti di rito e poi al Gandan Temple dove assistiamo all'omelia di alcuni monaci e possiamo ammirare un enorme Budda in piedi.
    Concludiamo il giro turistico con una corsa in taxi fino al Palazzo d'Inverno e annesso museo del Bogd Khan, imperatore della Mongolia.
    La sera ci attende una cena nel lussuosissimo albergo Shrangri La per poi scambiarci gli ultimi saluti prima della partenza per l'Italia.

  16. Giorno 16

    11/08/2019 - Domenica
    Tempo di rientrare; sveglia presto, un'ultima sistematina ai bagagli e via in aeroporto.
    Tutto il gruppo è partito con il volo delle 7, ad eccezione di Elio che partirà con me alle 9 e Maurizio e Daniela che partiranno nel pomeriggio.
    A Mosca incontriamo ancora Sonia che aspetta la coincidenza per Venezia e quindi abbiamo tempo, parecchio tempo, per perderci in chiacchiere varie, sistemare le foto sul cellulare e pensare ai prossimi viaggi.
    All'arrivo a Milano il pullman delle 19.30 è pieno e mi tocca aspettare quello delle 21, poco male, continua la pulizia del cellulare.
    Tornato a casa vado dritto a letto, per la classica pasta del rientro da un viaggio ci sarà tempo domani.

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