3 Giorni tra Pisa e Firenze

Era da tanto che sognavamo di tuffarci nella città che rappresenta il Rinascimento in Europa e nel mondo. Era da tanto che sognavamo di guardare negli occhi Michelangelo attraverso il suo David, Botticelli e la sua Venere, Raffaello e la sua Madonna, Giotto, Cimabue, Tiziano, Piero della Francesca… Leonardo da Vinci. Era da tanto che sognavamo di guardare negli occhi, con i nostri occhi, Firenze.

  • Il viaggio è durato 3 Giorni
  • Budget speso Da 251€ a 500€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Italia
  • Viaggio fatto in primavera
  • Scritto da Vito Mandina il 24/03/2016
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  1. Giorno 1

    Partenza da Palermo nel tardo pomeriggio, di Venerdì, direzione Pisa. Arrivo previsto intorno alle 20:00, volo per fortuna puntualissimo. A differenza della maggior parte della città, Pisa ha un aeroporto proprio nel nucleo cittadino, insomma metti piede fuori e sei in città.
    Non per pigrizia, ma per ottimizzare i tempi, avevamo già predisposto un transfer con taxi verso il b&b. Lo troviamo as aspettarci all'uscita, un signore corpulento ma molto molto simpatico, e visibilmente innamorato della sua città. Si evince dalla rabbia con cui denota alcune disfunzioni cittadine, che per noi gente del sud abituati ai paradossi di città come Palermo, sono a dir poco invisibili. Arriviamo al b&b che avevamo prenotato, Villa Soriano, a un prezzo davvero eccezionale. Struttura buona, rapporto qualità prezzo ottimo. Posiamo tutto quanto, ci alleggeriamo dei bagagli e subito partiamo a piedi verso Piazza dei Miracoli.
    Devo dire che la prima impressione di Pisa non è stata buonissima. Le strade fino a ridosso del centro erano deserte, troppo silenziose, quasi inquietanti. Sarà stata la fitta nebbia, ma eravamo quasi sul chi va là mentre incedevamo a passo veloce verso quel miracolo che è la Piazza.
    Arrivati, l'impatto è stato davvero pazzesco. Come può stare ancora in piedi? La pendenza della Torre è incredibile. Sarei stato lì ore a girare intorno per capire le meccaniche gravitazionali che la portano a essere lì, ancora. Meccaniche, secondo me, divine.
    Guida alla mano, scopriamo tutti i lavori e gli interventi (quelli non divini), scopriamo addirittura, con un misto di stupore, rabbia e sorrisi, che quando fu organizzato uno speciale consesso di esperti rappresentanti dei più grandi paesi del mondo, per studiare gli interventi da compiere per mantenere in vita quel capolavoro, i Giapponesi proposero di buttarla giù e rifarne una copia. Massì;!
    Il giro della piazza è stato magico. La Cattedrale è imponente, il Camposanto monumentale. Davvero strano che, persino nel cuore della piazza, vi fosse un silenzio quasi sepolcrale e pochissima gente.
    Impossibile, non può essere così. Dov'è l'anima universitaria di Pisa? Ci avviamo verso il lungofiume. Chiediamo a qualche indigeno che ci spiega che la "Movida" sta verso la zona dei Cavalieri. Giù al galoppo allora, arriviamo e; eccola, eccola qui l'anima universitaria di Pisa! Siamo a Piazza delle Vettovaglie, giusto dietro Piazza Garibaldi, e veniamo accolti da musica, gente, birra e panini formidabili! Ci siamo abbuffati alla grande di panini con salumi e strane salsine, bicchieri di vino a go go.
    Soddisfatti, eccola Pisa! Si, la Piazza dei Miracoli e la Torre Pendente, ma si, Piazza delle Vettovaglie, panuozzi e vino!

  2. Giorno 2

    Sveglia di buon mattino, check out, si va alla stazione e si prende il treno per Firenze. Il tragitto è un capolavoro di paesaggi, di colline, di luce. Siamo fortunati, becchiamo una coppia toscana davvero simpatica, molto disponibile, e l'ora di percorso passa via tra una chiacchiera e l'altra, tra gli immancabili "dove mangiare la fiorentina vera" e "dove non mangiarla".
    Via l'ora, siamo a Firenze. Si, ci siamo. Siamo a Firenze! Si respira un'aria già nuova, frizzante. Si, un po' il freddo, ma soprattutto l'emozione, l'euforia. Di corsa, anzi no, andiamo con lentezza, verso l'Hotel dei Medici. Siamo praticamente in Piazza della Repubblica, a un passo e mezzo da Piazza Duomo, dal Battistero, dal Campanile, da Palazzo Vecchio; Siamo nel Rinascimento italiano.
    Abbiamo appuntamento con la guida che abbiamo prenotato e pagato direttamente online: giro città a piedi e Uffizi. Perché tutto appare con occhi diversi quando le storie ti vengono raccontate dalla gente del posto, da chi la vive, la conosce, la studia. Perché un palazzo, una strada, una pietra, può significare nulla o tutto, se cambi la prospettiva. La guida difatti è stata bravissima. A piedi ci ha portato alla scoperta di una delle città più ricche del mondo, raccontandoci aneddoti, lotte, battaglie, famiglie, inciuci. A Firenze devi idratarti spesso, e bere molta acqua, perché a stare sempre a bocca aperta, ti si secca. Ma non puoi farne a meno.
    Mi sento di suggerire caldamente di prenotare la guida. A noi il girocittà a piedi e Uffizi, è costato circa 50 euro a testa. A posteriori, glie ne avrei dati anche il doppio. Biglietto per la galleria incluso e; ingresso senza fila!
    E veniamo lì, agli Uffizi; munitevi di fazzoletti perché è commovente; commovente. Scopri che la bellezza può avere dei connotati, delle declinazioni, che non immaginavi. Lo scopri lì, quando senti di avere le vertigini perché non fai che girare su te stesso, alzare e abbassare gli occhi, sgranarli, piangere, e sorridere. Una concentrazione pazzesca di capolavori. Pazzesca. L'escursus è cronologico, per seguire anche l'evoluzione e le rivoluzioni artistiche messe in atto da questi maestri divini. Non ci sono parole, non possono esserci. E non ne lascerò.
    Parlerò invece del cibo. Come non farlo! Siamo passati da Ponte Vecchio (ahhh ma che meraviglia;) e ci siamo fermati in una piccola enoteca all'inizio (o alla fine) del ponte. Ragazze bellissime servivano panini ancora più belli. Ma quanto può essere buona la soppressata? E quanto può essere buono un Chianti Classico o un Brunello di Montalcino? Tanto buoni che dopo due o tre non lo capisci neanche più!
    Alla sera, ci si rinfresca in hotel dopo un numero incalcolabile di aperitivi e si va al ristorante per provare la regina delle tavole toscane: la Fiorentina, ma quella vera!
    Su suggerimento dei compagni di treno, si va alla Giostra. Prenotate, altrimenti son problemi;
    Fin dall'ingresso, mentre aspettiamo che si liberi il tavolo che abbiamo prenotato, ci accoglie una gentilezza, una cordialità, una savoir faire, che da tanto tempo non trovavamo in altri posti. Fantastico, davvero eccellenti, tutti. Per ammazzare il tempo, diamo un'occhiata alle fotografie alle pareti; caspita, ma qui c'è venuto davvero chiunque! Brad Pitt, John Travolta, Ilaria d'Amico, Luis Figo, Rocco Siffredi, la Nazionale Campione del Mondo 2006; eh, si presenta bene!
    Ci accomodiamo, e senza neppure chiederlo, ci portano già un calice di prosecco e un antipasto di benvenuto, omaggio della casa; si, ok, lo fanno con tutti, e allora?
    Ma veniamo a noi; vogliamo la Fiorentina! "Facciamo intorno a 1kg, per 2 direi che ci siamo". "eh no" dicono loro, "la pezzatura minima è 1,5kg"; caspita. Non che la sfida mi spaventasse in generale, ma dopo gli incalcolabili aperitivi; ce la faremo? "Bene, vada per quella che hai, chissenefrega".
    Dopo giusto un paio di minuti dall'ordinazione, e giusto un paio di altri bicchieri di vino, arriva il pentimento dell'acquisto; marcia indietro? Si dai, domani li sfidiamo di nuovo. Eh no; troppo tardi, la mucca è già sulla brace. Ok, fatti forza stomaco mio!
    Ci portano un mostro da 1,8kg. Un mostro. E hanno pure il coraggio di mettere un sacco di contorni meravigliosi! Patate, carote, verdure grigliate; si ma hai visto cosa c'è lì al centro? Occupa una tavola intera! Mia moglie si arrende subito, giusto un paio di bocconi per capire che non abbiamo mai mangiato nulla di simile e da quel momento in poi nessuno al mondo potrà più permettersi di spacciare una bistecca per una fiorentina, non con noi. Io no, ho un impegno da portare a termine. Faccio a pezzi il mostro, vinco per ko, senza storie. Mi spolpo per bene pure l'osso, è troppo buona. E voglio pure il dolce!
    Vado alla cassa piegato in due come un anziano spaccapietre, ho vinto ma lo scontro mi ha segnato. Il conto è salato, ma né più né meno rispetto a quanto ci aspettavamo. Siamo intorno ai 150 euro in 2. Eh si, ma se il paradiso avesse un peso, io me ne sono mangiato 2 kg!

  3. Giorno 3

    Manca poco, per fortuna l'aereo parte in tarda serata. Centelliniamo le visite, per fortuna il pomeriggio precedente tra un aperitivo e un altro, siamo riusciti ad andare persino a San Miniato.
    Ci mancano Battistero, Cattedrale, Galleria dell'Accademia e Museo di Palazzo Vecchio. Il Bargello sarà per la prossima volta. Ce la facciamo, visitiamo tutto, lo stupore non tende a diminuire. Abbiamo anche il tempo di mangiare il panino con il Lampredotto a San Lorenzo, di mangiare la Pappa al pomodoro, che scopriamo con piacere non essere pasta con sugo ma una zuppa di pane con pomodoro, mangiamo pure la ribollita, facciamo ancora aperitivi, panini e vino, nella strada del tanto rinomato Antico Vinaio. Ma non andiamo lì; personalmente, le code preferisco farle per la cattedrale e la cupola del Brunelleschi. Andiamo alla Prosciutteria, a 8 metri di distanza. Non avremmo potuto desiderare di meglio! Mangiamo fino a stare male, ma che dico, fino a stare benissimo!
    E naturalmente, giuriamo a noi stessi che quello non sarà un addio.

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