Colmar, Il nostro capodanno al principio di un viaggio

Quella notte, come sempre prima di iniziare un viaggio, non riuscivo ad addormentarmi. Mi giravo e rigiravo, alla ricerca di quella che sarebbe stata la posizione giusta, quella perfetta per sprofondare nel desiderato sonno profondo (fondamentale per affrontare 8 ore di macchina). Le ore non passavano mai, non vedevo l’ora di alzarmi ormai, quando, inaspettatamente, mi addormentai, sì, ce l’avevo fatta!

  • Il viaggio è durato 2 Giorni
  • Budget speso Da 1€ a 250€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Francia
  • Viaggio fatto in inverno
  • Scritto da Mad R il 11/01/2018
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  1. Giorno 1

    Mi sentivo frastornata per le poche ore di sonno, ma come potevo essere irritata per questo adesso? Stavamo per prendere la macchina e guidare alla scoperta di qualcosa di nuovo: sapori, colori, comportamenti.. non potevo che essere felice.

    Così ci siamo messi alla guida, volenterosi e tenaci, 130km/h costanti con l'obiettivo di arrivare il prima possibile. Peccato che non sia durato per molto.. incidente grave a Modena, 1 ora e trenta di coda.

    Ma è stato l'attraversamento della Svizzera a sfiancarci di più, nonostante la bellezza dei contorni innevati. Il confine con la Francia sembrava non dovesse arrivare mai e come se non bastasse abbiamo trovato un altro blocco al passo del San Gottardo, sta volta di una quarantina di minuti, forse un'ora, ma non saprei, ormai i minuti ci pesavano come macigni.

    Quando finalmente siamo arrivati erano le 19.30 e furono le nostre gambe a implorarci di uscire subito. Così ci ritrovammo tra i mercatini di Eguisheim, rinnegando la stanchezza mentale. Qui già era facile definire i colori e gli odori alsaziani; le case così caratteristiche da sembrare di marzapane. Passeggiammo perciò sotto una pioggia stanca mentre il vin brulé ci scaldava le mani tra una foto e l'altra e non desideravamo altro che essere lì in quel momento.

  2. Giorno 2

    Al mattino svegli presto, volevamo vedere Colmar. Quel giorno non piovve ma il cielo non volle mai abbandonare il suo aspetto intimidatorio.

    L'aria era fresca e si respirava un piacevole odore di pane fresco confuso da uno più forte di biscotti al burro.
    Fummo subito colpiti dall'ordinata bellezza delle costruzioni a graticcio, colorate e con il tetto a spioventi, che gli conferivano un aspetto teutonico e decisamente nordico. Alcune di queste case si affacciavano in modo molto pittoresco sulle acque del fiume Reno, ragione cardine per cui Colmar è denominata "la Petite Venise". Dell'indiscutibile bellezza di Venezia personalmente ci ho visto poco ma ammetto che nel periodo natalizio l'atmosfera è davvero magica, fummo quasi come trasportati in una fiaba. Le strade erano piene di affacci su accurati cortili interni e di botteghe tradizionali, le quali insegne presentavano nomi in caratteri gotici.

    La sera, quella di capodanno, fummo costretti a cenare presto, nell'unico ristorante aperto che ci permetteva di non spendere una cifra esorbitante, ma che purtroppo ci congedò altrettanto presto, le 21.

    Fu così che, dopo una breve passeggiata digestiva, passammo le 4 ore successive nell'unico pub che trovammo aperto nella piccola e silente Colmar quella sera. Odorava di legno vecchio, alcool e sudaticcio; il soffitto era tappezzato di biancheria intima, in particolare da donna; il barista era un personaggio bizzarro dai capelli brizzolati che nascondeva un sorriso gioioso sotto dei baffi poco curati, il classico tipo di persona che trasmette serenità.

    Ovviamente era straripante di persone, prima di trovare posto a sedere avemmo il tempo di finire la prima birra. A questa ne susseguirono altre 3 a testa e non solo.. ma meglio non approfondire questi dettagli.

    Finché si fece la mezzanotte. Festeggiammo insieme a tutti, chiunque fosse presente quella notte, brindavamo e ci auguravamo buon anno in tutte le lingue.

    È in momenti come questi che siamo tutti legati inesorabilmente da medesimi propositi e aspettative, nonostante le nostre storie fossero tanto diverse, distinte ed estranee. Inconsciamente ognuno di noi ad esempio immaginava minuziosamente il futuro e ingigantiva (inevitabilmente) le aspettative positive, rispetto a quelle negative, sugli esiti della serata: un indubbio vantaggio rispetto agli altri animali, dal punto di vista evolutivo, ma una bella fregatura, se poi tutti quei desideri non si fossero concretizzati.

    Forse qualcosa potrà non essere andato nell'ideale fantasticato ma amai ogni attimo di quelle circostanze: la puzza di alcool e il caldo soffocante di quel pub; quel paese così fiabesco e ordinato; le persone e quella lingua che impiegavo sempre troppo tempo a tradurre; il frastuono dei petardi che riecheggiava nelle mie orecchie un po' alticce; le canzoni che cantammo stonati in strada; la sigaretta che sembrava non finire mai. Amai i suoi baci che sapevano di birra, i suoi abbracci avvolgenti, il suo odore dolce e stringerlo forte a me durante quella notte.

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