Il mio viaggio a New York

Ognuno di noi nasce con un sogno, con un desiderio ben radicato in se. Ognuno di noi lotterà tutta la vita per fare diventare il sogno realtà, ed i più fortunati ci riusciranno.
Ho sempre amato viaggiare, i miei genitori mi hanno condotto in diversi luoghi per il mondo, ma un luogo per me aveva sempre rappresentato il sogno più grande; New York.
Ho iniziato a lavorare a 19 anni subito dopo la maturità, da quel giorno incominciai a risparmiare ogni centesimo per costruirmi questo fantastico viaggio nella città delle città.
Vivendo da sola ci misi qualche anno a mettere da parte la cifra necessaria, e la soddisfazione fu assai grande.
La programmazione del viaggio durò 11 mesi, iniziò tutto dalla prenotazione del volo a Ottobre, una turbo bazza (come diciamo a Bologna) della SAS Air a 409€ a persona per Newark. MIO!
Il resto mesi di letture, ricerche e confronti.
11/08/2014 l'inizio di un grande viaggio.

  • Il viaggio è durato 10 Giorni
  • Budget speso Da 1.001€ a 1.500€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: America
  • Stati visitati: Stati Uniti d'America
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da Elena Pagnacco il 01/01/2017
Mostra tutte
  1. Giorno 1

    Giorno 11/8/2014; Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, volo Scandinavian Airlines con scalo di 6 ore a Copenaghen per poi volare a New York.
    Era buio pesto quando il nostro aereo sorvolò Manhattan, una virata a sinistra e dal nostro finestrino scorsi tutte le luci ed iniziai a distinguere gli edifici della grande mela. Il cuore mi batteva all'impazzata, era come se stessi guardando una di quelle riprese aeree dei documentari. Sfavillante ed indescrivibile, qui ho pianto per la prima volta di gioia.

    Il controllo documenti non è stato molto lungo essendo le ore 22 locali; il poliziotto notò il mio sorriso ebete mentre lasciavo le impronte digitali e mi chiese quanto ero felice di essere a New York, insomma era proprio così evidente!

    Per arrivare comodamente in hotel avevo prenotato un servizio di shuttle che arriva nel momento in cui il volo atterra e conduce direttamente in hotel. Con 16 dollari a persona un servizio davvero impeccabile che consiglio vivamente al posto del taxi, che è invece un pò più costoso.

    Nel tragitto tra aeroporto e hotel rimasi con il naso schiacciato contro il vetro scrutando verso l'alto i grattacieli, e poi nell'attraversare il ponte vidi lei, Lady Liberty illuminata sulla sua piccola isoletta che mi dava il benvenuto. Pianto numero 2.

    L'hotel Comfort Inn Manhattan era in una posizione davvero comoda, l'edificio era infatti a un solo isolato dall'Empire State Building e 4 isolati da Times Square.
    Tramite lo Shuttle in 30 minuti siamo arrivati in Hotel.
    Erano le 23.30 quando posai la mia valigia in camera, il sonno era completamente assente dal mio corpo sebbene fossi in giro da 15 ore.
    Così uscii dalla camera e mi tuffai per le vie di New York, le luci mi condussero alla coloratissima Times Square ancora affollatissima ti tante persone di etnie diverse tra loro. Seduta sulle scale rosse della piazza rimasi lì qualche decina di minuti in estasi rendendomi conto per la prima volta in tutti i miei viaggi di sentirmi come a casa.

  2. Giorno 2

    La sveglia suonò alle 8, ma io ero già sveglia da un pò con il cuore ancora in fibrillazione, seduta sul davanzale ad osservare il traffico ed il panorama davanti a me.
    Quando un luogo mi rapisce tanto dimentico addirittura di mangiare, quella mattina nella fretta di uscire per esplorare la città mi dimenticai della colazione in hotel, solo camminando lungo la 5th Avenue me ne ricordai, così mi fermai in uno di quei bar con i sedili in pelle stile Grease e comprai il mio primo Donuts americano e caffè da portare via, come una vera americana!
    Come primo giorno decisi di percorrere tutta la 5th Ave fino a Central Park, visitare lo zoo, assistere al famoso spettacolo con i leoni marini e perdermi per il parco.
    Lo zoo merita davvero di essere visto, lo spettacolo soddisfa sicuramente grandi e piccini.
    Prima di immergervi a Central Park munitevi di una cartina, ci sono diversi chioschi che le vendono a 1 dollaro e sono ben dettagliate. Non è certo da perdere la famosa statua di Balto, di Alice nel paese delle meraviglie e se siete davvero romantici anche un giro in barca a remi nel lago più piccolo.
    Interessanti anche alcune storie su edifici che si affacciano sul parco, come il San Remo;
    The San Remo in New York è uno dei palazzi più conosciuti grazie ai personaggi famosi che vi abitano o vi hanno abitato come:
    Dustin Hoffman, Madonna, Bono Vox, Steven Spielberg, Denzel Washington, Demi Moore, Bruce Willis e Tiger Woods.
    Quindi se volete tentare di vedere qualche personaggio famoso vi consiglio di appostarvi lì sotto, magari avrete fortuna.

    Un improvviso temporale nel pomeriggio mi costringe a ripararmi all'interno del museo Metropolitan dove mi perdo tra i reperti dell'antico Egitto fino all'orario di chiusura.
    Il biglietto lo avevo acquistato con la New York City Pass che offre a una cifra scontata del 20% tutti i musei e le principali attrazioni di NY.

  3. Giorno 3

    Giorno di pioggia che stravolge un pò i miei piani ed un pò il mio umore, ostinatamente mi dirigo a piedi sotto il diluvio al Flatyron Building, ma arrivo zuppa e mi convinco che è il giorno adatto a visitare il Museo di Storia Naturale. Con il biglietto del NY City Pass la fila è un pò più corta e ci lanciamo nell'esplorazione delle varie sale senza nemmeno una mappa o brochure. E' tutto ben spiegato e sembra davvero di essere nel film "Una notte al museo". La ricerca più estenuante è stata quella del T-rex famosissimo. Quella che per me rimane la sala più spettacolare di tutto il museo. Perdersi fisicamente e perdere la cognizione del tempo al museo di storia naturale è molto facile, così si fanno le 5 del pomeriggio e mi accorgo che ha già smesso di piovere da ore, che il cielo è blu, pulito...ideale per la crociera al tramonto sull'Hudson River, anche questa una delle attrazioni comprese nel City Pass.
    Esperienza divina, 2 ore di navigazione sul fiume, passando per Battery Park, sotto al ponte di Brooklyn e poi tornando indietro a sole tramontato, passando sotto la statua della libertà nell'orario in cui le visite turistiche sono finite. Il cielo era violaceo, l'isola vuota e lady L. che maestosamente guardava la città.
    Pianto numero 3. E' stato come vivere la scena di Rose che arriva a New York dopo il naufragio del Titanic.
    Finita la navigazione ci dirigiamo a piedi verso Times Square, osservando i negozi, i newyorkesi che dal lavoro rincasavano, i bambini giocare per le strade chiuse, ogni dettaglio è affascinante a New York.
    Cena in Times Square, un hamburger untissimo e sugosissimo seduta sulla scala, mentre osservo la città che non accenna a fermarsi mai.




  4. Giorno 4

    Reduce da 37 km percorsi a piedi il giorno prima il risveglio è decisamente lento, diventa necessario prendere il bus turistico Hop ON Off! 68 Dollari a persona per 3 giorni. Manhattan, Uptown, Downtown, Brooklyn, Bronx e Queens. Tutti raggiungibili con lo stesso biglietto.
    Un consiglio, gli spostamenti sono molto belli, ma anche lunghi. Non sembra, ma quando ci si avventura nel traffico newyorkese a qualsiasi orario c'è qualche ingorgo.
    Oggi si passeggia e scoprire Uptown, la parte di Central Park con il lago grande, il Dakota Building, Harlem dove si tengono le messe gospel ed il Lincon center.
    Central Park. Aperto dalle 6 all'una del mattino.
    Personalmente il quartiere che meno mi ha appassionato ed infatti ci ho passato solo mezza giornata, per poi tornare affamata di dolci a midtown fermandomi da Magnolia Bakery per gustare un dolcetto red velvet.
    Imperdibile Rockfeller Center, il negozio dei lego, e la terrazza del grattacielo compresa nel NY Pass, dalla quale si gode un panorama unico su Central Park. Il rumore della città è forte anche quassù, ma il panorama lo è di più! Passiamo qui il tramonto, curiosando con il binocolo tra i grattacieli.

  5. Giorno 5

    Con l'autobus scopriamo meglio Midtown, fermandoci in diverrsi punti;
    Fao Schwarz visto all'apertura! Scocca l'ora X, le 10. Due uomini vestiti da guardie russe aprirono l'enorme porta a due ante, lungo il tappeto rosso che percorre tutto il corridoio principale il personale disposto in ordine ci sorrideva accogliendoci con un caloroso benvenuto augurandoci il "Good Morning" migliore di sempre.

    5th Avenue visitata accuratamente, qui ho scovato il Xmas shop, un negozio dove ho speso più di 100 dollari in addobbi natalizi americani bellissimi.
    Grand Central Terminal, così affascinante, così imponente, con questo soffitto verde che è una vera opera d'arte. Qui rimango a scattare qualche foto, i pendolari frenetici sono affascinanti e percorrono ordinatamente il grande atrio nonostante la fretta.
    Chrysler Building è uno dei grattacieli più belli della metropoli, non è possibile salirvi, dovrete accontentarvi solo dell'atrio.
    Palazzo dell'Onu.
    New York Public Library. Orari d'apertura: dalle 10 alle 18; qui hanno girato il film "The day after Tomorrow", la libreria è affascinante proprio come immaginavo dal film, presa dall'entusiasmo sono rimasta qui dentro oltre 3 ore, credo di essermi anche persa dentro un salone pieno di scansie di libri storici rari.
    Non riuscivo più ad uscirne, questa libreria, le sua scale, le vecchie cabine telefoniche in legno, creano dipendenza.
    St Patrick's Cathedral, al momento della mia visita era in pieno restauro ed ho potuto ammirarne la sua bellezza solo dall'interno.

  6. Giorno 6

    Statua della libertà arriviamo. Nel NY pass è compresa la visita all'Isola della statua della Libertà ed a Ellis Island, dove arrivavano gli immigrati e dove venivano sottoposti ai primi controlli medici.
    Attenzione, per salire nella corona della statua serve un biglietto a parte e conviene comprarlo online qualche settimana prima della visita. Gli ingressi sono limitati ogni giorno.
    Dopo aver cambiato il biglietto del City Pass ci dirigiamo al severissimo controllo di polizia prima di prendere il traghetto per Staten Island, gli zaini vengono controllati con estrema cura dal personale addetto, ma come controllo è piuttosto scorrevole vista la quantità di scanner presenti.
    L'Isola sulla quale si trova Lady L. si visita in fretta e dopo aver fatto le foto ricordo e comprato i classici souvenir ecco che ci si può addentrare in una visita più culturale. Il museo dell'immigrazione.
    Gli aspiranti immigrati approdavano qui a fine '800, venivano sottoposti a controlli medici e burocratici, test logici e culturali. Tutto questo viene eccellentemente e dettagliatamente spiegato in ogni stanza del museo.
    La cosa più interessante? Gli archivi degli immigrati entrati regolarmente a NY è consultabile da tutti! C'è una stanza apposita con una dozzina di pc dove poter consultare gli archivi e chissà, magari trovare qualche parente lontano espatriato!
    Bellissimo.
    Usciamo di qui che ormai è ora di cena, affamati come gli emigrati ci rifugiamo nella cucina del buonissimo TGisFriday, dove tra hamburger colmi di ceddar e salse e costine di maiale fritte terminiamo la giornata.

  7. Giorno 7

    Oggi Washington, visita guidata in Italiano prenotata da casa.
    A 4 ore di viaggio da New York si trova la capitale degli USA,
    una città completamente diversa per chi parte da NY.
    Washington è un grande giardino ben curato, dai colori chiari, ordinata e pulita.
    Se dovessi pensare a una colonna sonora per questa città sceglierei un grande classico suonato al pianoforte, qualcosa di rilassante, ma allo stesso tempo di gran classe.
    Dall'autostrada ciò che si vede per primo è il grande obelisco e subito dopo il Pentagono, una costruzione molto grande vicina al cimitero di Arlington in Virginia.

    La visita della città, della durata di un giorno, inizia sotto un cielo blu in una mattina di metà agosto.
    La parte turistico/storico è concentrata in un unico punto, si inizia con la camminata di 1 km lungo il sentiero che riporta tutti i nomi dei caduti nella guerra del Vietnam, il Vietnam Veterans Memorial.
    Si tratta di un enorme monumento in granito commemorativo ai soldati caduti nella guerra.
    Il muro è detto anche "the Wall"ed è fatto a forma di V con un lato che guarda il monumento di Lincon e l'altro lato verso il Washington Monument.
    Poco distante si trovano tre statue di soldati che guardano il muro di tutti i caduti.

    In un parco adiacente troviamo un altro memoriale, questo in ricordo della guerra in Corea.
    Ci sono 19 statue di soldati che si riflettono in un muro di granito costruito al loro fianco.
    Le espressioni dei loro volti sembrano vere e trasudano fatica, tristezza e paura perchè è la rappresentazione di un momento della guerra.

    Ciò che più mi ha colpito è il profondo rispetto che tutti i turisti mostrano verso questo luogo.
    Non si sente mai parlare anima viva, le persone camminano silenziosamente lungo il sentiero a V che guida i turisti tra le statue ed il muro di granito
    raffigurante altri soldati che hanno perso la vita in questa battaglia.

    Usciti di qui la guida ci da 30 minuti di libertà, giusti giusti per vedere il presidente Lincon seduto sulla scràna (come diciamo a Bologna 😉 ) e fare una rapida passeggiata verso l'obelisco.
    Dentro al monumento di Lincon è difficile muoversi, gruppi di turisti con la guida ammassati di qua, turisti fai da te intenti a farsi selfie con il bastone.

    Decisamente meno traffico verso l'obelisco, complice probabilmente il sole a picco sulle teste delle ore 12:00 di questa bella giornata di agosto.
    Qui è stata girata la famosa scena di Forrest Gump, qui è stato girato Captain America II e molti altri film degni di nota.

    Nel pomeriggio ci siamo spostati al museo dell'aria e dello spazio, all'interno del quale ho preso un terribile raffreddore, gli americani sono pazzi con l'aria condizionata!
    Siamo entrati in tutti gli aerei possibili, osservato le stanze più importanti, ma purtroppo non c'era tempo di vedere tutto.
    All'entrata troverete un totem nero, al suo interno ben protetta c'è una pietra lunare, i turisti possono toccarne una parte e si dice che porti fortuna.
    Interessante anche tutta la parte dei droni, delle navicelle spaziali; noi per la fretta abbiamo girato il museo al contrario, mentre invece consiglio di partire dai modelli di volo di Leonardo e poi da li seguire il percorso in ordine, quindi vedendo i primi rudimentali aerei per passare ai più sofisticati e poi al viaggio nello spazio.

    Altra tappa: la casa bianca.
    L'autista ci scarica per strada, vicino ad un piccolo parco che porta alla strada pedonale lungo la quale si può vedere la casa del presidente degli Stati Uniti.
    La strada pedonale era piena di gente quel giorno, molti vestiti da militari, poi donne con il velo, c'era una qualche protesta in atto, ma questo
    come ci spiegava la guida, capita quasi tutti i giorni.
    Qui abbiamo conosciuto una signora di ormai 60 anni che vive davanti alla casa presidenziale da 30 anni e protesta un pò contro tutto.
    Hanno fatto negli anni passati una legge che vieta di bivaccare qui, ma non è retroattiva quindi lei può rimanere e nessuno può mandarla via.
    La casa è stata un pò deludente, io me l' aspettavo grande come ogni cosa americana. Gli americani fanno tutto grande, panini, case, auto ecc;e si risparmiano sulla casa presidenziale?
    Invece è più grande la casa del vice presidente, suo vicino di giardino con una mega casa grigia a 4 piani.
    La White House è modesta, con un giardino semplice e curato e sul tetto ci sono i maggiordomi con il fucile.

    L'ultima tappa del tour ci ha portati al museo delle cere, io me lo sarei risparmiato volentieri poichè non avevo molta voglia di vedere tutti i Presidenti Americani.
    Verso la fine c'è qualche cera di celebrity americane e devo dire che alla fine mi sono divertita perchè il mio ragazzo non aveva mai visto questo museo e quindi era piuttosto
    stranito da queste statue che sembrano davvero vere!

    Siamo passati anche sotto la sede centrale dell'FBI.

    Curiosità:
    nessuna costruzione può essere più alta del Monumento di Washington.

  8. Giorno 8

    Desideravo visitare la pasticceria del Boss delle Torte Valastro nel New Jersey, avevo trovato il treno che in 30 minuti conduceva a pochi passi dalla pasticceria.
    Quella mattina fermai per strada il taxi alla Carrie di Sex and the City, e riuscii ad imbattermi in un taxi abusivo guidato da un ubriaco chiacchierone canterino. Non sapevo se ridere o piangere, guardando fuori dal finestrino mi resi conto che almeno la direzione era giusta e quando il taxi si fermò emi chiese una cifra ovviamente spropositata per la strada fatta decisi di consegnarli i miei 30 dollari senza battere ciglio, la mia vita valeva senz'altro di più!:D
    Dopo aver vissuto questa pazza esperienza trovo sfortunatamente la stazione chiusa per lavori proprio quel giorno. Sfortuna?
    Andato a monte un programma ne costruisco subito uno nuovo, e visto che mi trovavo a pochi isolati dal 9/11 Memorial decisi trascorrere qui la mia giornata; tra le fontane in memoria delle torri gemelle ed il museo dell'attentato dell'11 Settembre 2001.
    Essendo mattina presto siamo tra i primi visitatori del museo, che si sviluppa interamente sotto terra, dove rimangono ancora resti delle fondamenta delle Twin Towers come travi piegate dal crollo della struttura.
    Camion dei pompieri, indumenti, occhiali da vista in frantumi. E poi video inediti, tutte le edizioni straordinarie dei tg. Un museo toccante, dove il tempo si ferma, si trascorrono qui ore ad osservare i resti di quel tragico giorno.
    Molto belle anche le fontane fuori, con sopra indicati i nomi di tutte le vittime. Un silenzio di rispetto avvolge tutta questa zona, una delle più silenziose di NY penso.

    Mi lascio il silenzio di questo luogo alle spalle e mi dirigo verso Wall Street e Little Italy.
    A Wall Street si sente davvero il rumore dei soldi, è una sensazione che meglio di così non riesco a descrivere, dovrete provarlo anche voi.
    Little Italy invece mi ha delusa, solo ristoranti con scritto " Mozzarella di Bufala" , Milano, Roma. Nulla di caratteristico e certamente molto rimpicciolito. Ho provato ugualmente a mangiare qualcosa di nostro per pranzo, devo dire che la qualità era ottima!

  9. Giorno 9

    Oggi ultimo giorno di Bus, scopriamo Brooklyn rimanendo a bordo, fermandoci poi al Dumbo, acronimo di Down Under Manhattan Bridge Overpass, in questo quartiere da non perdere lo spettacolare Brooklyn Bridge Park e la Jane's Carousel.
    E' qui che decido di passare l'ultima giornata. Passo un paio d'ore sul Ponte di Brooklyn a scattare foto, ad imprimere nella mia mente ogni dettaglio.
    Poi mi dirigo al parco, rimango estasiata nel vedere in funzione l'antica giostra che sullo sfondo ha uno degli skyline più belli al mondo.
    Mi siedo su una panchina bevendo una limonata presa in uno dei chioschetti tipici e osservo il fiume, i grattacieli, le loro finestre, il traffico di New York qui sembra così lontano, sembra quasi un rumore ovattato in lontananza, come un brusio di sottofondo.
    All'ora del tramonto eccomi qui, in fila per salire sulla terrazza dell'Empire State Building, visita che ho tenuto per l'ultima sera qui. Per vedere NY dall'alto ancora una volta.
    Qui la fila è decisamente più lunga che al Top Of the Rock, attendiamo in piedi due ore, lungo il percorso che conduce al velocissimo ascensore ci sono totem che illustrano come questo grattacielo sia ecosostenibile. L'ascensore percorre 80 piani in pochi secondi, mi sento quasi schiacciata! Terrazza all'aperto tutta protetta da una rete metallica, tanta gente, difficile trovare un angolino dove affacciarsi. Ma sono una ragazza paziente, aspetto e intanto osservo lontano, scatto qualche foto. Che visione celestiale!
    NY è così che ti ricorderò.

  10. Giorno 10

    Ultime ore qui, lo shuttle arriverà tra 5 ore. Sono di pessimo umore.
    Sono un leoncino in una gabbia, faccio su e giù freneticamente per le strade di NY, torno alla biblioteca pubblica, e poi a Central Park, rivedo i tombini che fumano, le carrozze trainate da cavalli bianchi, ripercorro la 5th Ave, bevo l'ultimo caffè americano, mangio due hot dog, compro gli ultimi souvenir. Una capatina al Bubba Gamp, qualche souvenir anche qui, un giro veloce nel negozio di giocattoli di Times Square tra lego e barbie.
    Ultimo pranzo al famoso shake shack dove si possono mangiare alcuni dei migliori hamburger della città.
    Scatta l'ora x, è ora di partire. Pianto numero 4, 5, 6 ...
    Di certo questo è un arrivederci.

Lasciati ispirare, guarda altri diari di viaggio