Punta del Este (Uruguay), in barca a vela assieme ai leoni marini

El parador del Mitico, Rambla General Jose Artigas n. 12.
L'appuntamento con il mio amico Fernando Esteban Mendoza y Gutierrez non può che essere nel ristorante più esclusivo di Punta del Este, stazione balneare che già di suo è considerata la zona più "guiri" del Sud America. Ciononostante, appena entro nel locale e lo vedo seduto al bancone mentre sorseggia un cockail come al solito, non riesco a dar retta ai miei freni inibitori: "Ehi Princesa, que tal estas?"
Seguono saluti, risate e pacche sulle spalle.
Fernando infatti, quando l'ho conosciuto in Spagna, si era guadagnato il soprannome di "princesa" (cioè di principessa) per i suoi modi delicati e a dir poco indolenti che, per forza di cose, lo rendevano un bersaglio ideale per persone senza "creanza".
Eppure Fernando, dietro il suo aspetto mite e garbato, nasconde una grande capacità per gli affari e, in pochi anni, è stato capace di costruire una fitta rete di relazioni con il mondo che conta.
Ogni tanto però, quando non ne può più, torna in Uruguay per dedicarsi alla sua barca a vela.

  • Il viaggio è durato 1 Giorno
  • Budget speso Da 1€ a 250€
  • Ho viaggiato Con gli amici
  • Continenti visitati: America
  • Stati visitati: Uruguay
  • Viaggio fatto in inverno
  • Scritto da Narrabondo il 11/04/2016
Mostra tutte
  1. Giorno 1

    E, invero, non a caso, l'invito per farci un giro arriva poco dopo.
    Mentre percorriamo la strada in auto, risulta difficile non notare lo sfarzo delle villette e degli alberghi che si susseguono senza soluzione di continuità. Eppure, fino ai primi del '900, in questo promontorio vivevano solo 492 pescatori poverissimi. Poi improvvisamente, su iniziativa del governo, è nata "la Brighton dell'Uruguay" e, da allora, la gente con pasta degli Stati Uniti si ritrova qui per giocare a golf assieme alla gente con pasta dell'Argentina.
    Dopo aver attraversato il bellissimo "ponte ondulato" progettato da Leonel Viera davanti all'estuario del fiume Maldonado, arriviamo così alla omonima Barra de Maldonato direttamente davanti a Plata, la barca a vela di Fernando.
    L'equipaggio, oltreché da noi due, è costituito da alcuni amici del nostro anfitrione che vivono in una delle tante villette di fronte al molo. A me toccherà gestire uno dei winches.
    Tutto il gruppo si muove all'unisono e in simbiosi, segno che è composto da persone che sanno andare a vela su serio. Infatti, dopo alcuni preparativi, siamo già pronti per lasciare il porticciolo di Maldonado. "Salpiamo, capitano?"
    La prima virata la facciamo davanti all'isola di Gorriti, un isolotto completamente ricoperto da vegetazione se non nei dintorni delle due spiagge di Honda e Puerto Jardin. Nella storia si è fatta conoscere anche come "Isola delle Palme" o "isola di Maldonado", finché nel 1700 vi fu esiliato Don Francisco Gorriti e si prese il cognome di quest'ultimo. Inoltre è stata un nascondiglio ideale per i pirati di mezzo mondo (tra cui anche Francis Drake) e meta degli studi di Charles Darwin che, prima di andare in Ecuador alle isole Galapagos, rimase a lungo in zona.
    Tutte queste storielle, che accendono in me estremo interesse e l'innata tendenza a far domande a ripetizione, mi vengono raccontate mentre maciniamo orizzonti su orizzonti grazie a Plata, una barca che sfila nel mare come un proiettile nello spazio. Per questo motivo quasi non mi rendo conto che, dopo aver percorso circa 7 miglia nautiche, i bagnanti e gli sciatori d'acqua sono scomparsi per far posto ai leoni marini dell'isola di Lobos. Pare che qui viva la colonia più grande di tutto il Sud America, persino più di Paracas in Perù e delle stesse Galapagos.
    Nell'osservarli mentre si tuffano e riaffiorano dall'acqua con i loro baffoni, quasi non do retta all'ultimo ordine impartito da Fernando e, per tale ragione, questi è costretto a ripeterlo: "Ehi, ancoriamo! Ancoriamo!"
    Subito dopo mollo il winch e lasco le vele nel momento stesso in cui il timoniere si mette controcorrente in modo da mollare l'ancora. Dopodiché un altro membro dell'equipaggio si rivolge a me e, nel passarmi una muta, precisa: "ora ci facciamo il bagno assieme ai leoni". In fondo non ci impiego molto a farmi persuadere.
    Così, pochi attimi dopo, mi ritrovo a sfidare i leoni marini in una gara di tuffi e a prendere atto che effettivamente Punta del Este è un luogo unico al mondo.

Lasciati ispirare, guarda altri diari di viaggio