Como, dove la natura fa da padrona

Vi racconto Como, non solo la città ma anche e soprattutto la natura incontaminata nei dintorni.

Info varie
-Turisti. Seppur sia solo metà maggio, fin da lunedì ho trovato molti turisti stranieri di tante nazionalità diverse e ciò mi ha piacevolmente stupito. Un po’ meno per le code, in quanto ad esempio per la funicolare ho dovuto aspettare una buona mezz’oretta prima di salirci (ma ne è valsa la pena). Quindi preparatevi.
-Luoghi da visitare. Oltre a quelli da me riportati poc’anzi, online ho trovato sentieri e luoghi a iosa limitrofi a Como (anche solo in un raggio d’azione di un’oretta in auto). Fermo restando che, come detto in precedenza, anche solo stando a Como potete approfittare di Brunate e dei suoi sentieri, ve ne riporto altri che mi avevano incuriosito e che, in futuro, certamente farò.
Parco del Lura (Cadorago), Monte San Primo, Monte Sighignola, Monte Generoso, Monte Cornizzolo, escursione al rifugio Sev, Pian di Spagna, il Sacro Monte di Ossuccio e Spina Verde.
Vi consiglio anche questo sito in quanto ne vengono riportate una ventina: Le 20 escursioni e trekking migliori a Como | komoot
-Parcheggi. I parcheggi sono stati il tasto dolente di Como perché sono ovunque a pagamento, eccetto in certe strade di periferia (ma con pochi posti a disposizione).
Per farvi un esempio, dove alloggiavo io (in Via Francesco Crispi, ovvero a una decina di minuti a piedi dal centro) c’era una fila di parcheggi a pagamento e quattro (proprio di numero) liberi, perennemente occupati.
Poi, i parcheggi sono divisi in zone. Ad esempio, dove mi trovavo io era zona 4, la più economica fra tutte, quindi costava 0,50€ la prima ora e poi 1€ le successive (a pagamento era dalle 8:00 alle 19). Quindi, facendo due calcoli, se avessi dovuto lasciare lì l’auto per tutto il giorno avrei dovuto pagare 10,50€. Non ci sono tra l’altro tessere o pacchetti giornalieri per limitare la spesa.
In più, come in altre città, più ci si avvicina al centro più il prezzo del parcheggio aumenta.
L’addetto dell’infopoint mi ha però consigliato di provare in via Puecher (vicino allo stadio) dove si trovano parcheggi da 4€ per l’intera giornata (ma dato che erano troppo distanti della mia abitazione non li ho neppure presi in considerazione).
Speravo nei parcheggi dei supermercati ma anche qui ho avuto una brutta sorpresa. Ad esempio, l'Esselunga in via Carloni possiede sì un parcheggio gratuito sotterraneo ma devi prendere il biglietto per accedervi, puoi starci al massimo gratuitamente un'ora e mezza e devi comunque fare la spesa (alla cassa ti abilitano il biglietto per poter uscire dal parcheggio e, se superi l'ora e mezza, a seconda di quanto stai dentro ti fanno pagare un supplemento).
Senza contare, e questo è stato quello che mi ha stressato di più della vacanza, i parcheggi sono perennemente presi d’assalto, quindi mi è capitato persino di passare venti minuti alla ricerca di uno libero per poi lasciare l’auto in uno a pagamento a mezzo chilometro di distanza. Ed erano le sette di sera!
Quindi, il mio consiglio spassionato è: o trovate un appartamento/albergo che vi offre anche il garage oppure state nelle zone ancora più periferiche della città per spendere meno nei parcheggi o, meglio ancora, in un paese limitrofe dove sono gratuiti.
Ora, per me non è stato un problema perché, passando le giornate in altri paesi e borghi, a Como ci stavo veramente poco, quindi mi ha pesato di più la ricerca del parcheggio in sé che la spesa. Ma se voi avete intenzione di starci stabilmente preparatevi a spendere decine di euro in parcheggi.

  • Il viaggio è durato 6 Giorni
  • Budget speso Da 251€ a 500€
  • Ho viaggiato Da solo
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Italia
  • Viaggio fatto in primavera
  • Scritto da Andrea Pistoia il 14/07/2023
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  1. Giorno 1 - 15/05/2023

    In giro per la città

    15/05/23 lunedì
    La mia idea per questa vacanza è di stare il più possibile immerso nella natura, tra sentieri di montagna e piccoli borghi, ma senza trascurare eventualmente la vita urbana. Ecco perché ho decido di mantenere come campo base Como.
    Quindi questa mattina, dopo un paio di ore di viaggio, alle 11:00 sono a destinazione.
    Dopo aver dannato per trovare parcheggio vicino a dove soggiornerò (nelle “info varie” vi spiegherò meglio), in attesa che si liberi l’appartamento ne approfitto per andare in esplorazione della città.

    In primis arrivo in Duomo, sempre bello e imponente, e vi entro (occhio perché c’è un'entrata per i visitatori e una per i fedeli). Non ricordavo però che per accedere a gran parte della zona interna viene richiesta un'offerta a discrezione del visitatore.
    Foto di rito e poi esco. Supero altri monumenti e palazzi famosi ma non mi soffermo troppo perché la mia destinazione primaria è l'infopoint (in Via Albertolli n.7, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), in quanto voglio farmi dare qualche dritta in più sui sentieri che andrò a compiere (trovati su vari siti internet). Ottengo le informazioni che mi servono e ne approfitto anche per prendere alcuni depliant.
    Dato che ho ancora tempo a disposizione, ne approfitto per fare zig zag tra le vie commerciali del centro ammirando l’afflusso di persone e apprezzando i negozi locali. Poi raggiungo il lungo lago e lo costeggio seguendo il Lungo Lario Trento (tenendo però il lago alla mia destra) fino al Tempio Voltiano (piccolo ma d’impatto. Si può anche entrare e costa 5€). Successivamente attraverso la passerella sul lago poco più avanti in modo da andare ad ammirare da vicino il Life Electric (un curioso monumento eretto in onore di Alessandro Volta).
    Dopo aver mangiato un panino in centro faccio una capatina a prendere possesso del mio appartamento e poi mi dedico all’obiettivo di oggi: andare a Brunate, un piccolo paese sopra Como che si raggiunge attraverso una funicolare. C'ero già stato ma ci torno questa volta perché voglio andare a visitare il Faro Voltiano, dato che l'altra volta mi era sfuggito. Quindi torno sul lungo lago ma questa volta costeggiandolo dal lato opposto, ovvero tenendomelo alla mia sinistra, fino a che arrivo a Piazza De Gasperi dove si trova la funicolare. L'andata costa 3.30€ mentre A/R 6,10€ (è attiva dalle 6:00 alle 22:00).
    Faccio un po' di coda perché ci sono molti turisti ma alla fine prendo il biglietto e salgo sul mezzo che mi conduce in pochi minuti a Brunate.
    All’uscita della funicolare mi trovo davanti varie case, ristoranti e bar. Vado oltre, seguendo le indicazioni per il Faro Voltiano.
    Apro parentesi: da Brunate ci sono cinque sentieri più o meno lunghi che si possono compiere (due vi riportano a Como mentre gli altri s’immergono nella foresta) di cui uno conduce al Faro (se siete interessati a farne qualcuno vi consiglio di prendere il depliant all'infopoint di Como). Tra questi, i più famosi sono: quello appunto che farò io (ci s’impiega mezz'ora per arrivarci) e quello che va a toccare le baite (in un'oretta e mezza). Chiusa parentesi.
    Comunque, io dalla funicolare di Brunate seguo le indicazioni per il Faro, le quali sono abbastanza frequenti (ma nei pochi casi in cui non le trovate, non preoccupatevi perché a qualsiasi bivio sappiate che la strada giusta è l’unica in salita). La camminata non è né ripida né particolarmente faticosa, quindi accessibile a tutti.
    Così, dopo esser passato attraverso il bosco, arrivo a San Maurizio dove ci sono dei ristoranti, una chiesa e un chiosco. A sinistra del chiosco c'è una salita che porta a un piccolo parco giochi per bambini. Oltre questo si arriva al Faro, il quale domina sul lago offrendo una vista spettacolare. Volendo si può salire in cima al Faro (2€ per gli adulti e 1€ per i bambini). Non posso esimermi dal farlo, quindi dopo una rampa di scale a chiocciola e svariati piani arrivo in cima. La vista merita, quindi secondo me il (basso) prezzo vale la candela. Dopo le foto di rito scendo dal Faro e faccio il percorso al contrario in modo da tornare alla funicolare. Inizialmente la mia idea era quella di farmi tutta la discesa a piedi da qui a Como ma, dato che ho già macinato sufficienti chilometri per oggi e sono stanco, opto per comprarmi il biglietto di ritorno, pagando ancora 3.30€.
    Dopo qualche minuto sono di nuovo di fronte al lago. Data l'ora tarda, mi dirigo verso il mio appartamento per prepararmi la cena.

  2. Giorno 2 - 16/05/2023

    Greenway da Colonno a Griante

    16/05/23 martedì
    Oggi mi dedico alla prima escursione naturalistica della settimana, ovvero la Greenway, una passeggiata che costeggia una parte del lago occidentale e che tocca otto piccoli borghi (da Colonno a Griante).
    Prima però una premessa: avrei voluto farvi un diario di questa passeggiata passo per passo, spiegandovi tutte le strade, bivi e incroci da prendere ma ho scoperto che è improponibile in quanto ci sono veramente troppe diramazioni da elencare. Ma tranquilli perché vi do una bella notizia (che non avevo trovato durante le mie ricerche su internet altrimenti sarei stato più sereno fin dall’inizio): la strada è disseminata di cartelli stradali che indicano la direzione da prendere (sono blu con la scritta gialla e con tanto di chilometri mancanti alla fine della passeggiata), di tabelloni con la cartina dell’intero percorso (con annessi edifici religiosi o storici da visitare e soprattutto con il punto esatto in cui vi trovate in quel momento) ma soprattutto di dischi di metallo d’argento sulla strada (con la scritta “Greenway del lago di Como”), la cui presenza vi conferma d’essere sul percorso giusto.
    E ora torniamo alla mia escursione.
    Parto da Como e in una mezz'ora arrivo a Colonno. Appena entro in paese, a sinistra trovo una salita (Via Cappella) dove si trovano dei parcheggi (il punto di partenza vero e proprio della Greenway). I primi che vedo sono a pagamento (5€ per tutto il giorno) ma, proseguendo nella salita fino alle ultime abitazioni, ce ne sono di liberi. Lascio l’auto e poi, da queste ultime abitazioni, trovo una strada a destra in discesa che mi porterà a costeggiare per un tratto il lago, non dalla statale ma da una strada sopraelevata che offre già degli scorci su di esso e sui borghi circostanti.
    Proseguendo, in una quarantina di minuti, giungo al secondo borgo: Sala Comacina. Passo accanto a un cimitero e, poco più avanti, scendendo verso il paese, raggiungo il porticciolo (superando la statale, ovviamente). Poi torno sui miei passi e riprendo la passeggiata sopraelevata, giungendo alla chiesa di San Bartolomeo. Proseguendo esco dal paese, raggiungo la chiesa San Giacomo e, continuando a camminare, arrivo al borgo di Ossuccio dove si trova la chiesa Arcipetrale di San Eufemia e Battistero (piccola ma particolare) e poco dopo il Monumento ai Caduti. Da qui attraverso il paesino passando accanto a Villa Monastero e poco più avanti a Villa del Balbianello fino a giungere al borgo di Lenno. Qui costeggio il lungolago, il quale è una lunga strada (oggi tra l’altro è piena di bancarelle in quanto c'è il mercato) che conduce fino all'albergo Lenno.
    Lo attraverso e continuo a camminare fino ad arrivare a Mezzegra, dove si trova la chiesa di San Giuseppe, e poco più avanti, dopo un campo da calcio, la chiesa di Sant'Abbondio Vescovo (non potete non vederla perché domina dall’alto sul paesaggio circostante). Vado a visitarla e ammetto che l'interno è molto bello e luminoso mentre dai gradini esterni c'è un bel panorama del lago.
    Ricominciando la passeggiata scendo dalla chiesa fino ad arrivare in Via ai Monti dove si trova la “casa dei presepi”, in cui ne sono presenti alcuni in miniatura. L’abitazione è piccola ma merita una visita (anche solo per il fatto che l’ingresso è gratuito).
    Proseguendo arrivo a Tremezzo. Costeggiando il lungolago si trovano, in successione: alcune ville incantevoli, la chiesa di San Lorenzo (bella esternamente), un parco, Villa Mainona (che ospita il museo del paesaggio) e Villa Carlotta (dove si trova un parco botanico).
    Andando oltre raggiungo Griante, il punto di arrivo della Greenway.
    Da qui, o ripercorro l’intera passeggiata tornando sui miei passi (ma significa farsi altre ore di saliscendi per la Greenway) o faccio tutta la statale (ma anche no, dato che c’è il rischio di essere investiti, dato che non c’è il marciapiede, il traffico è continuo e le auto corrono a gran velocità) oppure posso tornare indietro con un autobus. Opto per quest’ultima alternativa.
    Quindi m’informo su dove recuperarlo.
    Scopro che la fermata è sul lungolago di Griante, in mezzo alla strada, proprio davanti all’hotel Britannia. Il biglietto lo compro al bar accanto e lo pago 2€. Dato che quello delle 14.45 è già partito prendo quello delle 15:45.
    Presolo, in dieci minuti circa arrivo a Colonna, dove recupero l’auto, e torno a Como.
    Tirando le somme: questa prima escursione è percorribile senza problemi con le scarpe da tennis. Non è particolarmente faticosa (anche perché sono comunque borghi in riva al lago, non certo sentieri che si perdono tra le montagne) anche se qualche saliscende c’è da affrontarlo. Ci sono chiese, ville e monumenti meritevoli di essere ammirati nonché borghi adorabili e, ovviamente, scorci sul lago da fotografare tassativamente. Sono presenti anche bar e ristoranti ovunque, quindi non avrete bisogno di portarvi dietro viveri e bevande.
    Infine, ufficialmente ci s’impiegano circa tra le tre e le tre ore e mezza per percorrere l’intera passeggiata (sola andata, ovviamente), la quale copre una decina di chilometri. Io personalmente c’ho messo quattro ore (prendendomela comoda e facendo foto a destra e a manca) e ho percorso in totale tredici chilometri (perché ho anche gironzolato per i borghi).
    Conclusione: passeggiata promossa. Piacevole, molte cose da ammirare tra monumenti e scorci caratteristici, non troppo impegnativa (quelle dei prossimi giorni lo saranno decisamente di più) e nessuna difficoltà a trovare dove cibarsi e rilassarsi.

  3. Giorno 3 - 17/05/2023

    Sentiero dello Spirito del Bosco

    17/05/23 mercoledì
    Oggi vado a fare una passeggiata lungo il Sentiero dello Spirito del Bosco, famoso in quanto ci sono una novantina di sculture di legno sparse qua e là immerse nel bosco. Quindi da Como in mezz'ora giungo al paese di Canzo, punto di partenza di questa escursione.
    Qui ci vuole nuovamente una premessa: guardando sul web più internauti danno delle informazioni contraddittorie su dove parcheggiare. Quindi cercherò di fare chiarezza. Arrivato a Canzo si può parcheggiare nel piazzale Giovanni XXIII (ma da qui bisogna fare un pezzo di strada a piedi in mezzo al paese) oppure andare in Via Gajum (più vicina all’inizio del sentiero). Quest’ultima in realtà è lunga e parte dalla Piazzetta San Francesco Canzo (dove poco dopo è presente un grande parcheggio libero). Potete lasciare l’auto qui (ma ciò implica farsi venti minuti in salita su strada asfalta per raggiungere l’inizio del percorso sterrato) o, meglio ancora, percorrere col proprio mezzo tutta via Gajum fino a che non arrivate a due alberghi: Fonte Gajum e, subito dopo, Sorgente. Tra questi due trovate dei parcheggi liberi e un bagno gratuito.
    Quindi, mio consiglio spassionato: cercate innanzitutto parcheggio tra i due alberghi. Se non lo trovate qui tornate indietro e optate per quello vicino alla Piazzetta San Francesco Canzo. Se neppure qui c’è posto, vada per il parcheggio più lontano di tutti nel piazzale Giovanni XXIII.
    Chiusa premessa, torniamo al mio diario.
    Dall'albergo Sorgente trovo l'indicazione per il sentiero (è una mulattiera). Da qui proseguo in salita fino ad arrivare all’agriturismo In Valentina (dove si può mangiare ma oggi è chiuso). Proseguo poi per il sentiero in salita fino a giungere in una ventina di minuti al rifugio Prim’Alpe.
    Dopo la fontana, accanto a questo rifugio, trovo vari cartelli.
    Da qui inizia il vero e proprio Sentiero dello Spirito del Bosco, quindi parte la mia avventura.
    Immerso nel bosco faccio un po' di saliscendi. Ogni tanto si trovano cartelli indicanti Terz’Alpe (il prossimo rifugio che devo raggiungere) ma soprattutto decine di sculture di legno (alcune ben in vista mentre altre semi nascoste tra gli alberi) raffiguranti elfi, nani, animali, esseri umani, nonché un paio di casette di legno e un piccolo labirinto fatto di tronchi.
    Pochi passi dopo il labirinto giungo a Terz’Alpe.
    Per la cronaca, c’ho messo circa due ore e mezzo per arrivare dal parcheggio vicino alla Piazzetta a Terz’Alpe (in quanto me la sono presa comoda, facendo foto, godendomi il panorama boschivo e pranzando al sacco). Altrimenti c’avrei messo meno.
    Ah, se non volete pranzare al sacco, qui al rifugio Terz’Alpe c’è un piccolo ristorante/bar.
    Foto di rito al rifugio e poi ricomincio la camminata.
    Proprio di fronte al rifugio c’è un sentiero in discesa che costeggia alla sinistra un fiumiciattolo. Qui trovo due cartelli: uno per raggiungere San Miro, Garjum e sentiero geologico mentre l'altro il sentiero geologico alto, gli anelli della Colma e l’anello del Malascarpa. Escludendo quest’ultimo cartello (perché non mi è chiaro se mi riporterà comunque a Canzo o da tutt’altra parte), resta o quello in discesa (indicato dal primo cartello) o tornare indietro ripercorrendo il Sentiero dello Spirito del Bosco in senso inverso.
    Opto per scendere costeggiando il fiumiciattolo. Il percorso è ben segnalato, specialmente ai bivi (eccetto quello dove da una parte si torna a Prim’Alpe mentre dall’altra per il “sentiero naturalistico dello Spaccasassi”. Dovete prendere quest’ultimo, come ho fatto io). Dopo pochi metri supero un ponte trovandomi di nuovo a un bivio con: la mulattiera da dove ero arrivato o una strada in salita (con tanto di cartelli). Per tornare all’auto dovrei scendere per la mulattiera ma prima voglio prendere l’altra strada in modo da arrivare in cinque minuti alla chiesetta di San Miro. Ci giungo: piccola, carina e immersa nella natura. Merita qualche foto. Peccato che sia chiusa.
    Soddisfatto, torno alla mulattiera e incomincio a scendere fino ad arrivare al parcheggio di via Gajum.
    Considerazioni finali.
    Da Terz’Alpe al parcheggio c’ho impiegato circa un paio ore quindi per l’intero percorso ad anello mi ci sono volute circa quattro ore e mezza (corrispondenti a una decina di chilometri).
    Alcuni internauti consigliano di indossare calzature adeguate per affrontare l’escursione, dato che è tutta su strada sterrata. Io sono andato con le scarpe da trekking (soprattutto perché, essendoci il terreno bagnato dalla pioggia di ieri sera, effettivamente in alcuni punti si scivola) ma ho visto anche persone affrontarla in scarpe da tennis. Questo perché in realtà non è così proibitiva come dice qualcuno. Ciò non toglie che si è sempre su un sentiero di montagna. Quindi, a prescindere dalle scarpe che si indossano, bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi.
    Tra l’altro, come si legge sul web, effettivamente le indicazioni sono poche ma in realtà il sentiero è inconfondibile in quanto spianato e più largo rispetto a quei pochi secondari che si incrociano (talmente stretti e pieni di arbusti da non poter essere confusi con quello giusto). Comunque ai bivi più ambigui ci sono i cartelli con le indicazioni.
    C'è chi dice che è un percorso faticoso. Suppongo lo dica perché non ha mai fatto un sentiero in mezzo ai boschi tra le montagne perché non è più stancante di tanti altri (anzi, secondo me è anche abbastanza soft).
    Poi, se leggete in giro che per compiere il sentiero ci si mette tra la mezz’ora e l'ora, è corretto. Peccato che intendano il sentiero dalla prima scultura all'ultima e non l’intero tragitto (dal parcheggio di Gajum al ritornarvici). Quindi mettete in conto di stare in ballo almeno tre/quattro ore godendovi il paesaggio e le sculture.
    Infine, escursione promossa. Essere immersi per lo più nel bosco, nel silenzio e senza anima viva, è un toccasana per lo spirito. Le sculture sono disseminate ovunque e molte sono decisamente belle e curiose.

  4. Giorno 4 - 18/05/2023

    Nuova escursione tra i boschi e i monti lungo il Sentiero delle Espressioni

    18/05/23 giovedì
    Oggi nuova escursione tra i boschi e i monti a vedere nuove sculture (non perché ne sia appassionato ma perché fanno parte del Sentiero delle Espressioni, il quale conduce a una vista panoramica sul lago che, dicono, essere spettacolare).
    Ecco perché alle 9:00 sono già in partenza.
    In quarantacinque minuti arrivo a Posa, una frazione di Schignano. Occhio se usate Google Maps perché vi fa fare da Schignano una strada stretta e tortuosa per arrivare a Posa. Mio consiglio: all’inizio di Schignano trovate il cartello stradale per il Sentiero delle Espressioni: seguitelo e lasciate perdere le indicazioni di Google Maps.
    Giunto infine a Posa (che alla fine sono due strade messe in croce), cerco parcheggio. Ce ne sono solo un paio, uno accanto all’altro, con giusto quattro o cinque posti auto ma (come ho letto sul web) potete anche parcheggiare sulla strada.
    Qui c’è una piccola stradina sterrata in salita e una locandina con la mappa del sentiero (in fondo a questa giornata vi spiego un paio di cose sulla mappa). La fotografo e poi parto.
    Prendo appunto la stradina sterrata in salita che, in alcuni tratti, sembra più il letto di un fiume in secca. Dopo quindici minuti arrivo in località Nava. Poco più avanti, dopo una casa rossa, ci sono due strade parallele; quella a sinistra è l'inizio vero e proprio del Sentiero delle Espressioni. Lo riconoscete anche perché all’ingresso c'è una pavimentazione a spirale che rappresenta i pianeti del sistema solare (con tanto di targhette con i loro nomi). Qui ci sono anche le prime sculture di legno.
    Incomincio a camminare nel bosco seguendo il sentiero ma soprattutto i paletti di legno con in cima una placca grigia con un cerchio giallo all’interno (simbolo del Sentiero delle Espressioni). Tali paletti sono ovunque e tassativamente da seguire, a prescindere da ciò che dicono gli altri cartelli (che a volte indicano di tutto e di più eccetto dove prosegue il Sentiero delle Espressioni). Tra l’altro, se in un punto siete in dubbio se avete o meno preso il sentiero giusto, percorretelo un pezzo: se non scorgete i famosi paletti, avete sbagliato strada.
    Proseguo per una mezz'oretta fino ad arrivare ad Alpe Comada, dove si trova l'agriturismo La Pratolina (qui si può mangiare ma solo nel week end, seppur i proprietari mi hanno detto che ci sono delle eccezioni ma dovete chiamare per tempo e informarvi).
    Passo quindi attraverso l’agriturismo andando a sinistra fino a salire per il sentiero che costeggia un minuscolo laghetto (o enorme pozza, che dir si voglia) dove si abbeverano le mucche.
    Poco dopo giungo a un incrocio con due indicazioni: punto panoramico a sinistra e Sentiero delle Espressioni a destra.
    Avendo letto delle belle recensioni sul web, vado prima a sinistra. Così, facendo un breve tratto in salita, arrivo in cima.
    N.B. Salendo si notano delle indicazioni sul Sentiero delle Espressioni. Non è il sentiero vero e proprio ma semplicemente stanno ad indicare che in cima troverete una scultura.
    Effettivamente il panorama è spettacolare, dato che si ha la visuale del lago di Como e delle montagne circostanti.
    Mentre mi godo il panorama ne approfitto anche per mangiare qualcosa al sacco.
    Poi, soddisfatto lo stomaco e lo spirito, torno al bivio sottostante e prendo la direzione “Sentiero delle Espressioni”. Così continuo a camminare in mezzo al bosco fino a quando mi trovo a un bivio con tre cartelli: uno segna la Conca di Schignano/Alpe Comana/Monte Comana, l’altro Pian d’erba e l’ultimo Sentiero botanico/Pra de la Curt/Brienno.
    Nel dubbio su quale sia la direzione giusta, prendo il sentiero in salita dove scorgo poco dopo i paletti col simbolo del Sentiero. Quindi, rassicurato sulla direzione, proseguo.
    Così giungo a Roccolo del Messo, una costruzione a forma di torretta. Da qui proseguo a destra della struttura immergendomi di nuovo nel bosco (ma questa volta tra decine di alberi abbattuti o potati), fino a che non giungo a uno spiazzo erboso dove si vedono a 360° tutte le montagne. Decisamente un bello spettacolo.
    Qui trovo anche delle case per lo più diroccate e scopro di essere arrivato a Colma di Binate.
    Mi rilasso un attimo in una delle panchine “vista montagne” e poi riparto. Di fronte a una delle case diroccate che ho visto dall'alto si trova (perpendicolare, a una strada più grossa da cui possono passare le auto) un sentiero in discesa che è il proseguo del Sentiero delle Espressioni ed è lo stesso che porta alle trincee militari, al rifugio Prabello, ecc.
    Lo percorro e poco più avanti trovo due costruzioni in mezzo a una croce di ferro; qui siamo a Crocetta. Accanto a quella che sembra una stalla ristrutturata continua il sentiero, con tanto di cartello che indica il Sasso Gordona (quindi sono sulla strada giusta).
    Lo prendo fino a che arrivo a un incrocio dove si trova una scultura con la faccia di un soldato in legno tra le pietre di fronte a quella raffigurante una donna. Qui il sentiero si biforca ma ci sono dei cartelli: a sinistra Via delle Alpi e a destra rifugio Prabello/Sasso Gordona. In primis vado a sinistra, in salita, perché questa costeggia un’enorme roccia dove si trovano le fortificazioni e le trincee della Prima Guerra Mondiale. Vi entro ma oltre a un soldato bidimensionale di ferro non c’è altro (anche perché la trincea finisce dopo pochi passi). Così torno indietro fino all’inizio della trincea e prendo il sentiero parallelo che mi conduce, dopo pochi passi, all'ultima scultura che vedete sulla mappa. Volendo si può proseguire su questo sentiero per raggiungere il rifugio Prabello ma a me non interessa. Quindi torno dove c'è la faccia del soldato con le rocce intorno. Sono tentato di andare a destra per raggiungere Sasso Gordona ma dà come indicazione quarantacinque minuti (quindi un’ora e mezza A/R). Accusando già una certa stanchezza, preferisco lasciare perdere (anche se c’è chi dice che si ha una vista spettacolare sul panorama circostante). Quindi riprendo il sentiero dell’andata che mi riporta in pochi minuti a Crocetta. Da qui però prendo una strada non ancora percorsa, ovvero quella che scende (con tanto di cartello con direzione Schignano). M’incammino, e dopo due sculture mi trovo a un bivio. C’è un cartello che indica Schignano ma non gli do importanza, quindi proseguo dritto, in discesa, seguendo sempre la mulattiera, cosicché in una quindicina di minuti giungo a Posa.
    Fine.
    Adesso però due informazioni volanti su questa giornata.
    Innanzitutto c’ho messo circa cinque ore e mezza a percorrere tutto il tragitto. Però sappiate che io sono andato con calma, mi sono goduto il panorama, la foresta, le sculture e mi sono fermato spesso a fare foto. Però sul web si legge che mediamente lo si può percorrere nel giro di tre ore e mezza o quattro. Poi, sul web ci sono pareri discordanti sul chilometraggio del sentiero: c’è chi dice sette, chi nove e chi dodici. Sono più propenso verso il dodici, dato che il mio smartwatch ne ha segnate addirittura quindici. Ma la spiegazione secondo è una: dipende dal percorso effettivo che compirete (vi spiego tutto tra poco, quando parlerò della mappa).
    Poi, gli agriturismi li ho trovati entrambi chiusi. Quindi, come consigliato anche da altri siti, portatevi dietro da mangiare e da bere.
    Rispetto al sentiero di ieri ho trovato questo un po' più faticoso, specialmente il primo tratto, a causa del fatto che il terreno era scivoloso in quanto ieri sera ha piovuto. Quindi aver indossato le scarpe da trekking è stata una buona mossa. Ma anche se non fosse piovuto, in certi punti ci si muove meglio con queste (non che sia proibitivo andarci con le scarpe da tennis ma se avete le altre sarete più tranquilli).
    Per quanto riguarda la mappa del percorso, come vi dicevo, la trovate all'inizio del sentiero a Pora. Ma potete anche scaricarla gratuitamente on-line (a questo sito il sentiero delle espressioni - www.valleintelviturismo.it - Il Portale del Turismo della Valle o in tanti altri). Sul web c’è chi dice che potete trovare il cartaceo nell’agriturismo Pratolina oppure negli uffici turistici della Valle ma, se non volete impazzire per cercarlo, secondo me basta quello del web.
    Ma parliamo della mappa, perché l’ho capita appieno solo una volta che ho concluso il sentiero.
    Quindi prendete la mappa, dato che vi spiego due cose.
    Guardandolo, il sentiero parte da sud, dove c’è scritto Posa, poi segue il tragitto tratteggiato a sinistra (dove si trovano i nomi di tutte le statue che trovate sul percorso) fino ad arrivare ad Alpe Comana (dove nel mio racconto c’erano mucche e laghetto). Poi ci si sposta sulla mappa verso est, toccando varie sculture fino a Roccolo del Messo e ancora più a est fino a Monte di Binate e a Crocetta. Sulla cartina queste due mete hanno una strada, non tratteggiata, che scende a sud e punta verso Treviglio e, ancora più a sud, a Posa. Queste sono strade non asfaltate ma comunque sufficientemente larghe per essere percorse dalle automobili. Si possono prendere se volete concludere qui il Sentiero delle Espressioni e tornare a Posa (forse è per questo che qualcuno dice che il sentiero è lungo sette chilometri, rispetto ai miei quindici). Ma se volete vedere altre sculture e le trincee dovete, da Crocetta, proseguire sulla cartina a est seguendo il percorso sempre tratteggiato che vi porta verso sud, fino all’ultima scultura (dove si trovano le trincee). Sulla cartina al punto più a sud c’è il rifugio Prabello ma non è rappresentata nessuna strada che porta di nuovo a Posa, quindi ho paura che dovrete poi tornare indietro a Crocetta. Idem se arrivate all’ultima scultura e alla trincea.
    Da Crocetta poi si scende per raggiungere Posa.
    Per qualche strana ragiona la parte superiore della cartina è colorata di azzurro. Ciò non significa che costeggerete un lago; c’è sempre e comunque montagna (immagino l’abbiano fatto per demarcare il sentiero da ciò che è al di fuori). Invece le “nuvolette” verdi nel resto della mappa rappresentano i boschi (penso solo per renderla più simpatica).
    Infine, passiamo a cosa ne penso del sentiero. Ero titubante se percorrerlo o meno in quanto già avevo visto tante belle sculture di legno ieri, quindi avevo paura che qua avrei ritrovato le stesse o similari. Quindi l’ho fatto solo con l’obiettivo di appurare se era veramente bello il panorama sul lago e sui monti da Monte Comana (dove mi ero fermato a pranzare al sacco e dove si trova la scultura “Il corso della vita”). Ma ora che l’ho percorso tutto posso dire di ritenermi molto soddisfatto non solo del panorama (splendido) ma anche delle innumerevoli sculture, specialmente perché alcune sono molto particolari, originali e visionarie. Senza contare quelle commemorative per i caduti della Prima Guerra Mondiale. Poi, essendo il tutto immerso per lo più nei boschi, è un toccasana per la mente e lo spirito. Tra l'altro non ho trovato anima viva in tutto il percorso e questo è stato un ulteriore punto a suo favore.
    Quindi sentiero promosso a pieni voti.

  5. Giorno 5 - 19/05/2023

    Lago di Alserio

    19/05/23 venerdì
    Per ragioni che non vi sto a riportare in quanto non rilevanti, oggi ho deciso di fare un giro più soft del solito, quindi vado al lago di Alserio (visto che qualcuno ne ha parlato bene sul web).
    Da Como, in una ventina di minuti, arrivo al paese Alserio, punto di partenza dell’escursione. Qui ci sono molti parcheggi gratuiti ma, se volete lasciare l’auto il più vicino possibile all'inizio dell’unico sentiero che costeggia il lago, andate al cimitero del paese. Troverete un parcheggio sia lì che pochi metri prima. Da qui all’inizio del sentiero sono pochi passi a piedi.
    Ma prima di entrare nel vivo del racconto, una precisazione: parlando con qualche abitante del paese ho scoperto innanzitutto che il lago non si può girare intorno, ad anello. O meglio, da Alserio si costeggia il lago, tenendoselo alla propria sinistra, fino a che non si arriva a Merone. Da qui potenzialmente si potrebbe anche proseguire ad anello fino a tornare ad Alserio ma innanzitutto da Merone non si costeggerebbe più il lago ma lo si manterrebbe a notevole distanza. In più il tragitto diventerebbe veramente lungo e senza particolari attrattive. Quindi vi sconsiglio di farlo (guardando il percorso su google maps capirete meglio cosa intendo).
    Ma partiamo ora col mio racconto.
    Dal cimitero vado verso l'inizio del sentiero. Prima di giungervi però c'è una biforcazione dove si trova un cartello che indica di prendere a sinistra per raggiungere i giardini. Non ci vado perché, a detta di uno del posto, non c’è nulla di particolare da vedere (ma guardando successivamente su internet scopro che sono dei giardini che danno sul lago, con tanto di piccole barche ormeggiate a riva. Col senno di poi, un salto l’avrei fatto, giusto per scattare qualche foto).
    Comunque, arrivo all'ingresso del sentiero dove c'è l'indicazione “Merone 4.3 km”. Sino a qui la strada è asfaltata ma da questo momento diventa sterrata. Incomincio la passeggiata e costeggio il lago, seppur i punti da cui lo si scorge sono veramente pochi. Ce n’è solo uno a metà del tragitto percorrendo il sentiero a sinistra che scompare tra gli alberi. Lo prendo e dopo pochi passi arrivo sulla riva del lago dove faccio alcune foto di rito. Poi torno indietro e proseguo sul sentiero maestro, il quale costeggia costantemente il lago (evitate stradine secondarie alla vostra destra, in salita, perché non so dove vi portino ma sicuramente lontano dal lago).
    Comunque, dopo un’oretta, giungo alla periferia di Merone.
    A questo punto la mia idea è quella di visitare il paese (in quanto magari ha una piazza carina o qualcosa d’interessante) e al tempo stesso d’informarmi su come tornare ad Alserio in pullman o in treno (in quanto avevo intenzione di ottimizzare i tempi di ritorno in modo da poter visitare qualche altro paese o sentiero naturalistico limitrofe).
    Passo più del dovuto in questo paesino scoprendo che da vedere non c’è nulla di particolare. In più, parlando con tabaccai e persone del luogo, scopro che non c'è nessun treno o autobus diretto ad Alserio, dato che entrambi portano a Erba, la quale è troppo distante da Alserio per farla poi a piedi, quindi bisogna prendere comunque un altro autobus. Praticamente ci metto più tempo a tornare indietro coi mezzi pubblici che non ripercorrendo il lago a ritroso. Quindi m’incammino e in un’oretta arrivo alla mia auto.
    Dato che la pioggia incombe, torno a Como per ripararmi da quello che sarà un bel temporale.
    Opinione su questo giro?
    Come percorso e lago: né lode né infamia. Decisamente migliori e degni di nota i due sentieri fatti nei giorni scorsi. Quindi diciamo che è carino ma se fossi in voi punterei più ad altre mete.
    Più che altro è piacevole percorrerlo perché è sempre in piano, quindi è una passeggiata soft da compiere per spezzare quelle più pesanti e faticose tra le montagne.
    Ma alla fine, col senno di poi (e tempo meteo permettendo), avrei optato per qualcos’altro più interessante e caratteristico.

  6. Giorno 6 - 20/05/2023

    Ultimo giro a Como e Rientro

    20/05/23 sabato
    Oggi sono in partenza ma, prima di tornare nella mia città natale, voglio fare un’ultima passeggiata. Peccato che la giornata è pessima e al risveglio mi accoglie già la pioggia, quindi d’andare a fare un sentiero impervio l'ultimo giorno, uscendone fradicio, non se ne parla proprio. Decido allora per il mattino di fare un altro giro a Como per ammirare di nuovo le bellezze della città e poi, a seconda di come cambierà il tempo, decidere se tornarmene a casa o fare un altro sentiero o passeggiata soft.
    Quindi vado in centro e, oltre a trovare le vie piene di gente e di negozi aperti, ammiro sul lungo lago e in alcune viuzze un po' di stand alimentari e di bigiotteria. Mi spingo fino a Villa Olmo dove scopro che si può entrare gratuitamente non solo nel parco ma anche all'interno della villa (ne approfitto e devo ammettere che, seppur le stanze siano vuote, le pareti sono adornate in modo splendido, quindi qualche foto ci scappa).
    Poi torno indietro e faccio zig zag per le vie del centro per un’oretta. Infine, notando che ormai sta solo piovigginando, decido di andare fino a Fenegrò, un piccolo paese dove si trova una panchina gigante (in realtà, intorno a Como, ce ne sono altre: San Fedele in località Bolla, a Pescate al parco Fornace e a Zerbio, a Pia del Tivano. Ma sono tutte distanti un’oretta da Como e soprattutto mi allontanerei ulteriormente dalla strada che mi condurrebbe a casa. Invece Fenegrò si trova su quella del ritorno, a una mezz’oretta da Como).
    Quindi raggiungo il parcheggio di via Montegrappa a Fenegrò, in quanto pare sia il punto più vicino al sentiero che mi condurrà alla panchina. Lascio l’auto qui (anche se oggi c'è il mercato, ci sono comunque ancora tanti posti liberi) e poi mi affido a Google Maps ma scopro troppo tardi che non solo mi fa percorrere una statale con traffico a iosa e zero marciapiede ma non mi fa neppure giungere a destinazione (se non facendomi tagliare in mezzo ai prati e ai boschi privi di alcun sentiero).
    Per fortuna alcuni del posto mi vengono in soccorso e mi spiegano la strada corretta che è questa: dal parcheggio di Montegrappa prendo via Mascazza. Seguo la strada asfaltata in mezzo alle case fino a che arrivo a una strada sterrata. La prendo e a un tratto lo sterrato diventa di nuovo asfaltato fino a che mi trovo davanti varie costruzioni (con tanto di mucche e altri animali). Alla sinistra però c'è una strada sterrata; la percorro e dopo qualche minuto arrivo alla panchina gigante gialla. Accanto c’è una piccola cappella e intorno dei cartelli dove sono riportate delle frasi poetici. Atmosfera carina, peccato che la panchina dà su uno spazio aperto collinare circondato da boschi e da un casale sullo sfondo. Quindi nulla di paragonabile a quelle in cima alle montagne o similari. Scatto comunque un paio di foto e poi, rifacendo il tragitto al contrario, torno alla mia auto.
    In definitiva, se siete per strada e volete proprio fare una foto su una panchina gigante, allora andateci pure. Altrimenti, soprattutto se ne avete viste già altre, rimarrete delusi.


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