La Croazia on the road, in modo da immergermi nella natura e nelle bellezze che offre.
Lunedì 5/09/2016
Ci stavo facendo il filo da anni e finalmente l’ho realizzato: andare ai laghi di Plitvice, in Croazia, con capatina al parco di Krka.
Ecco a voi il mio viaggio.
In automobile parto prima dell’alba (ovvero alle cinque) dato che abito ad ovest di Milano. Lo faccio per varie ragioni: il tragitto è lungo, evito il traffico della tangenziale di Milano nelle ore lavorative e riesco già a visitare un paese, ovvero Opatja.
Prendo innanzitutto l’autostrada che da Milano mi conduce fin oltre Trieste (30€ l’intera tratta), esco a Prosecco e da qui faccio la statale che attraversa la Slovenia fino a Starod, ovvero al confine tra Slovenia e Croazia (dove troverò una dogana ma nulla di che: guardano giusto la carta d’identità e poi lasciano passare).
In zona Starod faccio benzina in quanto costa meno qui che in Italia: 1.112€/L contro le nostre 1.399€/L. In Croazia toccherà invece gli 1,086€/L.
Sempre su strade statali raggiungo Opatja, una città di mare a nord-est dell’Istria. L’ho scelta perché è a metà strada tra la mia città e i laghi di Plitvice: ottima soluzione per sgranchirmi le gambe, far riposare l’auto e visitare un luogo molto carino per una passeggiata spensierata e ristoratrice.
Accanto c’è anche Rijeka, altra città balneare, ma l’ho esclusa in quanto ha 180000 abitanti, quindi volevo evitare di iniziare la mia ‘vacanza di relax’ restando imbottigliato nel traffico di una città caotica. Meglio Opatja è che più piccola e tranquilla (8000 abitanti) anche se già qui risulta difficile parcheggiare (sono tutti a pagamenti) ma alla fine lo trovo in uno sotterraneo. Occhio perché il pagamento del parcheggio è attraverso un parchimetro che accetta solo contanti in Kuna (10K corrispondono a circa 1,40€). Indi per cui ho dovuto prima cercare un bancomat (che scopro avere anche la lingua italiana!), prelevare e poi andare a parcheggiare.
Conclusa tutta l’operazione, mi avvio verso il lungo mare a piedi, che è poi anche il centro del paese. Pur essendo un lunedì di settembre c’è molta gente in giro, tra turisti e quelli del posto, ma è comunque un flusso costante e non fastidioso.
Il paese è piccolo ma piacevole da visitare, con ristoranti e bancarelle di souvenir, monumenti, palazzi ben ristrutturati e giardini ben curati sparsi in ogni dove.
Vi resto un paio di ore e devo ammettere che è stata un’ottima scelta come sosta d’intermezzo.
Torno al parcheggio e scopro che il prezzo è veramente irrisorio: per due ore di sosta solo 50 centesimi (anche se è ad una decina di minuti dal centro).
Da qui riparto, direzione Slunj, un paesino che sarà il mio ‘campo base’ per due giorni. Ho impiegato due ore per raggiungerlo, prendendo sia la statale che l’autostrada (un’ora di percorrenza al modico prezzo di 6,50€). Scopro che in tutte le autostrade croate si può pagare sia in euro che in kuna (buon a sapersi per il ritorno in Italia) e funziona coma da noi, ovvero si prende il biglietto all’ingresso mentre all’uscita c’è il casellante che riscuote.
Ho scelto Slunj sia perché è a trenta minuti dagli ingressi di Plitvice sia perché l’avevo inquadrato come un paese adorabile.
Lascio i bagagli al B&B e faccio un giro in paese: trovo così un piccolo centro con piazzetta e bar e minimarket tutt’intorno.
Ma ciò che ho apprezzato di più è a Rastoke, il paese limitrofe, raggiungibile a piedi. Facile da trovare: da Slunj vado verso il ponte ma prendo la strada asfaltata che lo costeggia.
Scendo e dopo pochi passi mi trovo in un angolo molto ‘fantasy’, dove si trovano un insieme di piccole cascate (non per niente vengono soprannominate ‘piccole Plitvice’) circondate da alberi e da due ristoranti in tema. È un paesaggio squisito, sia di giorno che di sera.
Volendo c’è anche un percorso a pagamento tra le cascate con tanto di museo da visitare.
Tra l’altro, consiglio di andare a cena da ‘Petro’. È uno dei due ristoranti tra le cascate: costa poco (un secondo, una birra media e un dolce a 9€), si mangia decisamente bene e si ha una vista sulle cascate non indifferente.
Martedì 06/09/2016
Prendo un caffè in piazza (0,80€) e poi via fino ai laghi di Plitvice (si legge Plitvize).
La strada è semplice: su quella principale, dalla piazza di Slunj, vado a destra (quindi dalla parte opposta di Rastoke) e poi seguo per Plitvice Jezera.
In una mezz’oretta raggiungo la prima delle due entrate (contrassegnata da un cartello enorme sulla strada con scritto ‘entrance1 – ulaz1’ e da un ponte di legno sopraelevato che l’attraversa).
Supero con l’auto la prima entrata per fermarmi alla seconda (quindi cartello ‘entrance2 – ulaz2’) in quanto la proprietaria del B&B mi aveva consigliato questa per il minor numero di turisti.
Il parcheggio è a pagamento (come d’altro canto anche per l’altra entrata): prendo il biglietto, che pagherò a fine giornata (dato che va ad ore).
Raggiungo poi la biglietteria e sborso 15€ per l’ingresso ai laghi (il biglietto si può acquistare dalle 7 alle 17 mentre il parco resta aperto fino alle 19).
Intorno all’ingresso ci sono negozi di souvenir, bar e un infopoint (che non fornisce le cartine dei laghi; quelle dovete pagarle… Ma non acquistatele: vi assicuro che è impossibile perdersi o sbagliare percorso). Li supero, proseguo verso il ponte di legno sopraelevato, lo attraverso e dopo pochi passi nel sentiero tra gli alberi mi trovo su una strada sterrata: seguo l’afflusso di persone e dopo alcuni metri sono in una piazzola.
Qui c’è un enorme cartello che spiega i vari percorsi che si possono fare, contrassegnati ognuno da una lettera e dal tempo di percorrenza effettivo (C= 4/6h E=2/3h H=4/6h K=6/8h).
Anche se mi alletta molto il percorso completo K, che si compie tutto a piedi, evitando gli spostamenti in navetta, scelgo H in quanto voglio essere sicuro che anche prendendomela comoda riesco a vedere tutto.
Per questo percorso c’è da prendere sia la barca che dei piccoli bus con un paio di ‘vagoni’ annessi. Ovviamente sono entrambi compresi nel prezzo.
In pratica, da dove mi trovo io c’è la navetta che in cinque minuti conduce da ST2 a ST3 (ovvero la parte più a nord dei laghi). Ovviamente vi riporta anche indietro, all’occorrenza. Da qui c’è un lungo percorso fatto più che altro da passerelle di tronchi che mi condurrà fino a P2, un piccolo pontile, da cui la barca mi traghetterà fino a P1 (capirete queste sigle quando avrete la cartina davanti: non vi preoccupate!). Da qui poi a piedi si raggiunge l’entrata 1 e un pulmino (da ST1) ricondurrà al punto di partenza (quindi ST2).
Quindi, alle 9.30 sono pronto a partire per l’esplorazione dei laghi. Dalla cima (quindi da ST3, raggiunta in navetta) incomincio a muovermi tra le passerelle di tronchi. Essendo presto c’è poca gente e quindi posso prendermela comoda e godermi il panorama con raffiche di foto annesse.
Come vi dicevo, è impossibile perdersi a meno che non si va fuori percorso (ovvero fuori dalle passerelle); ad ogni bivio c’è un cartello che indica la direzione da seguire per continuare col percorso prescelto.
In tre ore arrivo alla barca.
Occhio perché qui approdano due barche: quella attraccata a sinistra fa il percorso lungo (quindi conduce da ovest ad est del lago) mentre l’altra fa da nord a sud (‘segando’ il mio percorso). Comunque sugli attracchi ci sono i cartelli con le indicazioni dei percorsi (ovvero uno è P3/F/H e l’altro P1/B/K). Le barche ci sono ogni mezz’ora.
Ad un certo punto, prima di raggiungere il ‘big waterfall’, c’è un bivio: a sinistra si raggiunge la cascata mentre a destra c’è l’indicazione per una grotta da visitare. Vi entro e salgo fino in cima in modo da godermi un bel panorama dall’alto (scoprirò però che questo punto lo raggiungerò comunque continuando il percorso H, quindi è stata una fatica inutile, anche perché, tra l’altro, la caverna non è nulla di che).
Torno quindi sui miei passi fino all’incrocio e proseguo per ‘big waterfall’, la quale risulterà maestosa, specialmente vista dall’alto. Da qui proseguo il percorso e, come detto in precedenza, ripasserò dal punto panoramico sopra la grotta.
Raggiungo così ST1. Da qui riprendo la navetta che mi riporta a ST2 e a piedi torno alla mia auto.
Tirando le somme ho impiegato sei ore per fare tutto il percorso H.
Infine vado a pagare il parcheggio (7.50€).
Che dire? I laghi sono stati come me li aspettavo: splendidi. Sono talmente singolari e caratteristici da meritare sicuramente una visita. E naturalmente, le foto sono fioccate a iosa.
Alcune cose prima di concludere:
-Conviene andare di prima mattina, come ho fatto io, in quanto poi si riempie di turisti (le classiche comitive dei tour operator) e in certi momenti diventa difficoltoso camminare. Considerate che siete comunque su passerelle sospese sui laghi quindi se fate un passo falso vi fate una bella nuotata! Senza contare che scattare foto in certi punti diventa complesso in quanto l’afflusso di persone non permette di fare con la dovuta calma e precisione foto ottimali. E siamo a settembre. Figuriamoci ad agosto!
-La proprietaria del B&B mi ha sconsigliato di mangiare dentro il parco in quanto i prezzi sono proibitivi. In realtà, nelle fermate di navette e barche ci sono punti di ristoro ma i prezzi sono tutto sommato abbordabili: ad esempio, hamburger=4€ birra media e coca cola=2,50€.
-Per chi non vuole usare l’automobile per spostarsi o dipendere da qualche viaggio organizzato ci sono dei pullman che vanno e vengono dalle città più importanti della Croazia: Zara (in due ore), Sibenik (in tre), Split (in quattro ore e mezza) e Zagabria (in tre).
Mercoledì 07/09/2016
È ora di dirigersi a sud per la seconda parte del viaggio.
Alloggerò a Bilice (punto nevralgico per le mie prossime escursioni) in quanto è un paesino: c’è giusto un campetto sportivo e un bar. Ma a dieci minuti di strada si trova Sibenik (ho deciso di non soggiornare qui perché è una città di mare di 50000 abitanti con turisti a iosa. Ergo: caos, traffico e stress che incombe).
Per arrivare a destinazione prendo l’autostrada. Dopo tre ore di viaggio, e 7€ al casello, giungo al B&B. Lascio i bagagli e poi vado a visitare Sibenik.
Ovviamente i parcheggi sono a pagamenti, così lascio l’auto in uno accanto al porto e via di esplorazione!
Tenendo il mare alla sinistra, in pochi minuti sono nella città vecchia, ovvero dove si trovano tutti i monumenti più importanti.
Costeggiando il lungomare si arriva in pochi minuti alla chiesa più importante della città: la Cattedrale di San Giacomo (katedral sv. Jakova). La si trova facilmente: appena dopo un palazzo con due statue di leoni c’è una scalinata da cui s’intravede l’ingresso alla Cattedrale.
Prima di salire le scale però costeggio ancora il mare ed in pochi passi raggiungo l’infopoint che mi fornisce una cartina con tutti i monumenti meritevoli di visita.
Uscito, torno sui miei passi, salgo le scale e pagando 2€ entro nella Cattedrale. È famosa per il suo battistero (piccolo ma carino) all’interno e per le sculture di 71 teste umane all’esterno. Personalmente ho trovato l’interno tetro e sopravvalutato.
Uscito, m’incammino girovagando per le viuzze caratteristiche della città vecchia. Molto carine perché strette e con abitazioni ristrutturate e dai colori tenui.
Procedo poi in salita in modo da raggiungere la ‘fortezza del Barone’ (Tvrdana Barone). Anche senza cartina è facile arrivarci: basta continuare a salire e siete a destinazione.
Pago il biglietto (circa 6,50€) che mi permette di entrare sia qui che nell’altra fortezza, quella di San Michele (Tvrdava sv. Mihovila). Le ho visitate entrambe ma quella che mi ha colpito di più è stata quest’ultima (non per altro ma è adibita ad arena per i concerti e sedersi sugli spalti con il mare sullo sfondo fa un certo effetto).
Quella del Barone mi ha invece deluso (è piccola e non ha nulla di che all’interno).
C’è poi una terza tra le due: quella di San Giovanni (Tvdava sv. Ivana). Per raggiungerla: dall’ingresso della ‘fortezza del Barone’ si diramano tre strade: prendete quella centrale, ovvero quella sterrata, in salita. In cinque minuti siete a destinazione. È abbandonata a sé stessa ma in compenso è quella più in alto delle tre (ergo si ha un panorama migliore). Se non volete spendere soldi, fatevi solo questa dato che l’ingresso è gratuito!
Visitate le tre fortezze, torno a girovagare tra le viuzze della città vecchia, incappando in chiese e costruzioni piccole e non particolarmente degne di nota.
Dopo tre ore e mezza di visita alla città torno alla mia auto (3€ di parcheggio) e dato che è ancora presto decido di andare a Trogir, una delle mie mete in programma. È famosa per essere un paesino medievale collocato su una piccola isoletta raggiungibile da alcuni ponti.
Affascinato dalle foto su internet sono curioso di vederla.
Cinquanta minuti e sono a destinazione.
Lascio l’auto al parcheggio a pagamento proprio davanti ad uno dei ponti d’ingresso all’isolotto e incomincio la perlustrazione.
L’isola è effettivamente piccola e si gira in un’oretta. Ci sono le solite piccole chiese e case di altri tempi da vedere ma non c’è nulla che mi conquista particolarmente. Sulla sponda ovest trovo una piccola fortezza e una torre: carine ma piccole in confronto a quelle di Sibenik.
In effetti è un paese molto medievaleggiante (ma solo l’isola: già la città che la circonda è più moderna). Ciò che invece non mi ha convinto è stato l’averla resa troppo turistica, ovvero l’intera isola è disseminata di ristoranti, bar e negozi di souvenir, sia sul lungo mare che nelle viuzze. Ciò ne rovina decisamente l’atmosfera poetica. Peccato perché se non ci fosse stato tutto questo condensato di negozi e ristoranti ‘spella-turisti’, il paese avrebbe guadagnato decisamente più punti.
Tirando le somme: ammetto di essere stato deluso da Trogir. Alla fine è una Old-Town di Sibenik (a livello di case, viuzze e materiali usati per la costruzione) ma su un’isola e con molti più negozi e bar. Ergo, col senno di poi mi sarei risparmiato quasi due ore complessive di viaggio per visitarla.
Infine, per un’ora di parcheggio ho pagato 3€.
Torno a Sibenik per cena e scopro una cosa sconcertante: non ci sono ristoranti sulla circonvallazione esterna né nella periferia o nei paesini limitrofi! Praticamente o si va in centro città o si fa la fame!
Giovedì 08/09/2016
La giornata è splendida, quindi tappa fissa al parco di Krka (si legge Korka).
Da Bilice vado in direzione Drnis fino a che non trovo l’indicazione N.P. Krka. Poi seguo per Lozovac (in quanto ci sono varie entrate per il parco ma quella ‘ufficiale’ è questa).
Una decina di minuti e sono all’ingresso.
Il parcheggio è gratuito mentre l’entrata al parco sono circa 15€ (occhio però perché a luglio e agosto ne costa 20) e si può acquistare il biglietto dalle 9 alle 16.30.
Appena dopo l’ingresso c’è anche una struttura dove si acquistano i biglietti per un’escursione in barca sul lago spendendo circa 14€. Io però vado oltre.
Nel piazzale si può scegliere: o raggiungere l’ingresso delle cascate in pullman o farsi a piedi un pezzo di strada in mezzo ai boschi. Io ovviamente opto per la seconda (lasciando il pullman al ritorno, dato che la strada sarà tutta in salita). 800 metri e mezz’ora dopo arrivo davanti all’ingresso del ‘percorso laghi’ con le immancabili passerelle di tronchi. Le percorro fino a giungere alle famose cascate raffigurate in tutte le foto, ovvero quelle dove si può fare il bagno.
Oltre alle cascate c’è un piccolo piazzale erboso dove prendere il sole circondato da vari banchetti di souvenir e di cibo.
Sono poco più delle 10.30 ma c’è già un discreto numero di persone, sia fuori che in acqua.
Tante foto di rito perché il paesaggio è splendido e poi via a farsi un bagno! L’acqua è leggermente fredda ma non si va al parco di Krka senza fare il bagno, e che cavolo!
Noto che esserci andato al mattino è stata una buona mossa; infatti a mezzogiorno si è riempito di turisti.
Resto un paio d’ore a godermi il sole e l’acqua. Poi proseguo la visita: dalle cascate salgo sul ponte che le attraversa e seguo il percorso in salita fino a giungere alle due piazzole di sosta degli autobus. A me, venendo dalla cascata, interessa la prima (autobusna postaja) in quanto è quella che mi porta gratuitamente all’ingresso del parco. La seconda è riservata alle comitive di turisti dei tour operator.
Alle 14 sono di nuovo in auto, ma non per abbandonare il parco: infatti nel biglietto è compreso anche l’ingresso alle Roski slap e alla caverna limitrofe (situate più a nord rispetto a Lozovac), raggiungibili solo in auto.
Così riparto: da Lozovac seguo per Skradin, poi per Dubravice, Rupe e infine Laskovica. Qui c’è l’indicazione per Roski Slap. Impiego per raggiungere la meta una quarantina di minuti.
C’è il solito ingresso con i controllori, parcheggio gratis e un breve sentiero di legno che costeggia le cascate (decisamente molto più modeste delle loro ‘sorelle maggiori’). Supero un ponte di legno e mi trovo ad un bivio: a destra si raggiunge un attracco per le barche mentre a destra si va in direzione grotta.
Vado alla grotta: la salita è un po’ irta e fatta tutta di scalini in legno ma alla fine la raggiungo… E risulta una delusione: è in fondo poche decine di metri illuminate da una luce artificiale.
Ne esco dopo un paio di minuti e proseguo la salita per raggiungere la cima, dove almeno la vista delle cascate e del lago annesso meritano una foto.
Il tempo di riposarmi e poi torno all’auto. Tutta l’escursione è durata una quarantina di minuti.
Col senno di poi avrei evitato questa meta: la grotta è imbarazzante ma compensa il panorama dall’alto mentre le cascate sono carine ma non reggono il confronto con quelle viste fino ad ora.
Dato che il sole è ancora alto nel cielo decido di approfittarne per andare a Primosten, famosa anch’essa per essere un minuscolo paese su un isolotto collegato alla terraferma da un ponte (tipo Trigor, per intenderci).
C’impiego una quarantina di minuti per raggiungerlo. Lascio l’auto al solito parcheggio a pagamento e mi dirigo verso l’isolotto.
Già l’ingresso mi fa intuire che è tutt’altra cosa rispetto a Trogir: rispetto a quest’ultimo è più piccolo, senza negozi e ristoranti a deturparne l’atmosfera medievale. Li si trova solo sul lungomare.
Gironzolo per le stradine fino a giungere al centro dell’isola, dove una chiesa domina il paesaggio. Vi entro e, pur essendo piccola, scopro essere adorabile, con le pareti ristrutturate e i dipinti restaurati con colori vivaci. Decisamente meno cupa e fredda della cattedrale di Sibenik!
L’intero paesino si gira in un’oretta. A ragion veduta, vi consiglio di arrivare lì per le 18, visitarlo e poi cenare in qualche ristorante sul lungomare in quanto trovo che sia una location molto romantica e tranquilla.
Infine torno all’auto: per un’ora e mezza di sosta ho pagato 3€ ma sono sicuro che andando verso la periferia si trovino parcheggi a meno (o magari addirittura gratis!).
Venerdì 09/09/2016
Penultimo giorno.
Inizialmente volevo farmi sia Zara che Spalato ma, dato che Sibenik è in mezzo, implicava un’ora per andare a Zara, altre due per spostarsi fino a Spalato e poi un’ennesima ora per tornare al ‘campo base’. E dato che la stanchezza del tour de force di questi giorni si sta facendo sentire, opto per fare una città sola.
Scelgo Zara in quanto incuriosito dal suo famoso ‘Organo marino’, ovvero un insieme di canne a livello del mare nascoste sotto degli enormi gradini che emettono dei suoni diversi a seconda del movimento delle onde.
Un’ora di autostrada e, circa 3€ di pedaggio dopo, arrivo in città.
Zara, pur avendo solo 75000 abitanti, si pone come una città un po’ troppo caotica per i miei attuali gusti da eremita sperduto tra le montagne.
Districandomi tra auto e semafori, trovo ad una decina di minuti dal centro un parcheggio gratuito, quindi ne approfitto.
Posteggio e m’incammino verso il centro, che non è altro che la punta della città (ricorda l’isolotto di Trogir e Primosten ma collegato alla terraferma da un parco e non da un ponte).
Gironzolo senza meta fino a trovarmi in una piazza (Narodni trg) dove si trovano vari palazzi ma soprattutto un infopoint (è in una strada stretta) dove prendo la cartina della città.
Da qui ammiro in rapida successione: l’università (Sveuciliste university), la porta terraferma (Kopnena vrata) con annessa torre, giardino e chiesa di San Simone (ovvero: Kapetanova kula, Jelene Madijevke e Crkva sv. Simuna). Poi mi sposto al museo del vetro (Muzej antickog stakla) fino alla Cattedrale di sant’Anastasia (Katedrala sv. Stosije). Qui si trovano svariate chiese, le une accanto alle altre (Crkva sv. Marije, Crkva sv. Ilije, Crkva sv. Donata).
La Cattedrale presenta una torre in cui salgo pagando 2€ ma onestamente non mi ha entusiasmato più di tanto il panorama.
Diciamo che fino ad ora la visita della città è stata carina ma nulla mi ha ancora conquistato.
Ma il pezzo forte deve ancora arrivare: l’Organo marino. Si trova sulla punta ovest del centro. Non ci si può sbagliare perché si vedono questi enormi gradini sul mare e accanto un grande cerchio di pannelli solari (chiamato ‘Il saluto al sole’). Scopro di esservi giunto perché ci sono molte persone sedute sui gradini ad ascoltare la melodia delle onde.
Mi siedo anch’io e resto per un po’ a godermi il panorama ed ad ascoltare l’Organo.
Poi vado a vedere ‘Il saluto al sole’: di giorno non è nulla di che (un enorme cerchio formato da tanti pannelli fotovoltaici) ma di notte è un susseguirsi di colori e forme diverse. Mi spiace non essermi interessato prima a quest’opera (guardatevi i filmati su youtube per farvi un’idea) altrimenti sarei andato a Zara di sera per godermi lo spettacolo.
Sabato 10/09/2016
Ultimo giorno, dedicato per lo più al viaggio, con una sosta di ristoro a Bakar.
Inaspettatamente mi alzo alle 7, quindi si parte in anticipo rispetto alla scaletta che mi ero prefissato.
C’impiego tre ore per raggiungere Bakar. L’ho scelto perché su internet ne parlavano bene ma ne resto deluso: c’è giusto una chiesetta in cima ma è chiusa e tra l’altro non si vede il panorama sottostante perché circondata dalle case. In riva al mare ci sono un paio di baretti ‘di periferia’ e il mare che fa da sfondo è tristemente rovinato da ciò che resta del cantiere, ovvero enormi macchinari arrugginiti lasciati a deperire sul lungomare.
Comunque, la mia mezz’oretta di riposo l’ho fatta quindi il paese ha svolto il suo compito.
Poi riparto e in cinquanta minuti sono a Starod.
Ovviamente prima di entrare in Italia faccio il pieno da un benzinaio sloveno e poi via verso casa!
INFO VARIE
-Tirando le somme: come avete letto ci sono posti che mi sono piaciuti e altri che non mi hanno convinto.
Ammetto che è stato un tour de force visitare tutto ma ne è valsa la pena: così so cosa merita una visita e cosa tralasciare.
Promossi ovviamente i laghi di Plitvice e il parco di Krka: sono tappe obbligatorie che non vi deluderanno. Sono splendidi e solo quelli valgono tutto lo sbattimento di viaggio e spostamenti.
Opatja mi è piaciuta e come ‘paese di sosta’. Bocciato a pieni voti invece Bakar. A saperlo prima mi sarei fermato di nuovo a Opatja.
Zara promossa soprattutto per l’Organo marino e il ‘Saluto al sole’. Ma, come vi dicevo, andateci di sera così vi godrete appieno il ‘Saluto’.
Tra Trogir e Primosten opto per il secondo: meno commerciale e più incantevole.
La scelta di alloggiare a Slunj/Rastoke è stata azzeccata: un paesino adorabile. Anche solo di passaggio o per una cena, fateci un salto. Non tanto per il paese in sé ma per le cascate con ristoranti accanto.
Bilice non offre niente come paese ma ha il vantaggio di essere a metà strada da tutto (Zara, Primosten, Spalato, Trogir e Paklenica). Ma se preferite alloggiare in un paese dove c’è vita, locali, monumenti e gente allora andate a Sibenik (che comunque è a pochi minuti da Bilice).
Infine, mi ero fatto una scaletta di altri possibili luoghi da visitare: a causa di tempo e stanchezza ho lasciato perdere Plaklenica (un parco ad un’ora di strada da Sibenik meritevole di una visita, anche se non sembra al livello degli altri parchi visitati e, pare, costi pure di più) e Spalato (altra città che, dicono, sia bella tanto quanto Sibenik e Zara). Valutate anche queste destinazioni se siete in zona.
-Slovenia: su internet si legge di tutto e di più su come attraversarla senza comprare la Vignetta (che è un bollino che permette di viaggiare in tutte le autostrade slovene, previo multa salata se non la si possiede).
Per fortuna il problema sussiste se dovete andare in Istria. Per andare invece a Opatja (e di conseguenza in tutti i luoghi dove sono stato) nessun problema.
Ecco come mi sono mosso per evitare un’involontaria entrata in autostrada slovena: dall’Italia sono uscito dall’autostrada a Prosecco (che è poco prima di Trieste). Da qui ho impostato sul navigatore come destinazione Starod (che è al confine tra Slovenia e Croazia) e di evitare le autostrade. Di conseguenza dall’Italia sulla statale ho attraversato i paesi croati di Matteria e Racice. Una volta giunto a Starod ho impostato ‘Opatja’ riattivando la modalità autostrada in quanto ormai la Slovenia l’ho lasciata alle spalle.
Comunque, nel dubbio, ricordatevi semplicemente che in Slovenia dovete evitare le strade con i cartelli BLU (perché corrispondono alle autostrade) mentre i GIALLI sono le strade urbane.
-Autovelox: ne ho adocchiati alcuni, sia all’uscita della galleria in autostrada che in un paio di paesini. Non ci sono cartelli che ne avvisano della presenza e alcuni sono in posizioni discutibili (tipo a Rakovica, zona laghi di Plitvice, era applicato alla destra di un lampione, e un altro dietro ad un segnale elettronico della velocità).
-Limite di velocità: i cartelli stradali riguardanti la velocità sono a volte incomprensibili (in centri abitati bisognava procedere a 30 km/h e in strade lunghe, dritte e senza strade secondarie a 60 km/h). In compenso tutti i guidatori cercano di seguire le regole quindi difficilmente troverete qualcuno che vi strombazzerà perché andate troppo piano.
-Traffico: inaspettatamente ne ho trovato veramente poco, sia in autostrada che nei paesi visitati. Tutto molto scorrevole e rilassante. È vero che era settembre ma sono stato nello stesso periodo in Austria e Svizzera e lì era veramente un delirio!
-Parcheggi: come avete letto, per lo più ho sfruttato quelli a pagamenti in quanto più vicini al centro e con meno dispendio di energie per trovarne uno gratuito. Ora, non sono stato a guardare se ci fossero o meno questi ultimi ma di certo quelli nelle zone limitrofe al centro città erano a pagamento.
-Moneta: in tutto il paese si usa la Kuna croata. 10 kune corrispondono a circa 1,30€.
Tanti luoghi, autostrade in primis, accettano gli euro ma occhio perché altri (tipo i ristoranti e i bar) richiedono solo la loro moneta. Quindi o pagate in kune o con il bancomat MA a volte non accettano la carta se non si supera una certa spesa, quindi tenetevi sempre dei contanti a portata di mano.
-Abbigliamento nelle chiese: anche qui vige la regola che non si entra in canottiera e pantaloncini corti (con tanto di avviso all’ingresso). Maglietta e pantaloni sotto il ginocchio sono accettati. Ora, magari non vi diranno nulla ma per evitare discussioni… siete stati avvertiti!
-Sigarette: qui si fuma ancora nei locali, bar e luoghi pubblici. Indi per cui, preparatevi a respirare fumo in abbondanza!