ANDALUSIA: 1° tappa MALAGA - 2° tappa GRANADA

Per molti stranieri l'Andalusia è la Spagna e la Spagna è l'Andalusia, terra di gitani e toreri, di sole e flamenco, di città d'arte e paesini senza tempo, abitati da gente dalle usanze esotiche... Da molto tempo sognavamo di fare un viaggio in Andalusia, una terra affascinante, la terra del sole e della luce e già in inverno mi sono messo al lavoro per organizzarlo.
Ho programmato tutto il viaggio prenotando online voli, hotel e spostamenti in bus che in Spagna sono confortevoli, rapidi e puntuali (mi ero abbondantemente documentato in merito). Solo il tratto Cordoba-Siviglia l'effettueremo in treno. Non amo guidare e poi viaggiando tra la gente si coglie la sua umanità e la sua cultura.

Le tappe del viaggio:
MALAGA - GRANADA - CORDOBA - SIVIGLIA - CADICE + TAPPA A GIBILTERRA - MALAGA - RONDA - MALAGA

  • Il viaggio è durato 4 Giorni
  • Budget speso Più di 2.000€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Spagna
  • Viaggio fatto in primavera
  • Scritto da tripfactor (Carlo Amato) il 17/07/2017
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  1. Giorno 1

    9 maggio
    Iniziamo la nostra avventura in Andalusia partendo da Fiumicino con un volo della Vueling atterrando all'aeroporto di Malaga e con un treno che fa servizio metropolitano (un po' come la linea 1 della metro di Napoli ma... è meglio non fare paragoni!) in 12 minuti siamo nei pressi del nostro hotel il Bahia situato in posto strategico per muoverci essendo a pochi minuti dal centro e dal porto. Ci fermeremo solo una notte, giusto il tempo per dare uno sguardo alla città dove comunque ritorneremo alla fine del tour per altre due notti per approfondire la sua conoscenza.

    1° tappa: Malaga, splendida in tutti i sensi.
    Con più di 3.000 anni di storia, Malaga è una delle destinazioni con maggiore proiezione internazionale. Culla di artisti come Picasso, ha saputo valorizzare il proprio potenziale per poter offrire esperienze e momenti indimenticabili in tutti i sensi.
    Il nostro Hotel, il Bahia, è semplicemente delizioso: arredato in modo sobrio e moderno e con personale gentile e qualificato. L'addetto alla reception, simpatico e preparato, ci dà preziose notizie per come muoverci quando ritorneremo alla fine del viaggio consigliandoci di fare un giro sulla ruota panoramica da cui avremo una visione più che complessiva della città. Alla mia richiesta di indicarci un ristorante frequentato dagli spagnoli, ci consiglia "El Meson iberico" a poca distanza dall'albergo. Verificheremo!
    Intanto sistemate le valigie e "sistemati anche noi" ci dirigiamo alla ruota panoramica ma passeremo prima per l'ufficio turistico per fornirci di depliant e mappa e faremo un giro perlustrativo nella zona anche per aspettare che cali la notte e godere della vista dall'alto di Malaga illuminata. Attraversiamo Plaza della Marina e ci troviamo al Porto Marittimo tra i maggiori della Spagna, sia a livello civile che militare, uno dei luoghi più animati della città, e oltre il Paseo del Parque troviamo la Ruota panoramica di Malaga, conosciuta come la Noria Mirador Princess, un lussuoso anello con 42 cabine illuminate con led di diversi colori e fornite di aria condizionata, alto 70 metri che ci mostra la città da una prospettiva fantastica. Un viaggio di 15 minuti che ci permette di godere di una visuale che può arrivare fino a 30 km di distanza. È collocata nel Porto di Malaga e, vista la sua altezza, è difficile non vederla, infatti la vediamo anche dal balcone della nostra camera al 7° piano! Londra, Vienna, Liverpool, Las Vegas... Molte altre grandi città si vantano delle proprie ruote panoramiche e ora anche Malaga può farlo! Vale la pena di ammirare la baia quasi dal cielo! Dopo questo spettacolo unico andiamo a cenare al ristorante "El Meson Iberico", consigliatoci in precedenza ed effettivamente constatiamo che il locale è all'altezza del suo nome!

    Menù di primo impatto con la cucina andalusa:
    olive verdi miste, misto di "embutidos" (insaccati), salmorejo Cordobès (cremosa salsa al pomodoro con pangrattato), profiteroles

    Incontriamo una giovane coppia di emiliani, Alessandra e Alessandro, anche loro in giro per l'Andalusia che si sposeranno ad ottobre. Simpaticissimi! Torniamo in albergo, domani bus per Granada alle 10:00.

  2. Giorno 2

    10 maggio
    2° tappa: GRANADA
    La monumentale città di Granada, fondata dai Romani con il nome di Illibris tra i fiumi Darro e Geni, sorge ai piedi della Sierra Nevada, tra le sponde del Mediterraneo e l'entroterra andaluso, ed è famosa per il suo fascino ispano-mediorientale. Da ricordare Il drammaturgo e scrittore Federico Garcia Lorca che è il più famoso granadino, ucciso da un plotone di esecuzione in un villaggio vicino a Granada durante la sanguinosa guerra civile spagnola del 1936-39.
    Il chitarrista Andrès Segovia definì Granada "un luogo di sogno, ove il Signore mi ha messo nell'anima il seme della musica".

    Partiamo dal terminal dei bus di Malaga, posto vicino alla stazione ferroviaria Maria Zambrano, alle 9:00 invece delle 10 essendo arrivati in anticipo e previo pagamento di circa 2E. Il bus della società ALSA è veramente confortevole: wifi, toilette e aria condizionata! Il viaggio sarà molto comodo anche se la distanza da Granada è di appena 135 km ed il tempo di percorrenza si aggirerà intorno a 1 ora e 30.
    Arriviamo a Granada in perfetto orario e ci rechiamo al nostro albergo, il Plaza Nueva, posto nella piazza omonima. La piazza è stata costruita per coprire il fiume Darro, che scorre sotto, al fine di creare più spazio nella città. La piazza divenne ben presto uno dei centri più importanti di Granada e presumibilmente usata per tornei e corride ma anche per esecuzioni pubbliche. Dopo aver sistemato i bagagli (ricordiamo che abbiamo "un trolley e una borsa-tracolla a testa", solo io ho anche un "gilet portatutto" con 15 tasche ben riempite... sembro l'omino MICHELIN!) giriamo per i dintorni per ambientarci. La temperatura è abbastanza fresca... bisogna ricordare che la Sierra Nevada non è lontana. Su un lato della Plaza Nueva si può vedere la Reale Cancelleria la cui costruzione iniziò nel 1530 e sul suo retro fu costruita una prigione nel XVII secolo restata in funzione fino alla fine del XIX secolo. L'edificio è utilizzato oggi come l'Alta Corte.
    Sempre sulla piazza si affaccia la Iglesia de San Gil y Santa Ana costruita nel 1537 per sostituire la moschea Almanzora. Accanto ad essa c'è la Fuente del toro (fontana del toro) che fino al 1940 era altrove. Il suo nome si riferisce alla testa del toro che si trova nel centro della parete e dal cui naso fuoriesce l'acqua ed è affiancata da due statue di giovani, una su ciascun lato. Sotto la testa del toro appaiono figure di animali marini. All'ufficio turistico ci dicono che mancano i biglietti per visitare l'Alhambra ma io penso di rivolgermi direttamente all'hotel dove in genere ne hanno per i clienti. C'incamminiamo lungo la Carrera del Darro, ovvero la strada che costeggia il fiume. Il suo nome deriva dal latino aurus (oro) in quanto anticamente si cercava l'oro sulle sue sponde. Questo nome è stato poi cambiato dagli arabi in Hadarro, ribattezzato Dauro dai cristiani, e finalmente divenuto noto come Darro. Questa strada è una delle più belle di Granada, con la sua concentrazione di palazzi, chiese, case e vecchi bagni arabi ed il suo acciottolato particolare che si ritrova un po' in tutta l'Andalusia. Quattro ponti attraversano il fiume: Puente de Espinosa (XVI secolo), Puente de Cabrera (16 ° secolo), Puente de las Chirimias in origine un ponte arabo ricostruito nel 1882 e Puente del Aljibillo (Ponte della cisterna) che si riferisce alla aljibe o cisterna d'acqua che esisteva sulla passeggiata dall'altra parte del fiume. L'ultimo tratto del lungofiume sfocia in una piazza chiamata Paseo de los Tristes che deve il suo nome al fatto che vi passavano i cortei funebri diretti al cimitero posto nelle vicinanze dell'Alhambra. Si chiama anche "Paseo del Padre Manjón" dal nome del prete che ha fondato una scuola per bambini poveri in Sacromonte. È anche possibile vedere i resti del Puente del Cadi (XI secolo) un antico ponte arabo che è stato abbattuto a metà del XVII secolo, e restano solo la sua base e parte del suo arco a ferro di cavallo. Era utilizzato per collegare l'Albaicín, il quartiere di Granada che rispecchia al meglio l'eredità culturale andalusa nella città, con l'Alhambra. I fori che si possono vedere sul lato interno del ponte erano utilizzati per tenere una grata di ferro per impedire al nemico di raggiungere la città il fiume. Da qui si ha una splendida vista dell'Alhambra con la Torre de la Vela sulla quale svettano tre bandiere: la spagnola, quella dell'Andalusia e ovviamente quella della città. C'è anche una statua dedicata a Mario Maya famoso ballerino di flamenco. Torniamo verso Plaza Nueva ripercorrendo la Carrera del Darro incontrando l'iglesia di S. Pedro y S. Pablo purtroppo chiusa e ci fermiamo ad uno dei tanti bar de tapas per consumare, rigorosamente in piedi come si usa da queste parti, una squisita tortilla espanola. Prossima tappa El Banuelo, i bagni pubblici arabi risalenti al XI secolo importante testimonianza della più antiche e importanti opere della Granada musulmana. Situato lungo il fiume Darro di fronte all'Alhambra è uno dei pochi luoghi che sono stati salvati dalla distruzione dei Re Cattolici, perché, tra i cristiani, i bagni arabi avevano una reputazione paragonabile a quella dei bordelli. Su questo sito è stata costruita una casa privata ma la sua esistenza è per fortuna garantita!
    La sua pianta è rettangolare e i vari ambienti sono coperti da volte in mattoni con lucernari ottagonali o a forma di stella. Questi bagni facevano parte della Mezquita del Nogal, che in precedenza si trovava qui. Copiati dalla terme romane erano di grande importanza nella vita sociale in quanto luoghi di incontro tra gli intellettuali del tempo per discutere su temi religiosi e filosofici. C'erano momenti diversi per uomini e donne, le quali raramente lasciavano le loro case (ad eccezione di una visita settimanale al cimitero e una visita una o due volte al mese per i bagni).
    Alla fine di un piccolo corridoio (Zaguán), vi è un cortile con una piscina (alberca) e da qui si può accedere ai bagni stessi, con le tre stanze: camera fredda, (sala de refresco), sala centrale (sala centrale) e, infine, la camera calda (sala caliente). Le colonne sono state prese da rovine romane e visigote ed i fori ottagonali o a forma di stella nelle volte, come già detto prima, permettevano alla luce di entrare e al vapore di uscire. Hanno anche ridotto il peso del tetto.
    Proseguendo raggiungiamo in Calle Reyes Catolicos il Corral del Carbòn, il più antico monumento arabo in Spagna con spettacolare porta d'ingresso e un semplice cortile tesoro incomparabile dell'arte moresca. Vale la pena una visita veloce.
    E' stato costruito nel 1336 da Yussuf I e originariamente adibito a locanda e magazzino per i mercanti principalmente di carbone. È stato usato anche come teatro all'inizio del 16° secolo ed oggi ospita uffici governativi. L'ingresso principale, riccamente decorato con stucchi, è dominato da un grande arco a ferro di cavallo dalle evidenti influenze arabe. La facciata è sormontata da un cornicione coperto da travi in legno tipici della tradizione Nazarì. Attraversato l'atrio d'ingresso si accede direttamente al cortile interno sobrio e privo di eccessi decorativi, poiché il suo scopo era puramente funzionale e non ricreativo. Al centro del cortile solo una semplice fontana.
    A poca distanza c'è la Casa de los Tiros, all'inizio del Barrio Realejo nella Calle Pavaneras. Era in origine di proprietà del Marchese di Campotejar, costretto a donare i giardini del Generalife e la casa stessa allo stato nel 1929 dopo una lunga battaglia legale. Tempo fa vi si trovava l'ufficio del turismo di Granada, ma al giorno d'oggi, c'è un museo dedicato alla storia di Granada fino al XIX secolo.
    Una puntata a Plaza Bib-Rambla che significa "Porta del fiume", in quanto la piazza originariamente sorgeva sulla riva sabbiosa del fiume. Fin dall'epoca araba era il luogo privilegiato per celebrare le feste e finanziare scambi commerciali; su un lato sorgeva il porticato dove scribi e funzionari controllavano il mercato delle spezie e dei tessuti. Successivamente, in epoca cristiana, fu scenario di processi pubblici. In piazza Bib-Rambla furono dati alle fiamme importanti manoscritti e documenti appartenenti alla cultura e alla tradizione religiosa araba. (si pensa che ben il 1.000.000 sono stati distrutti in questo modo). Fu infine una plaza de toros, finché nel XVII secolo, dopo una corrida finita in tragedia, si decise di precluderla alla tauromachia. A differenza delle corride di oggi, queste erano estremamente violente e durante una che ebbe luogo nel mese di agosto 1609, 20 tori uccisero 36 persone e il ferimento di altri 60. Nel corso del tempo ha visto sorgere diversi edifici pubblici, Oggi piazza Bib-Rambla si presenta come uno spazio rettangolare sul quale si erge la Fontana dei Giganti, un monumento del XVII secolo in pietra Elvira trasferito in questa piazza nel 1940. Si tratta di un complesso composto da due vasche sovrapposte e sostenute da un pilastro centrale che culmina nella statua raffigurante il Nettuno. Questo è stato anche il luogo dove si sono state tenute fiere di cavalli.
    Andiamo all'Alcaicería, ex mercato della seta, ora un intricato sistema di stradine con negozi di souvenir dove ne cercheremo uno da portare a casa. Alcaicería si pensa significhi "casa di Cesare" o "appartenente a Cesare" in riconoscimento del fatto che l'imperatore Giustiniano concesse ai Mori il permesso di vendere la seta ma più probabilmente deriva dalla parola araba al-qaysariya che definisce un'istituzione commerciale e il luogo in cui si commercia.
    Nelle strade commerciali della città, già in tempi passati, convivevano nello stesso luogo commercianti musulmani e cristiani esattamente com'è avvenuto di nuovo cinque secoli dopo. Questo bazar era situato nel centro della città, con locande per i mercanti e con cancelli a tutti gli ingressi per impedire il saccheggio che venivano chiusi durante la notte. Le strette stradine al suo interno erano poi pattugliate da guardie.
    Nella notte del 19 luglio 1843, scoppiò un incendio in uno dei negozi partite nella vicina Calle Mesones e di conseguenza l'intero bazar originale bruciò. Fu ben presto ricostruito, ma non ha riacquistato la sua importanza di bazar arabo.
    Ora è popolato da turisti in cerca di souvenir e amanti dell'artigianato. Da sottolineare che il mercato si trova al lato della cattedrale (come nel passato si trovava al lato della Moschea... che, praticamente, occupava lo stesso terreno che oggi occupa il tempio cattolico). Torniamo in albergo per riposare e dopo andiamo, secondo l'indicazione dell'addetto alla reception, a cena alla Bodegas Castagneda che si trova a breve distanza. Il locale è veramente particolare! Caos, gente e sovraffollamento in una delle bodegas più pittoresche di Granada, piena di spagnoli più che di turisti (e scoprire poi che c'è un ristorante dello stesso proprietario sul retro, con meno gente e comodi tavoli per sedersi, terremo a mente.)
    Si pranza in piedi, al bancone o sulle botti sparse lungo i muri. Ci sono anche una manciata di tavolini da due e per fortuna ne troviamo uno. La scelta è molto varia con l'alternativa di "raciones" e mezze "raciones". Qui scopriamo il formaggio con marmellata, squisito! Che abbuffata! Dimenticavo: prezzi ragionevoli e birre a prezzo più che politico! Torniamo in albergo... la temperatura esterna sta scendendo... ahi ahi! Sierra Nevada che ci combini! Come prevedevo in hotel ci prenotano i biglietti per l'Alhambra per dopodomani pomeriggio, come pensavo loro hanno sempre una certa disponibilità in accordo con la direzione del sito. Evviva!

  3. Giorno 3

    11 maggio
    Stamane dopo una lauta colazione ci aspetta El Mirador de San Nicolàs. Con un minibus di linea e percorrendo la stretta Carrera del Darro, si arriva in cima alla collina su cui è stato costruito l'antico quartiere moresco di Albaicin (Albayzin). La vecchia chiesa dedicata al santo risale al 1525 e risente molto della sua età! Un incendio nel 1932 quasi la distrusse e portò la sua cupola al collasso 3 anni più tardi. Ci sono problemi per l'umido e per le fondazioni e non vi si può accedere... si può solo guardare dall'esterno. Per quanto riguarda il mirador, la grande piazza di fronte alla chiesa che dà una vista superba sull'Alhambra, sui tetti di Albaicin e sulla valle del fiume Darro. Fa leggermente freddo ma il sole ci assiste. Sullo sfondo la Sierra Nevada che è la stazione sciistica più a sud d'Europa. La stazione si trova nel villaggio di Monachil, a circa 32 km da Granada e a soli 45 minuti di auto. Nel 1996, ha ospitato i campionati mondiali di sci alpino. La stagione sciistica dura da inizio dicembre fino a fine aprile/inizio maggio. Grazie ai cannoni da neve artificiale, la stazione può aprire anche quando non c'è neve naturale. La vetta più alta della Sierra Nevada è monte Mulhacén circa 3.481 metri e la seconda il monte Veleta circa 3.398 metri. Vicino si trova la Moschea di Granada (Mezquita Major). Ci allunghiamo verso Sacromonte, località posta su una ridente collina che si affaccia sulla valle "Valparaiso" (valle del paradiso), con una splendida vista dell'Alhambra. La vegetazione è prevalentemente composta da cactus in particolare il fico d'India "chumbo" o Agave Americana. Decidiamo di tornare a piedi e bene facciamo. Lungo la strada incontriamo scorci meravigliosi di stradine e spiazzi pieni di gente, fiori e mercatini. Poi arriviamo al Palacio de los Cordova (stranamente con la v...) un edificio con facciata rinascimentale, circondato da splendidi giardini e frutteti. Il suo cortile interno è stato realizzato con elementi gotici ed i soffitti sono a cassettoni. Nel corso della sua storia ha cambiato proprietari e posizione. Costruito tra il 1530 e il 1592 nella Piazza degli Scalzi, è stato trasferito nel 1960 alla Cuesta del Chapiz, la sua posizione attuale. Dal 1983, quando fu acquisito dal Comune, ospita archivi comunali e le sue sale e i giardini sono utilizzati per feste e incontri formali come matrimoni. Il solito spuntino ma stavolta tutto "dolce" in una pasticceria del centro prima di visitare la Cattedrale.

    LA CATTEDRALE
    Come è per la maggior parte degli edifici cristiani a Granada la Cattedrale è stata costruita sul sito della ex moschea che comprende quattro edifici: il Duomo, la Cappella Reale, l'Iglesia del Sagrario, e la Borsa. I lavori per la cattedrale iniziarono il 15 marzo 1523 e non è stata completata che nel 1704, anche a causa dell'epidemia di peste che fermò i lavori per anni. Molti architetti sono stati coinvolti tra cui Juan Gil de Hontañón, Enrique Egas, Diego de Siloe, etc. La sua visione non può essere colta in pieno da lontano. Gli edifici che la circondano lo impediscono. Avvicinandoci ad essa da una via laterale possiamo solo ammirare parte della torre campanaria o della facciata e poco dopo, solo quando ci troviamo in Plaza de las Pasiegas, alziamo lo sguardo e finalmente vediamo l'intera facciata, così grande da non poter essere catturata in unica foto.
    La Cattedrale di Granada è considerata come la prima chiesa rinascimentale della Spagna e uno dei principali esponenti di questa corrente artistica. I Re Cattolici ne ordinarono la costruzione nel 1492 e venne progettata, inizialmente, seguendo il modello gotico della Cattedrale di Toledo. Delle due torri si iniziò solo la costruzione di una, e venne poi bloccata a 57 metri di altezza, invece degli 81 previsti inizialmente. La cattedrale, con le sue cinque navate, è considerata la costruzione rinascimentale più importante di Spagna. Costruita nel periodo di transizione tra il Gotico e il Rinascimento, mostra inoltre elementi di stile barocco. Particolarmente ho apprezzato la cappella maggiore, le cappelle laterali e le sculture delle facciate.
    La facciata principale è un capolavoro barocco realizzato da Alonso Cano nel 1667.

    LA CAPPELLA REALE
    Annessa alla Cattedrale si trova la Cappella Reale, costruita come luogo di riposo dei resti mortali dei Re Cattolici. La sua facciata plateresca, opera di Juan García de Prada, è orientata verso l'antica borsa di mercanti. La sua costruzione, in stile gotico, iniziò nel 1506 e venne dedicata ai Santi Giovanni: il Battista e l'Evangelista. Si concluse nel 1517 durante il regno di Carlo V, che vi trasferì anche i resti dei suoi genitori, Giovanna la Pazza e Filippo il Bello. La cappella è un esempio fondamentale del gotico fiammeggiante nel periodo rinascimentale.
    Dell'interno si può sottolineare la splendida inferriata plateresca (uno stile artistico fiorito in Spagna nel XV secolo e nel XVI secolo. Si tratta di uno stile architettonico molto ornato e fatto ad imitazione dei lavori di argenteria, da cui proviene il nome di plateresco) realizzata in stile gotico nel 1522. I sepolcri reali sono scolpiti in marmo di Carrara dal toscano Domenico Fancelli. Sotto gli stessi si trova la cripta, con i feretri di piombo dei quattro monarchi e il principe Miguel. La pala d'altare è costituito da quattro pannelli di legno dipinti che celebrano la conquista di Granada, una delle quali mostra il battesimo dei mori. Ai lati dell'altare ci sono due statue in preghiera di Isabel e Fernando. Purtroppo non è permesso fotografare...

    L'IGLESIA DEL SAGRARIO (Tabernacolo)
    La chiesa è stata costruita nel 1704, adiacente alla Cattedrale. Per il visitatore, questa chiesa appare come parte di tutto il complesso, tuttavia ha una sua finalità e identità. La chiesa ha una pianta insolita a croce greca con i suoi quattro bracci di uguale lunghezza. L'interno mette in evidenza l'ampia concezione spaziale sottolineata dalla sequenza di successive volte e cupole sferiche, riccamente decorate. Un bell'esempio di architettura barocca. Uno sguardo al Palacio de la Madraza che fu sede della Scuola Musulmana della Legge Coranica fondata da Yusuf I. Trasformato in Capitolo dai cristiani, vi si riunivano i nobili che governavano la città.
    Un arco ogivale costituisce l'accesso all'elegante mihrab, unico spazio dell'edificio islamico che si conserva. L'interno è riccamente decorato nello stile dell'Alhambra. Il palazzo barocco che venne costruito successivamente sorge intorno a un cortile con gallerie di archi su colonne toscane. La facciata è barocca, costruita in pietra. Le finestre e balconi sono in legno e ferro battuto.
    La domanda più comune fatta da visitatori e turisti è "Sai dove trovare il flamenco non per i turisti?". Beh, non si trova facilmente uno spettacolo di flamenco non per turisti, ma lungo la Carrera del Darro abbiamo trovato un localino adatto ovvero un "Tablao" veramente caratteristico: "Le chien andalou" (Il cane andaluso) che prende il nome da un cortometraggio del 1929 scritto, prodotto ed interpretato da Luis Buñuel e Salvador Dalí e diretto dal solo Buñuel. È considerato il film più significativo del periodo del cinema surrealista. Abbiamo prenotato per domani alle ore 22.00, due posti in prima fila, il giusto commiato da Granada.
    Per oggi abbiamo finito, torniamo in albergo e poi a cena al solito ristorante Bodegas Castaneda del quale siamo rimasti pienamente soddisfatti.

  4. Giorno 4

    12 maggio
    Stamane il freddo si sente di più e siamo costretti a comprare delle felpe al negozio H&M che avevamo già notato ieri in Calle Reyes Catolicos.
    Facciamo un giro nel centro. Nella bella Plaza de Isabel Catolica il monumento Gran Vía de Colón e Calle Reyes Catolicos mostra Cristoforo Colombo a parlare con la regina Isabella, che, il 17 aprile 1492, diede il permesso e il finanziamento per il viaggio verso ovest alla scoperta di nuove terre.
    Il nome ufficiale è Plaza Isabel la Catolica, ma i Granadinos in modo divertente la chiamano La Plaza de Colon-Columbus Square - poiché senza alcun dubbio pensano che il vero eroe era il marinaio e non la Regina la quale si limita a firmare il documento per fargli ottenere le navi e le forniture. Alle spalle del monumento c'è una facciata tutta vetrata di un edifico moderno ben inserito, anzi vi si specchia il monumento stesso di cui si vede il retro! Uno spuntino veloce in un locale in gran Via de Colon e poi destinazione Alhambra!

    L'ALHAMBRA

    L'Alhambra è la "fortezza rossa" che si trova sulla collina che domina Granada e si estende su una superficie di circa 140,000 mq. Una volta era la residenza dei governanti musulmani e la loro corte, mentre oggi è una delle principali attrazioni turistiche della Spagna. Ci sono tre parti per l'Alhambra: l'ornato "Nazrid" (i palazzi), l'Alcazaba (la parte fortificata) e il Generalife (giardini).
    L'itinerario normale intorno alla Alhambra è lungo 3,5 km e ci vogliono circa 3 ore per visitare le 3 aree del complesso.
    L'Alhambra è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 1984. Il suo nome proviene dal colore dei suoi muri (Al-Hamra in arabo) che sono stati costruiti con la stessa argilla del terreno dal caratteristico colore rossiccio.

    Le origini dell'Alhambra risalgono al IX secolo, quando si iniziò ad utilizzare la Cittadella come rifugio. Nel XIII secolo il primo monarca musulmano di Granada, Mohamed I, stabilì la sua residenza reale nella stessa e ne iniziò la costruzione. I successivi ampliamenti la modificarono fino a giungere al complesso monumentale che conosciamo oggi. Non è rimasta solo l'impronta musulmana di Granada nel complesso della Alhambra, ma anche quella lasciata dall'imperatore Carlo V nel suo Palazzo rinascimentale, oggi sede del Museo della Alhambra e Museo.

    Il bus ci porta nelle vicinanze ma l'ingresso si trova alla fine di un lungo viale alberato... una bella passeggiata in verità... Dobbiamo fare una fila di circa mezz'ora e si teme pioggia ma il cielo scuro enfatizza ancora di più l'atmosfera che circonda questa meravigliosa opera.
    Seguiamo il percorso indicato dalla mappa che ci è stata data.

    Palacios Nazaríes: in questa zona si trovano: Patio de Machuca, Mexuar, Torre de Comares, Patio de los Arrayanes, Patio del los Leones, Sala de Dos Abencerrajes, Sala de los Reyes, Sala del Dos Hermanas, Peinador de la Reina, Salón de Embajadores, Sala de la Barca, Sala de Mocárabes, Patio, Habitaciones del Emperador, Mirador, Patio de la Reja, Jardín de Lindarja.
    El Partal: Oratorio, Pórtico del Palacio, Palacio de Yusuf III (area archeologica), Torres de los Picos, Torre de la Cautiva, Torre de las Infantas.
    Calle Real - Baño de la mezquita:
    Costruito all'epoca di Muhammad III (1302-1309), ha subito varie modifiche nel secolo XIX essendo utilizzato in parte per la cosiddetta casa del Polinario (nome col quale era conosciuto Antonio Barrios, padre del musicista e chitarrista Angel Barrios). Questo bagno è peculiare dato che le sale non sono disposte parallelamente come succede abitualmente nei bagni nazaries.
    Palacio CARLO V
    Museo ed esposizioni.
    Alcazaba
    Zona militare recintata dove è possibile visitare la terrazza della Torre de la Vela a cui si accede tramite una strettissima scale. Dall'alto si gode di una splendida vista sulla città. Non ci è facile descrivere l'ammirazione per l'uso magico dello spazio, della luce e delle decorazioni che caratterizzano questa formidabile architettura: siamo frastornati!
    "Nell'Alhambra, un mondo islamico poggia su un pensiero classico che non è solo percettibile nell'ordine simbolico del palazzo dell'imperatore; il cortile dei Leoni è anche un claustro monacale e si organizza secondo la sezione aurea, la più legata alle proporzioni" (cit).
    La visita è stata molto impegnativa e stancante ma ne è valsa la pena! Cena nel solito locale, ormai siamo conosciuti, e poi lo spettacolo di flamenco.
    Il locale "Le chien andalou" è in realtà una grotta ovvero un "aljibe" rinnovato. Gli "aljibes" sono cisterne d'acqua e non molti anni fa erano utilizzati per la fornitura di acqua dolce per gli abitanti. Erano riempite periodicamente con acqua di sorgente assicurandone la fornitura ai residenti. Molto ricchi avevano il loro aljibe personale, ma la maggior parte delle persone utilizzava quelli pubblici. Il posto è molto piccolo e affollato ma adatto per un'esperienza live di flamenco e poi siamo in prima fila e unici stranieri!
    Stasera si esibiscono Sandra Santisteban (voce), Jorge Sanchez El Pisao (chitarra) e Jesus Nieto (ballo).
    Il flamenco è un'arte vera e spagnola. Vogliamo sentirci vicini alla passione e all'energia che trasmette questo spettacolo che sarà certamente un'esperienza straordinaria. I tablaos locali sono dedicati al canto e al flamenco e sono su questi gli scenari dove può essere visto in modo migliore questo spettacolo irripetibile che affascina per l'incrocio di canzoni profonde, il suono della chitarra che li accompagna, lo slancio dello zapateado (nome deriva dalla parola spagnola zapato, "scarpa": zapatear significa battere con la scarpa ed è usato per riferirsi al lavoro percussivo fatto dal piede nei balli ispanici e latini), il battito delle mani che scandisce il tempo delle danze. Si noterà nel mio raccontare, mi senta invaso e trasportato da emozioni e sentimenti che trasmette questo genere d'arte. Lo spettacolo è stato veramente entusiasmante e anche il pubblico partecipava con la tipica espressione: olè! Non sappiamo nulla di Flamenco, ma tutti gli artisti hanno dato prestazioni appassionate.
    Vi invitiamo a visitare un tablao per avere un contatto ravvicinato con quest'arte considerata universale e che è radicata nel senso più profondo della Spagna.
    E' mezzanotte, torniamo in albergo. Lungo la Carrera del Darro ci appare l'Alhambra illuminata, spettacolo unico! Domani saremo a Cordoba.

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