ALLA SCOPERTA DEL "PIANETA CINA": PECHINO

La Cina, quel meraviglioso paese al centro del mondo culturale e commerciale fin dal millennio prima di Cristo, protagonista degli affascinanti racconti di avventurieri alla ricerca di segreti e dei misteri della culla dell'umanità, è ora superficialmente percepito come un avversario e non come partner o eventuale opportunità. La Cina è immensa e rappresenta un quarto dell'umanità. La Cina è il drago. È il rosso. Da sempre il paese delle contraddizioni per eccellenza, la Cina è una continua sorpresa, non smette mai di stupire, dove nulla è permanente, statico, ma il tutto è in costante movimento.

Perché un viaggio in Cina?. Siamo sempre stati attirati dalla sua aria di mistero; chiunque visiti questo paese non può che restare colpito dallo splendore delle sue attrattive naturali, storiche, architettoniche. Forse più di altri paesi al mondo, la Cina ha lasciato di sé un enorme quantitativo di tracce e testimonianze scritte, relative al proprio passato, un passato che vede risalire le prime presenze umane ad oltre un milione e mezzo di anni fa. Abbiamo optato per la soluzione di viaggio organizzato, cosa inconsueta per noi, un po' per difficoltà oggettive (prima fra tutte la lingua, parlata e scritta), un po' perché i principali luoghi da visitare corrispondono comunque a quelli che compongono i programmi proposti dai Tour Operator; a parità di giorni disponibili, la realizzazione di un itinerario analogo in autonomia, acquistando solo il volo è organizzandosi sul posto, si riscontrava con ostacoli superiori a quanto accaduto nei nostri precedenti viaggi extraeuropei. Oltretutto in Cina avremo guida ed auto privata!

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  1. Giorno 1

    25 settembre-26 settembre
    Pechino
    Partiamo da Francoforte alle 17.20 con un volo Lufthansa imbarcati su uno splendido Boeing 747 zeppo di cinesi che tornano in patria per la Festa Nazionale del 1 ottobre. Il viaggio si svolge magnificamente e siamo particolarmente emozionati di volare con questo aereo veramente straordinario per sicurezza e comfort. Arriviamo nel modernissimo aeroporto di Pechino alle 08. 30 (ora locale) del 26 settembre e dopo aver svolto le formalità di sbarco ci rechiamo ad incontrare la nostra guida che puntualmente scorgiamo alla ricezione passeggeri con un cartello tra le mani su cui sono scritti i nostri cognomi. Ming, questo il nome della nostra guida, ci fa subito un'ottima impressione per la sua gentilezza e disponibilità, infatti sapremo in seguito che è ingegnere chimico. Con una ottima temperatura di tarda estate, ci avviamo verso l'hotel Traders' della famosa catena Shangri-la e lungo la strada facciamo una breve sosta in un laboratorio di ceramiche dove Ming ci spiega come avviene la difficile lavorazione col metodo cloisonnè, una forma di arte unica, che ha avuto origine a Pechino durante la dinastia Yuan (1271-1368). Dopo aver sistemato i bagagli ed aver sistemato fisicamente anche "noi" abbiamo il primo impatto con la famosa cucina cinese che si svela con una magnificenza inimmaginabile! Chi l'avrebbe mai detto, abituati alla cucina cinese delle nostre città, che la "vera cucina cinese" non si limita ai nidi di rondine o al gelato cotto ma spazia in gusti particolari quali il piccante, l'agro, il dolce variando da zona a zona. Il pomeriggio è dedicato alla visita del Tempio del Cielo. Un vecchio detto di Pechino dice: nove altari, otto templi e una grande campana. Questo indica che questi sono i più importanti templi monumentali di Pechino. Si fa sera e la città ci mostra il suo aspetto di metropoli con lo splendore dei suoi edifici ultramoderni e purtroppo col suo caotico traffico spesso paralizzato! Per fortuna una cosa positiva: le moto ed i ciclomotori sono rigorosamente elettrici!

    Il Tempio del Cielo
    Il Tempio del Cielo è il maggiore fra di tutti ed è l'unico esemplare della classica arte architettonica cinese. Fu costruito nel 1420 dal terzo imperatore Yongle della dinastia Ming ed era un luogo sacro in cui gli imperatori Ming e Qing officiavano il culto del cielo tre volte l'anno. Il tempio è circondato da due muri di cinta: uno interna e uno esterno. La parte settentrionale del muro sia interno che esterno, ha una forma semi-circolare mentre la parte meridionale ha una forma quadrata; queste forme ricordano una antichissima credenza cinese, secondo la quale il cielo fosse rotondo e la terra quadrata. Il tempio copre una superficie totale di 273 ettari, il muro esterno ha un perimetro di cinque km con due porte una a sud e una ad ovest da dove accedeva il corteo imperiale. L'altare circolare è formato da una terrazza rotonda di tre piani di marmo bianco: il primo piano era la terrazza dell'uomo, il secondo la terrazza della terra è il terzo la terrazza del cielo. Nell'antichità il cielo lo si considerava maschile e quindi i blocchi di marmo, i gradini e le balaustre dell'altare si contano sempre in numeri maschili, cioè numeri dispari: 1.3.5.7.9, oppure i loro multipli. A nord dell'altare circolare, si trova la Volta Celeste Imperiale, un padiglione circolare dal tetto conico e coperto di tegole blu che sorge in cima ad una terrazza di marmo alta 2 mt circondato da una cinta di mura perfettamente rotonda. Proseguiamo su un camminamento denominato ponte dei passi rossi e giungiamo al Tempio della Preghiera annuale per il buon raccolto, costruito completamente in legno e composto di una serie di architrave e listelli tutti fatti ad incastro senza usare neppure un chiodo, con il tetto a forma di cono con tripla gronda e ricoperto da tegole blu. Sull'altare centrale all'interno del tempio, c'è un trono riparato da un paravento e un lungo tavolo sul quale era collocata una tavoletta sacra del Dio del cielo. A sud del Tempio ai due lati ci sono due sale di struttura classica, destinate a custodire le tavolette degli dei che rappresentavano fenomeni soprannaturali. Veramente entusiasmante è stata la visita del Tempio: è il primo impatto con architetture completamente diverse da quelle alle quali siamo abituati ed inseriti in spazi di verde ottimamente curati che incorniciano questa magnifica opera. Lasciamo il sito del Tempio del Cielo e nelle vicinanze ci imbattiamo in un suonatore di erhu ed in un'estemporanea cantante di musica popolare cinese e poco più avanti assistiamo ad un'esibizione di karaoke e danze improvvisate ed alcuni giocatori di volano. Pochi passi ancora ed ecco uno scrittore d'acqua ovvero un cinese, ed è abbastanza diffuso la cosa, che scrive con acqua versi e pensieri sul pavimento stradale. Cena favolosa in albergo e giretto nei dintorni per scoprire angoli particolari da visitare come un favoloso centro commerciale il China World Shopping Mall che è fornito addirittura di una pista di pattinaggio oltre ad un ottima gelateria.

  2. Giorno 2

    27 settembre
    La Grande Muraglia
    Oggi ci aspetta la Grande Muraglia, l'impresa architettonica più prodigiosa della Cina antica, un simbolo della saggezza del popolo cinese. Come si sa, è una delle sette meraviglie del mondo antico. In Cina la Grande Muraglia è conosciuta con il nome di Wan Li Chang Cheng che significa Muraglia dei 10.000 Li. Li è una misura di lunghezza cinese, ogni Li è mezzo km, 10.000 Li quindi sono 5000 km ma in effetti sembrerebbe essere lunga ben 10 volte questa misura infatti oltre 50.000 km di tale tipo di difesa furono costruiti durante la lunga storia della Cina. Molti tratti collegati e tante torri di osservazione non collegate furono costruite da diverse dinastie per formare quel sistema di difesa militare che oggi conosciamo come la Grande Muraglia. Tre dinastie ne costruirono tratti per oltre 5000 km e precisamente:
    la dinastia Qin (221-806 a.C.) Oltre 5000 km;
    la dinastia Han (206 a. C.-220 d.C.) circa 10.000 km;
    la dinastia Ming (1368-1644 d.C.) 6350 km.
    Il tratto che la maggior parte della gente visita è quello della località di Badaling a circa 90 km a nord di Pechino ed è proprio qui che arriviamo di buon'ora a circa 900 mt di altitudine trovando una temperatura molto fresca che non ci dispiace dovendo fare un bel tratto a piedi e per giunta in salita. La nostra guida ci consiglia di intraprendere il tratto più ripido perché certamente lo troveremo meno affollato è infatti è proprio così la maggioranza dei turisti si avvia verso la parte più comoda! Questo tratto di Muraglia con la sua tipica struttura è alto 7-8 mt, largo 6,5 mt alla base di 5, 8 mt nella parte superiore con uno spazio utile di 4,5 mt, dove poteva passare un carro trainato da cinque cavalli affiancati o potevano camminare 10 soldati allineati su un fianco. Leve e altri strumenti primitivi furono usati per muovere le lastre di pietra, ognuna delle quali era lunga 2 mt e pesava 1 tonnellata quindi ogni centimetro di terra e ogni mattone furono bagnati dal sangue e dal sudore dei lavoratori impegnati in questa costruzione costata fatica e sacrifici. Non meraviglia la leggenda che descrive la Grande Muraglia popolata dai fantasmi di migliaia e migliaia di uomini che morirono durante la sua costruzione. La Grande Muraglia è una eredità non solo della Cina ma del mondo intero. Con molta emozione ci inerpichiamo per le ripide scale (quando ci sono!) e arrancando con grande fatica quando senza di esse la pendenza si fa veramente spaventosa. Meno male che l'aria è frizzante altrimenti sarebbe una fatica immane! Oggi è il compleanno di Bianca, quale posto migliore per compiere gli anni! La nostra arrampicata dura quasi tre ore, andata e ritorno, e quando ritorniamo al piazzale di partenza vediamo Ming che, ovviamente, non è venuto con noi e vedendoci comunque non completamente disfatti si congratula per la nostra resistenza. Immancabile giro per i negozi di souvenir dove ci limitiamo ad acquistare la nostra solita bandiera da portare a Napoli. Affamati come non mai pranziamo in uno splendido ristorante dove gustiamo specialità eccezionali! Ogni giorno che passa scopriamo la vera cucina cinese, credeteci, è eccezionale! Salutati da due leggiadre cinesine riprendiamo il nostro impegno di visitatori avviandoci verso il sito delle 13 tombe Ming ma passando prima per Li Heng Tang un centro statale specializzato nella coltivazione e la lavorazione di perle sia di acqua dolce che di mare. Si dice che la perla contenga molti elementi di minerali rari e preziosi e chi la tocca può avere l'effetto di tonificare l'organismo e i cinesi credono che la crema di perla e le polveri di terra possano aiutare a togliere le macchie e le rughe e rendere la pelle liscia, fine e lucida. Forse sarà per questa credenza che regalo a Bianca una bellissima collana di perle nere.

    Le 13 tombe dei Ming
    Le 13 tombe dei Ming si trovano a nord-ovest di Pechino, ad una distanza di 55 km dal centro della città e si estendono in una vallata forma di anfiteatro naturale di circa 120 km². Percorriamo la Via degli Spiriti (7 km!) detta anche la Via delle Figure di pietra o Via Sacra fiancheggiata da 36 figure scolpite in pietra di cui 24 rappresentano tipi di animali con i relativi significati e raffigurati sempre in quattro posizioni: due in piedi e due a riposo. Chiudono la sfilata 12 statue in piedi rappresentanti generali militari, mandarini e ministri. Alla fine della via Sacra troviamo il Padiglione della Stele (1426) è una costruzione quadrata con doppio tetto e quattro porte in altrettante direzioni e contiene una stele in marmo alta 6,5 mt posata sul dorso di un animale a forma di tartaruga, cioè Bi-Xi uno dei nove figli del drago. Incise sulle quattro facce della stele risaltano quattro iscrizioni antiche. Su una piattaforma marmorea a tre piani si erge il palazzo dei Favori celesti dove si svolgeva la cerimonia commemorativa per gli antenati che ospita una statua in bronzo dell'imperatore Yongle, il terzo imperatore Ming che trasferì la capitale da Nanchino a Pechino. Come dicevo oggi è il compleanno di Bianca e al ristorante dove ceneremo è mi bastato dare una mancia per avere in esclusiva un salottino dove festeggeremo l'evento. Dopo l'immancabile tè di benvenuto servito da una adorabile cinesina ceniamo alla grande e tra le pietanze che ci vengono servite da ben tre camerieri c'è "l'anatra laccata" una specialità della cucina locale veramente squisita. Bianca si cimenta a confezionare gli involtini con i pezzetti di anatra riuscendoci in modo egregio!

  3. Giorno 3

    28 settembre
    La città antica
    Oggi ci avventuriamo nella vecchia Pechino. A una prima occhiata Pechino sembra un centro moderno. Una passeggiata (anzi una corsa in risciò a pedali come faremo noi) tra le stradine della città (hutong) rivela invece il fascino della vecchia Pechino. Le hutong, che si diramano dal centro, sono le vie dove molti pechinesi ancora vivono. Le hutong che di solito vanno da est verso ovest, sono create dalle mura delle tradizionali case con cortile interno (siheyuan). In origine le residenze degli ufficiali e dei cittadini benestanti, oggi sono in gran parte di proprietà statale. La modernizzazione di Pechino ha distrutto molte siheyuan tradizionali, ma alcune sono state ristrutturate e sono di nuovo abitate. Il termine hutong è la traslitterazione della parola mongola hottog che significa pozzo d'acqua. Sul nostro risciò a pedali sembra di viaggiare lungo il fiume della storia; vedi il muro grigio delle siheyuan, i portoni che distinguono il ceto delle famiglie, il gradino sotto i portoni, le pietre a forma rotonda o quadrata, il leone di marmo bianco davanti al portoni ecc. che ci raccontano l'importante evento storico e le leggende o le storie dei personaggi famosi che una volta vi abitavano. Durante il tragitto ci imbattiamo in gruppetti di cinesi impegnati in giochi da tavolo alcuni dei quali risalgono a migliaia di anni or sono come il Go (4000 anni). Ma l'incontro più simpatico è quello con un pensionato della veneranda età di ottantanove anni che ascolta musica proveniente da una datata radiolina! Ma anche un vecchietto sdentato con un cappellino rosso che ci sorride non è da meno! La nostra guida Ming ci conduce in una siheyuan antica di ben duecento anni e in compagnia della padrona di casa ci spiega un po' la storia della famiglia che ci abita e ci rivela una dura realtà: molte case non hanno servizi igienici privati ma solo in comune e vi si cucina ancora su focolari a carbone.

    Il Palazzo d 'Estate
    Il Palazzo d' Estate è uno dei quattro giardini classici più famosi della Cina, conosciuto per la sua combinazione armoniosa tra il paesaggio naturale è l'edificio artificiale. Esso si trova nella periferia nord-ovest di Pechino e dista 25 km dal centro della città. La residenza imperiale è ordinata come un microcosmo naturale, con colline (shan) e specchi d'acqua (shui) che creano un ambiente naturale completato da ponti, templi, sentieri e palazzi. Appena oltrepassata la porta orientale si trova il palazzo della benevolenza e della longevità che tra le statue bronzee di fronte neanche una che raffigura il simbolo della virtù confuciana, il mitico qilin, un animale con piedi fissi, colonna e squame. Davanti alla sala sono collocati quattro incensieri in bronzo due a forma di fenice e due a forma di drago. Spettacolare è il lungo "Corridoio" che unisce le varie costruzioni disperse ai piedi della collina quasi formando una collana ha una lunghezza totale di 728 mt con 273 sezioni interrotte da quattro padiglioni che simboleggiano le quattro stagioni ed e decorato da più di 14.000 dipinti che rappresentano racconti storici, scene mitologiche e da episodi immortalati nella letteratura classica cinese. Nel 1992 il lungo Corridoio fu incluso nel Guinness dei primati come il corridoio più lungo del mondo. Alle estremità occidentale del lungo Corridoio si incontra la barca di marmo lunga 36 mt che presenta una base marmorea ed una sola struttura in legno. Non ci perdiamo un giro in battello, riccamente decorato, sul lago Kunming che ci permette di ammirare tutta la grandiosità del sito tra cui la Torre della Fragranza di Buddha situata sulla collina della Longevità, il ponte della Cintura di Giada ed il ponte a 17 archi lungo 150 m con parapetti ornati da 544 colonnine su cui siedono altrettanti leoni uno diverso dall'altro. Ci meravigliamo come sulla battello siamo gli unici occidentali fra tanti, tanti ma tanti cinesi!
    La città proibita
    Fulcro della città di Pechino, la città proibita è il complesso architettonico cinese di maggior splendore. L' Immenso palazzo completato nel 1420 è un compendio di architettura imperiale è un monumento perenne della Cina delle dinastie. Ogni imperatore successivo arricchiva le sue sale o faceva costruire altri padiglioni secondo il proprio bisogno finché si raggiunse un numero totale di 9999 stanze con una superficie coperta di circa 150.000 m². Il numero nove era il numero portafortuna massimo e perfetto che significa lunga vita. Entriamo dalla porta meridionale edificio con il tetto a doppia gronda e ricoperto con tegole gialle e restiamo sbalorditi dalla magnificenza del luogo. Ogni palazzo tutti con nomi simbolici sono stupefacenti come stupefacenti sono i giardini imperiali ma ciò che ci lascia allibiti è il Palazzo della Suprema Armonia, l'edificio più grande di tutto il complesso, chiamato anche la sala del Trono d'oro. La sala è sostenuta da 72 colonne di legno dipinte con disegni di draghi d'oro su fondo rosso scuro e ogni colonna è un tronco unico di pino. Nel centro della sala si trova il trono dell'imperatore posato su un basamento in legno alto 2 mt e sia il trono che il paravento retrostante sono fatti di legno di sandalo dorato. Il soffitto ha degli straordinari colori. Il Palazzo della Purezza Celeste è il principale della corte interna dove gli imperatori esaminavano memoriali e trattavano gli affari di stato. Al centro della sala è sempre collocato un trono imperiale e sull'insegna lignea sopra il trono ci sono quattro ideogrammi che significano: aperto, onesto e splendido come il sole. Giriamo ancora letteralmente confusi da tanta grandiosità e ci soffermiamo, durante il tragitto che ci porterà verso l'uscita, sul grande terrazzo scolpito che circonda il Palazzo della Suprema Armonia per guardarci intorno e ammirare per l'ultima volta questo spettacolo unico per noi occidentali. Dopo essere usciti assistiamo nel cortile immediatamente vicino ad un addestramento di marcia militare (passo dell'oca) ad opera dei giovani militari cinesi che si preparano alla sfilata per la festa nazionale. Uno spettacolo inconsueto e curioso a beneficio dei tanti turisti presenti.

    Piazza Tien' an Men.
    Ed eccoci in Tien' an Men Guangchang (la piazza della pace celeste) l'enorme piazza in cemento nel cuore della Pechino moderna con il mausoleo di Mao al centro circondata da edifici in stile comunista degli anni 50 tra cui il Palazzo dei Musei della Storia Cinese e della Rivoluzione cinese, il monumento commemorativo agli Eroi Popolari, il Palazzo dell' Assemblea Nazionale del Popolo e il Palazzo del Presidente Mao. La piazza è sempre affollata di visitatori che vi passeggiano, ha sempre fatto da sfondo alle manifestazioni popolari ed è inscindibilmente associata alle proteste studentesche del 1989 e al loro cruento epilogo. Una grande foto di Mao campeggia sul muro di chiusura della Città Proibita: una presenza inquietante... Pensate che Mao per superstizione non entrò mai nella città proibita: gli avevano predetto che se fosse entrato il suo potere sarebbe terminato molto presto. Io aggiungo: forse era meglio che non era superstizioso!
    E' stata una giornata intensa e Ming ci propone di assistere prima della cena ad uno spettacolo favoloso: "La Leggenda di Kung Fu", visto già da 2 milioni di persone dal 2005 fino ad oggi presso il Red Theatre di Pechino. La compagnia itinerante presenta un cast di 52 giovani praticanti del Kung Fu, danzatori e acrobati, tutti professionisti provenienti da 13 province della Cina, di cui cinque ragazzi sotto i 14 anni. Gli interpreti non sono solo esperti in Kung Fu ma sono stati formati alla presentazione teatrale. Arriviamo al teatro e già l'esterno denota un ambiente particolarmente stimolante mentre nell'atrio siamo accorti da un bambino che, in una scenografia affascinante, percuote un tamburo ad un ritmo quasi ossessionante. Inizia lo spettacolo: l'azione è mozzafiato e il dramma è struggente, ispirandosi alla storia di un giovane ragazzo in cerca di illuminazione. La musica potente sottolinea l'intera produzione, la scenografia si svolge in un ambiente vasto e interattivo arricchita da effetti di luce fenomenali, il tutto crea una finestra sulla cultura straordinaria della Cina e l'arte mistica del Kung Fu. Usciamo dal teatro frastornati e non possiamo che ringraziare Ming per averci data quest'occasione per noi unica e irripetibile. (Lo spettacolo non era previsto nel programma ma le mance fanno sempre effetto!) Comunque acquistiamo il DVD dello spettacolo che riporteremo in Italia la cui visione ci farà ricordare l'evento.

  4. Giorno 4

    29 settembre
    Ultimo giorno a Pechino. In mattinata l'ultima visita in programma: il tempio dei Lama. Il tempio è il maggiore appartenente alla scuola della Setta Gialla del Buddhismo tibetano a Pechino nonché uno dei maggiori templi lamaisti caratterizzato da uno stile architettonico unico in tutto il paese della Cina. Per noi è il primo impatto con i praticanti di questa religione che vediamo intenti alla preghiera dopo aver bruciato negli appositi bracieri i bastoncini d'incenso. L'atmosfera è pervasa da un misticismo che si può toccare con mano e ci sentiamo un po' estranei a tutto ciò. Cerchiamo di essere abbastanza discreti ma non possiamo fare a meno di sbirciare nelle varie sale che sono quasi nascoste a noi turisti in quanto poco inondati dalla luce che trapela dalle strette aperture. All'esterno alcuni monaci si preparano a qualche cerimonia in uno dei piazzale del tempio ed io non mi faccio scappare l'occasione per riprenderli con la videocamera sperando che non me lo vietino. E non posso fare a meno di far girare rigorosamente in senso orario una delle ruote della preghiera. Visitiamo o meglio sbrighiamo nelle diverse sale del tempio (la sala dei guardiani celestiali, la sala dell'armonia eterna, la sala della protezione eterna, la sala della ruota della legge) ed in ultimo arriviamo al padiglione delle 10.000 felicità, una costruzione a tre piani collegato con due sale laterali per mezzo di gallerie sospese che vengono chiamate corridoi volanti. Al centro della sala è collocata la monumentale statua di Buddha Maitreya, nella sua forma tibetana, alta 18 mt scolpita in un unico tronco di legno di sandalo bianco lungo 26 mt (8 mt sono affondati nel terreno). Il trasporto di questo tronco d'albero da Lhasa a Pechino richiese tre anni interi! Per noi occidentali il buddhismo è una religione che sotto certi aspetti sarà sempre incomprensibile. L'introduzione del buddismo in Cina è frutto di un lungo processo di cui non si conosce una data precisa di inizio. I primi segni della presenza buddhista in Cina si hanno con la fondazione del Tempio del Cavallo Bianco di Luoyan (lo visiteremo nella prossima tappa del nostro viaggio proprio a Luoyan) sotto la dinastia Han. Il culto, basato sugli insegnamenti del Buddha vissuto nel nord dell'India durante il sesto secolo a. C., venne presumibilmente diffuso lungo la Via della seta dagli immigrati dell'Asia centrale a partire dal primo secolo. Ora dobbiamo affrettarci, ci aspetta l'aereo per Luoyang.

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