Treno del foliage

Avendo un week end libero, quale miglior modo per festeggiare l’occasione più unica che rara se non facendo un viaggio naturalistico tra Italia e Svizzera?
L’anno scorso avevo provato il trenino del Bernina e ne ero stato piacevolmente soddisfatto. Ecco perché quest’anno ho deciso di provarne uno similare: il treno blu, ovvero quello che percorre 52 chilometri in meno di due ore e che collega la Valle di Vigezzo con le Centovalli.
Pianificare il viaggio è stato semplice: sabato lo dedico all’esplorazione di Domodossola (campo base nonché stazione di partenza di questo treno) mentre domenica percorro valli e montagne fino a Locarno.


INFO VARIE
-In primis tutto ciò che riguarda il treno blu.

Orari: Considerate che gli orari cambiano a seconda del periodo, quindi meglio consulatare il sito. Sull’opuscolo ufficiale troverete tre tabelle differenti: la soluzione più semplice è chiedere all’addetta dell’infopoint o della biglietteria quale tabella risulta quella corretta. E, intanto che ci siete, fatevi indicare quali treni sono sospesi durante i giorni feriali (nel mio caso, ne erano un paio).


Prezzi: il prezzo del treno A/R è 25€ (se voleste fare solo una corsa sarebbe 18€) con la possibilità di poter scendere una volta sola all’andata e una al ritorno. Cosa significa? Che non potete, ad esempio scendere all’andata sia a Santa Maria Maggiore che a Re. Vi consiglio comunque di azzardare tale desiderio al capostazione; chissà che non chiuda un occhio sul vostro “sgarro”.

Treno “normale” e panoramico: innanzitutto, non crediate che quest’ultimo sia cabrio o scoperto. Semplicemente ha i finestrini più alti, si possono abbassare e i vagoni possiedono l’aria condizionata. Per usufruirne, dovrete acquistare un biglietto supplementare di 1.50€.
Poi, se doveste scendere da un panoramico e successivamente prenderne un altro, dovrete ripagare ancora 1.50€ (a meno che, come detto prima, il controllore non chiuda un occhio. Ma se rispetta le regole, siete fregati!). Quale treno consiglierei, in definitiva? Personalmente trovo più comodo e pratico quello normale. Non per altro, ma potendo abbassare il finestrino potrete fare foto degne di nota (sul panoramico ho provato a farle ma lo sporco dei vetri e il riflesso di ciò che si trova nel vagone penalizzano gli scatti). Se invece ne avete fatte a sufficienza, il panoramico permette di osservare meglio ciò che vi circonda.
C’è da dire per che per ottimizzare i tempi e visitare più luoghi, a volte è necessario prendere anche quest’ultimo (altrimenti, ad esempio, io a Santa Maria Maggiore sarei dovuto restarvi quasi cinque ore invece sfruttando il panoramico dopo poco più di due ore e mezza sono ripartito. Grazie a questa soluzione ho potuto anche visitare Re).

Fermate su richiesta e non: se guardate il dèpliant con gli orari vi accorgerete che su alcune fermate c’è una ‘X’. Questo implica che se siete a bordo dovrete prenotare la fermata altrimenti il treno proseguirà la sua corsa alla stazione successiva. Per farlo vi basta avvisare in anticipo il controllore sul treno o, più semplicemente, qualche minuto prima della vostra fermata premere il tasto di apertura porta, il quale comunicherà al macchinista che qualcuno ha intenzione di scendere. Se invece volete salire su un treno da una fermata a richiesta, dovete avvisare il capostazione prima dell’arrivo del mezzo: ci penserà lui a farlo fermare.
Infine, sul dépliant appare anche “XO”, ovvero “fermata a richiesta ma subordinata ai posti a sedere”. Questo interessa quelli panoramici in quanto è vietato restare in piedi. Ergo, se non ci sono più posti a sedere disponibili non potrete salire. Io non ho avuto problemi a trovarli ma ovviamente se andate di domenica in pieno agosto il rischio sale esponenzialmente.

Dove sedersi: partendo da Domodossola il posto migliore è a destra (seguendo la direzione di marcia). Non tanto all’inizio perché troverete bei paesaggi sia da un lato che dall’altro ma più o meno da Re in avanti, in quanto costeggerete per lo più montagne alla vostra sinistra mentre a destra avrete dei paesaggi decisamente migliori e accattivanti.

Pianificare il viaggio: con il senno di poi, posso dire che alcune mosse sono state fortuitamente azzeccate e altre da evitare.
Andare a Domodossola di sabato è stato ottimo in quanto ho avuto modo di visitare di mattina il mercato (decisamente ricco di bancarelle e prodotti tipici e originali) e di pomeriggio il paese con i suoi monumenti e piazze incantevoli. Infine, usarla come campo-base ha avuto i suoi lati positivi: è infatti un paese ricco di cose da vedere, tanti bar/ristoranti e presenta molta più movida rispetto a Santa Maria Maggiore e Re.
Buona mossa anche andare il secondo giorno col treno blu (si ha bisogno infatti un’intera giornata per godersi al meglio l’intera esperienza) e alzarsi presto, in quanto ho percorso il tratto fino a Santa Maria Maggiore da solo (un toccasana per spostarmi a mio piacimento nel vagone. In tal modo ho potuto immortalare molti più paesaggi caratteristici e incantevoli).
Sia Santa Maria che Re meritano una visita per ciò che vi ho raccontato in precedenza: se invece volete fermarvi solo in uno dei due (per poter soggiornare di più a Locarno) e siete giunti in automobile, vi consiglio con quest’ultima di visitare Santa Maria e il giorno successivo raggiungere Re col treno blu.
Se riuscite come me ad andare in treno in entrambi i posti, mettete in conto che Santa Maria la visiterete in un paio d’ore mentre per Re ne basta una. Ottimizzate i tempi come vi ho detto così avrete più tempo da dedicare a Locarno la quale, a mio parere, meriterebbe addirittura un’intera giornata.
Infine, vi consiglio di valutare seriamente la possibilità di fare il viaggio di andata senza soste: non per altro, ma se prenderete quello delle 7.52 troverete pochi viaggiatori (o nessuno com’è accaduto a me). Di conseguenza non rischierete di ritrovarvi su un sedile lontano dal finestrino (ergo zero foto) e potrete spostarvi nell’abitacolo a vostro piacimento (cosicché potrete fare foto a iosa senza disturbare gli altri o avere intralci). Se non siete ancora convinti, sappiate che io ho fatto il viaggio di ritorno senza soste: peccato che era imballato, ed io ero pure lontano dal finestrino, quindi la macchina fotografica l’ho tenuta a riposo!

Bernina VS Vigettina-Centovalli: quale consiglierei dei due, ora che li ho visti entrambi? Quali i pro e contro dell’uno e dell’altro?
Bernina: lo sceglierei perché il treno rosso è adorabile, ci sono dei luoghi paesaggistici meravigliosi (in special modo i due laghi, il lago di Poschiavo e l’Alp Grum col suo ghiacciaio), si può scendere quando e quanto si vuole e volendo si può prendere un vagone completamente scoperchiato e senza vetri (però si paga anche qui il supplemento),
Vigettina-Centovalli: opterei invece per questo perché il biglietto costa di meno (25€ contro le 59€ del Bernina), i paesini in cui mi sono fermato meritano di essere visitati e Locarno è veramente una bella città (rispetto a S. Moritz che è piccola e decisamente più snob).
Quindi quale sceglierei? Direi entrambi!
Mi spiego meglio.
Al di là del prezzo del biglietto, il Bernina merita per chi vuole immergersi in paesaggi naturalistici da favola mentre il Vigettina-Centovalli batte il suo avversario per quanto riguarda i paesi che va a toccare.

Svizzera: per concludere, vi ricordo che a Locarno parlano italiano ma la moneta ufficiale è il franco svizzero (potete pagare in euro ma potrebbero darvi il resto in franchi). 1CHF corrisponde a circa 0.90€.

  • Il viaggio è durato 2 Giorni
  • Budget speso Da 1€ a 250€
  • Ho viaggiato Da solo
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Italia, Svizzera
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da Andrea Pistoia il 31/08/2023
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  1. Giorno 1 - 27/06/2017

    Sabato 27/05/2017

    Alle 8.00 parto (dalla provincia di Milano) e in meno di due ore sono a Domodossola.
    Tempo di lasciare la valigia in albergo e poi, a piedi, mi dirigo verso il centro città.
    Qui scopro con piacere che c’è un mercato che occupa svariate vie del centro. Ma prima di zizzagare tra le bancherelle, raggiungo la stazione in Piazza Matteotti dove si trova lo IAT, ovvero l’infopoint cittadino (è proprio di fronte all’ingresso della stazione, sulla sinistra).
    Qui un’addetta mi fornisce una cartina del paese e varie dèpliant di eventi ed attività da provare.
    In più m’informa che il biglietto per il trenino blu si può fare sia in stazione che qui. Posso anche acquistare quello della funicolare di Locarno che conduce fino al Santuario della Madonna del Sasso (col senno di poi sarebbe stato meglio se l’avessi acquistato perché, come vi racconterò in seguito, farla a piedi è stato spossante!). Recupero anche il dèpliant sugli orari del treno e un altro che mostra i vari paesini in cui sosta.
    C’è anche un altro itinerario interessante, quello del treno verde, che conduce fino a Berna (costa 59€ A/R e vale un unico giorno. Recupero il dèpliant e mi faccio un appunto: sarà la meta del prossimo anno!).
    Ringrazio infine la ragazza ed esco soddisfatto.
    Occhio perché l’info-point sabato chiude alle 12.30 per poi riaprire lunedì!
    Passo l’intera mattinata a sbirciare tra le varie bancherelle. Alle 15.00 il mercato finisce, lasciando il paese in ordine e pulito. Così ne posso approfittare per visitare le strade del centro alla ricerca di monumenti e palazzi storici.
    Dalla stazione raggiungo Piazza Repubblica dell’Ossola dove si trovano anche Palazzo di Città, Palazzo San Francesco e Palazzo Mellerio. Proseguo e dopo pochi passi raggiungo Piazza Mercato (molto carina). Da qui mi spingo fino a Palazzo Silva, per poi arrivare alla Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso ed infine a Piazza Fontana.
    Proseguo poi verso sud attraverso Via Antonio Rosmini per ammirare il Collegio Mellerio-Rosmini e ancora più a sud la Chiesa di San Quirico. Recuperata l’automobile, vado ad ammirare la Riserva Naturale Speciale Sacro Monte Calvario (interessante in quanto per raggiungere il Santuario si attraversa una fitta vegetazione e cappelle che rappresentano la Passione di Cristo).
    Soddisfatto, torno in Piazza Mercato e mi godo un aperitivo in uno dei bar presenti. C’è vita e ragazzi ovunque (non me l’aspettavo!). Finito il drink, torno in albergo. Doccia, cena e poi di nuovo in centro ad ammirare i monumenti illuminati e le persone che affollano le vie.
    Ma la stanchezza si fa sentire e quindi me ne vado a dormire in quanto domani sarà una giornata intensa.
    Mi accorgo troppo tardi che mi sono sfuggiti un paio di luoghi a Domodossola che pare meritino una visita: l’Officina del Cioccolato e il birrificio Balabiòtt. Sembrano carini: dateci un occhio.

  2. Giorno 2 - 28/06/2017

    Domenica 28/05/2017

    Premessa: nelle “info” in fondo al diario vi do alcune dritte su tutto ciò che riguarda il viaggio in treno. Qui mi limito solo a descrivervi la mia esperienza.
    Pronti? Via!
    Mi sveglio particolarmente presto, cosicché alle 7.30 sono davanti alla stazione di Domodossola.
    Cerco un parcheggio ma quelli limitrofi sono a pagamento. Nulla di grave perché a qualche centinaio di metri se ne trovano tanti liberi e gratuiti.
    Per raggiungere il binario prestabilito non entro nella stazione ma la costeggio tenendomela sulla sinistra; infatti dopo pochi passi dall’ingresso principale c’è un’insegna blu con scritto “Ferrovia Valle Vigezzo Centovalli-Locarno” e una scalinata che conduce al binario e alla biglietteria. Ebbene sì, sono entrambi sotterranei.
    Scendo le scale e raggiungo la biglietteria ma è chiusa fino alle 8.10 (nei festivi. Nei feriali invece apre alle 7.20). Nessun problema perché il biglietto lo posso fare direttamente a bordo. Non c’è altro modo in quanto neppure la biglietteria di sopra (ovvero quella della stazione ‘ufficiale’ di Domodossola) può fornirmelo. Sono in pratica due stazioni distinte.
    Comunque, il capostazione mi dà alcune info sulla tratta e mi fornisce il biglietto.
    Salgo sulla carrozza (sarò l’unico passeggero dell’intero treno!) e alle 7.52 spaccate si parte. Usciamo dalla galleria e c’immergiamo nella natura. Mi scorrono accanto boschi, montagne, vallate e paesini minuscoli e adorabili.
    Per la cronaca: la tratta che compiremo tocca una trentina di paesini. Però, da ciò che ho letto in altri diari di viaggio, i più meritevoli di una visita sono: Santa Maria Maggiore, Re e, ovviamente, Locarno.
    Infatti, scendo a Santa Maria Maggiore (alle 8.38 precise) e mi dirigo verso il centro del paese. Constato subito come sia un paesino più piccolo di Domodossola e meno ricco di monumenti e attrattive, quindi lo si visita in fretta.
    Infatti prendo la strada principale (quella dove sono condensati i negozi e dove si trova la Scuola di Belle Arti “Rossetti a Valentini”, la quale contiene una pinacoteca ma è visitabile solo a luglio e agosto) e giungo fino alla Chiesa Parrocchiale di Maria Santissima Assunta. Do una sbirciatina all’interno. Carina: ben illuminata, ristrutturata e con degli affreschi interessanti.
    Dietro a questa si trova il parco di Villa Antonia con al suo interno il Museo dello Spazzacamino (nel week end è aperto dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17). Essendo ancora presto per visitarlo, proseguo perlustrando le strade limitrofe: nulla di ché.
    Arrivo fino al campo sportivo, sbircio una partita di calcio per qualche minuto e poi torno sui miei passi per andare al museo. L’ingresso costa 2€ e permette di visitare l’intera struttura (che consta di due piccole sale dislocate su due piani). Mi forniscono anche un’audioguida.
    Al piano terra si trovano abiti di spazzacamini nostrani e non, oggetti del mestiere e le bici che usavano per spostarsi. Però ciò che mi colpisce di più sono le foto dei bambini sfruttati per pulire i camini.
    Al piano di sopra c’è un’ulteriore mostra fotografica con oggetti d’epoca e testimonianze del passato. L’audioguida è un qualcosa in più ma non indispensabile (comunque è compresa nel biglietto, quindi a caval donato…). In definitiva, non aspettatevi chissà che cosa da questo museo ma ammetto di averlo trovato interessante (2€ è una spesa onesta, dai).
    Avevo preventivato di stare in questo paese più a lungo ma, onestamente, al di là del centro, della chiesa e del museo, non c’è null’altro da vedere.
    Ergo, torno in stazione con l’intenzione di prendere il treno panoramico delle 11.10.
    Pago il supplemento di 1.50€ (nelle info vi spiego anche questo) e riparto, in orario, con l’intenzione di scendere a Re.
    In una decina di minuti raggiungo questo paesino.
    Scendo dal treno e prendo la scalinata che scorgo oltre la stazione. Poi svolto a destra e dopo qualche minuto raggiungo il Santuario della Madonna del Sangue. Esternamente è imponente ma ciò che mi colpisce di più è l’interno: maestoso, pieno di luci (le vetrate variopinte proiettano una moltitudine di colori su colonne e muri) e con dei lunghi veli blu elettrici che dal soffitto cadono sull’altare. Resto ad ammirare lo scenario (e ad ascoltare la messa) per qualche minuto, poi esco e vado a visitare il paesino, il quale non presenta nient’altro che poche case e negozi posizionati sulla strada.
    Alle 12.22 riprendo il treno e alle 13.19 raggiungo Locarno.
    Come per Domodossola, la fermata del treno è sotterranea.
    Prima di andare a caccia di panorami e monumenti, entro in stazione e, di fronte alla biglietteria, recupero una cartina della città. Poi esco in strada e scruto poco distante il lago. Lo costeggio tenendomelo alla sinistra fino a che non arrivo a Largo Zorzi. Percorro questa via e, dopo pochi passi, raggiungo Piazza Grande (molto carina e colorata, tanto quanto quella di Domodossola), dove si trova il Palazzo Sopracenerina e poco più in là il Municipio.
    Proseguo fino a giungere al Castello Visconteo. Per la cronaca, al suo interno c’è il museo archeologico.
    Torno poi verso il lago attraversando Via Orelli fino a trovarmi sulla destra Piazza Pedrazzini, al cui centro c’è una bella fontana circondata da palazzi d’epoca (tra cui spicca Casa Miramonte e Casa Alla Fonte).
    Dato che ho voglia di camminare e un po’ di tempo a disposizione, decido di raggiungere il Santuario della Madonna del Sasso a piedi e non con la funicolare (disponibile ogni 15 min. al prezzo di 4.80CHF solo andata e 7.20CHF A/R). Dopo 50 minuti di sfacchinata in perenne salita prendo atto che sarebbe stato meglio fare l’andata in funicolare e il ritorno a piedi.
    Comunque, spossato e sudato arrivo a destinazione: da qui si scorge un panorama di Locarno meraviglioso. La fatica viene ampiamente ricompensata dal paesaggio.
    Dopo le foto di rito attraverso l’ingresso sottostante al Santuario. Superatolo, mi trovo ad un bivio: alla destra c’è una scala che porta al Santuario vero e proprio mentre proseguendo dritto si arriva ad un negozietto di souvenir e al “museo casa del padre” (ingresso a pagamento: 5 CHF).
    Prendo la scala e raggiungo il Santuario: l’interno è molto carino (ristrutturato, con dei begli affreschi e sculture) anche se quello di Re è insuperabile.
    È ora di tornare indietro. Scendo a piedi in quanto questa volta “vinco facile”: infatti in 15 minuti e zero fatica sono di nuovo sul lungo lago.
    Ho in previsione di prendere l’ultimo treno per Domodossola (quello delle 17.47) ma pur avendo ancora del tempo a disposizione e altri luoghi da visitare (la cartina offertami dall’infopoint ne segnala una quindicina, senza contare il Parco della Pace, sul lungo lago, e la Falconeria, con lo spettacolo dei rapaci) ma preferisco godermi un po’ di meritato riposo in riva al lago.
    Poi è l’ora di partire. Torno in stazione e scendo nel sotterraneo: qui siamo in tanti ad aspettare il treno ma, da quel che ho capito, ce ne saranno due diversi a portarci a destinazione.
    Il mezzo arriva, mi accomodo e partiamo. Ovviamente scenderò solo al capolinea (Domodossola), ergo mi faccio tutto il viaggio in poco meno di un paio di ore.
    Giunto a destinazione, ceno vicino alla stazione e poi torno a casa, soddisfatto dell’intera esperienza.





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