Cuba, Sconcertante Cuba! 8° Tappa: Santiago

La seconda città cubana per importanza, la più africana, la più musicale e la più calda. Garcia Lorca la definiva “ritmo di rami secchi, arpa di tronchi vivi, caimano, fior di tabacco”. A parte le auto e gli edifici moderni è quella di sempre: allegra a appassionata, ritmi lenti, odore di mare. Situata in una baia tra il mare e le montagne della Sierra Maestra è una città fiera e coraggiosa che ostenta con orgoglio il titolo di Cuna (culla) de la revolucion.

  • Il viaggio è durato 2 Giorni
  • Budget speso Più di 2.000€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: America
  • Stati visitati: Cuba
  • Viaggio fatto in primavera
  • Scritto da tripfactor (Carlo Amato) il 30/08/2017
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  1. Giorno 1

    5 marzo
    L'ex Plaza de Armas di Santiago ora Parque Céspedes, è il cuore della città, luogo d'incontri e di riposo, viva a tutte le ore del giorno e della notte, una sorta di palcoscenico. I monumenti che vi si affacciano:
    La Chiesa Madre "Madonna Assunta", del XVI secolo, dal 1533 al 1663 fu oggetto di distruzioni e saccheggi da parte dei corsari, incendi senza contare eventi sismici del 1678, 1679, 1766, Il 15 agosto. Dopo tre ricostruzioni nel 1810, infine, fu posta la prima pietra di quella che sarebbe stata l'attuale Cattedrale. I lavori durarono otto anni e si conclusero il 24 aprile 1818. Occupa una superficie di 2115 metri quadrati. Orientata da nord a sud consta di cinque navate. Il terremoto del 20 agosto 1852 provocò altri danni che furono velocemente riparati. Ha l'aspetto eclettico coi due campanili aggiunti nel 1922 con due nicchie contenenti le statue di Colombo e di Bartolomé de Las Casase il posizionamento sul frontone della statua di un angelo. Ciò che colpisce è la sua posizione elevata sulla piazza raggiungibile con una imponente scalinata.
    L'Ayuntamiento (Il Comune) fu edificato nel 1950 seguendo un progetto settecentesco rinvenuto negli archivi delle Indie e nel suo corpo principale ha un balcone da dove Fidel Castro ha proclamò il trionfo della Rivoluzione.
    Casa de Diego Velasquez costruita tra il 1516 e il 1530 fu la dimora del conquistatore spagnolo. E' considerata il più antico edificio di Cuba.
    L'Hotel Casa Granda storico albergo aperto nel 1920 che Graham Green nel suo romanzo Nostro agente all'Avana descrisse come un luogo affascinate e frequentato da spie.

    Poco distanti:
    Il Museo Emilio Bacardi Moreau in un elegante palazzo neoclassico, il più antico ed eclettico museo di Cuba. Voluto e inaugurato nel 1927 dal fondatore delle celebri distillerie di rum ospita cimeli delle guerre d'indipendenza, quadri di pittori contemporanei ma anche una mummia egizia.
    Il Palacio Provincial, progettato dall'architetto e ingegnere civile Carlos Segrera Fernández, fu inaugurato il 23 giugno del 1926, in stile eclettico, è stato dichiarato un monumento nazionale nel 2003. E' il centro del governo della Provincia.
    La Casa de la Cultura Miguel Matamoros, situata in un importante edificio con eleganti linee architettoniche, ospita molti eventi culturali.

    Dopo cena gironzoliamo per la città che di sera offre aspetti interessanti ma anche una sconcertante illuminazione stradale sostenuta da una specie di traliccio portante cavi di tutti i generi!

  2. Giorno 2

    6 marzo
    Ultimo giorno a Cuba con visite molto interessanti.
    Prima tappa Il Museo 26 de Julio-Cuartel Moncada.
    Quando Castro il 26 luglio 1953 tentò l'assalto alla caserma cercò di venire in possesso di molte armi e dare avvio alla rivolta generale. Come è noto l'azione fallì causando la morte di otto giovani rivoluzionari e la cattura di altri 55 che vennero torturati e fucilati. La caserma che porta ancora i segni delle pallottole sulla sua facciata dal 28 gennaio 1959 è sede della Ciudad Escolar "26 de Julio".
    Una parte dell'edificio ospita il Museo Historico, che in dieci sale ripercorre la storia cubana dall'arrivo di Colombo alla guerriglia sulla Sierra Maestra, con un plastico che ricostruisce l'assalto alla Moncada e cimeli dei fratelli Castro e del Che.
    Una visita la cimitero de santa Ifigenia che accoglie le ceneri di Castro. Quando si arriva si vede che non hanno costruito un grande monumento. È semplicemente una pietra, una piccola pietra con sopra la scritta "Fidel" posta tra il mausoleo dedicato a José Marti, padre dell'indipendenza, e il monumento ai martiri del 26 luglio 1953. All'Avana e a Santiago sono stati sparati 21 colpi di cannone che hanno concluso i nove giorni di lutto. Da qui si capisce come Castro considerasse la rivoluzione, con umiltà. È una bella cosa da vedere.
    Ci dirigiamo verso la parte orientale di Santiago dove si trova la Plaza de la Revolucion, ampio spazio dove confluiscono i tre grandi viali di accesso alla città. La piazza è dominata da un grande monumento realizzato negli anni '90 che rappresenta il generale Maceo a cavallo circondato da 23 machete che rappresentano la data del 23 marzo 1878, data della ripresa dell'attività rivoluzionaria. È anche presente una fiamma eterna. L'architettura risente non poco dell'influenza sovietica...
    Le ceneri del padre della rivoluzione cubana si trovano accanto alla tomba di José Martí, l'eroe nazionale dell'indipendenza.
    Seconda ed ultima tappa il Castillo del Morro.
    La fortezza militare Castillo de San Pedro de la Roca, anche conosciuta come "Castillo del Morro", fu dichiarata dall'UNESCO, Patrimonio dell'Umanità, nel 1997, per il suo grande valore storico e architettonico. Anticamente, si chiamava il Museo della Pirateria, ma poi il nome fu cambiato per conciliare i nuovi contenuti del museo, più generali e legati all'ambiente in cui si trova.
    Fu commissionata nel 1637 dal governatore Pedro de la Roca all'ingegnere italiano, al servizio presso il Regno di Spagna, Giovanni Battista Antonelli per difendere la città dai pirati. Entriamo percorrendo il ponte levatoio che conserva intatto l'argano che azionava la struttura e arriviamo alla piazza centrale, punto nevralgico che fungeva da centro di smistamento delle diverse attività comunicando con la cappella, le caserme, la guarnigione e le celle sotterranee. La scalinata in pietra sul versante panoramico faceva parte di un sistema di scale che portava ai vari piani superiori. Nelle casematte sono esposte stampe che raffigurano la storia dei forti di Santiago mentre nel piazzale di artiglieria sono esposti cannoni dell'epoca. Percorriamo i cammini di ronda fino ad una terrazza panoramica da cui si gode uno splendido panorama della baia di Santiago.
    Ottimo pranzo a base di pesce al vicino Ristorante "El Morro".
    In viaggio verso Holguin da dove partiremo per l'Italia ma ci avvisano che il nostro aereo ha un ritardo di ben 4 ore! Partiremo non alle 0.50 ma alle 4.50.
    Lungo la strada le ultime immagini di una Cuba sconcertante: edifici diroccati, auto emananti pericolosi gas di scarico, pullman ricavati da autocarri "trasformati" mediante lamiere apposte sui lati ed altre testimonianze di povertà...
    Per riempire questa attesa l'Alpitour ci ospiterà presso una sua struttura: Playa Pesquero, immersa in un paesaggio rigoglioso con bungalow posti in giardini con 2 ristoranti e vari bar aperti 24 ore al giorno, piscina scoperta, vasca idromassaggio e palestra. Sono inoltre disponibili campi da tennis, pallavolo, basket e ping-pong. Approfittiamo per visitare il resort, per farci un'abbuffata incredibile con abbondanza di vino e mojito aspettando con calma il bus che ci porterà all'aeroporto. Non tutti i mali vengono per nuocere. Speriamo solo di non perdere la coincidenza con l'aereo a Malpensa per tornare a Napoli. Arriviamo a Malpensa e col cuore in gola ci precipitiamo al check-in dell'Easyjet convinti di non farcela ma una voce proveniente dall'altoparlante ci annunzia un ritardo di un'ora e 30! Tutto sommato poteva andarci peggio!

    Mi piace concludere con un pensiero su Cuba trovato sul web:
    "Cuba te espera" (Cuba ti aspetta) per farti provare i suoi famosi sigari immaginando di scorgere nel loro fumo il volto di Che Guevara, assaporare il suo chimerico rum fantasticando di conversare con Ernest Hemingway, o più semplicemente per mostrarti i suoi strabilianti, ma pur sempre reali colori del mare e ballare nei suoi tanti luoghi colmi di storia... Sì ballare, perché a Cuba non si cammina si balla!"

    Notazione finale: l'uso "sfacciato" dei colori da parte dei cubani.

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